Domenica dopo l’ottava del Natale del Signore

Le letture di questa domenica ci ricordano il senso del Natale, lo scopo della venuta di Dio tra noi. Ci suggeriscono, di conseguenza, come vivere questo mistero.

L’incarnazione, il mistero del Natale, ha il suo principio nell’eternità, cioè nella mente di Dio che ha pensato e ha creato tutto per Lui e per mezzo di Lui, il Verbo, la sapienza, Gesù Cristo. Il Natale è il segno della fedeltà di Dio al suo disegno d’amore che il peccato dell’uomo non ha distrutto.

Il brano di Vangelo racconta di Gesù che si reca alla Sinagoga e, come ospite d’onore, legge il brano di Isaia che parla del Messia. Al termine, nella meraviglia di tutti, dichiara “oggi si è compiuta questa Scrittura”, cioè: sono io il Messia promesso e atteso.

Gesù tralascia gli ultimi versetti della profezia in cui Isaia parla del “giorno di vendetta per il nostro Dio”, giorno di castigo vendicatore, predicato anche da Giovanni Battista. La sua non è una dimenticanza, ma una scelta: l’annuncio di Gesù è la bella notizia dell’amore misericordioso e gratuito del Padre. Gesù non solo non ucciderà i peccatori, ma li ricercherà, starà volentieri con loro, perché sono i malati che è venuto a curare. E manifesterà questo suo amore soprattutto sulla croce, quando perdonerà anche chi lo uccide ”perché non sanno quello che fanno”.

Come scoprire ed accogliere questo stile di Dio?

Gesù ritorna in Galilea con la potenza dello Spirito; nella sinagoga dice: “lo Spirito del Signore è sopra di me“; è lo Spirito Santo, che si manifesta al Giordano. Lasciamoci prendere dallo Spirito di Gesù: riscopriremo il vero volto di Dio, capiremo la sua misericordia verso di noi, accetteremo i suoi tempi e il suo stile con chi sbaglia. Allora sarà il vero Natale dentro di noi.

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