Cercatori di speranza nonostante le incertezze del futuro per le guerre, le divisioni e la solitudine che regna e genera paura e sfiducia: noi non disperiamo, c’è ancora tanto bene presente nel mondo. Sono dei semi, segni dei tempi che però vanno coltivati se vogliamo che da loro nasca e fiorisca la speranza. La vita è ancora difesa, è fatta crescere, la famiglia è sostenuta, la salute è curata, i giovani sono accompagnati, i poveri aiutati. Queste sono tutte realtà concrete, non campate per aria.
Non pensiamo dunque alla speranza come se fosse un principio astratto o la proiezione dei nostri desideri in un futuro roseo.
I semi della speranza già premono sotto le zolle, come la brace è presente sotto la cenere e per rendersene conto basta togliere lo strato superficiale di fuliggine. Qualche germoglio ha già messo fuori la testa e perciò attendersi un raccolto fruttuoso non è una strana fantasia, ma una prospettiva reale.
Però, perché il bene cresca al meglio, non si può starsene con le mani in mano: bisogna coltivarlo.
Ecco, la speranza ha a che fare con i nostri comportamenti e i nostri atti.
I segni di speranza richiedono il nostro impegno.
Sono anzitutto la pace, che non è un bene scontato, da invocare fatalisticamente pensando che tutto dipende da chi ha il potere nelle mani e può fare il bello e il cattivo tempo a suo piacimento.
Molti stanno già lavorando per costruire la pace con incontri, marce, dialoghi e gesti di concordia, di intesa, dal papa, giù giù, fino a noi. Tutti siamo responsabili della costruzione di un mondo pacifico e perciò non vogliamo lasciar crescere paure, egoismi e ansie che bloccano le nostre azioni. Anche gli incontri interreligiosi già in corso e che quest’anno la commissione cittadina per l’unione e la pace vuole riproporre, contribuiscono allo scopo di suscitare speranza e vita comunitaria.
Cominceremo il 7 dicembre con un incontro presso la sede dei fratelli musulmani in via Forlanini 36 a Desio, che terminerà con una cena, da loro offerta, a tutti i partecipanti.
Siamo invitati a compiere dei gesti di fraternità che ci sollevano dalla disperazione e costruiscono alla fiducia nel cammino verso il bene.