Queste parole dette da Dio al Profeta Isaia ci accompagnano nella Liturgia di oggi.
C’è un popolo “di Sion” anche a Desio.
Magari un po’ disperso, ma c’è.
Famiglie e laici, che credono in Gesù e che sono un aiuto importante nella nostra comunità e nel mondo civile. Famiglie che si affacciano alle nostre realtà con docilità e curiosità; bambini ancora stupiti dall’amore di Dio e che Lo attendono nella I Comunione.
Giovani educatori e cerimonieri che si dedicano ai più piccoli nei nostri oratori.
Lo fanno di buon cuore. Famiglie che ci hanno aperto le porte di casa con un sorriso e con il Presepe appena preparato.
Persone che soffrono, che poco intercettiamo, ma che non smettono di credere.
Anziani e ammalati che ogni giorno stringono tra le mani i grani del rosario e intercedono per noi.
Fratelli e sorelle cristiani, di Paesi lontani, di confessioni diverse dalla nostra, che pregano ogni giorno Gesù come noi.
C’è una fede semplice che non ha del tutto abbandonato le nostre vie.
Non dovrei dirlo io, ma ci sono preti, diaconi, consacrate che non si sottraggono alla loro missione e lo fanno con passione.
Ci sono molte persone di “buona volontà” che non si definiscono cattoliche, ma cercano di fare la loro buona parte nella vita.
Tuttavia ci sono anche molte solitudini, povertà economiche, morali e spirituali; a volte noi stessi “uomini e donne di Chiesa” sperimentiamo stanchezza e affanno; aleggia un certo disagio tra i più giovani, si colgono preoccupazioni e paure tra gli adulti; alcune porte chiuse durante le benedizioni ci dicono anche di indifferenze e fatica ad accostarsi alla nostra e Sua Chiesa.
Questa è la nostra città da accogliere e da amare. Proprio ad essa il Signore Gesù aspetta con fiducia di fare grazia. Beati coloro che sperano in Lui.
Don Marco Albertoni
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