Presentazione del Signore

La festa della Presentazione ci ricorda quanto Maria e Giuseppe fossero obbedienti alla legge mosaica che imponeva alle mamme, dopo 40 giorni dal parto, di recarsi al Tempio per la purificazione dei primogeniti attraverso un’offerta, nel ricordo dei piccoli salvati da Dio nella notte di Pasqua, nell’esodo dall’Egitto.

Ci sono alcuni particolari che fanno del racconto una vera pagina teologica. Innanzitutto, il luogo dove si svolge: in Gerusalemme e nel tempio che ne è il cuore. Gesù realizza la profezia di Malachia e viene ‘come fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai a purificare e a rinnovare l’alleanza‘.

Ci sono due personaggi che incontrano la famiglia di Nazareth, Simeone e Anna, che hanno in comune la semplicità di vita e il desiderio di vedere il Messia. Sono gli unici che sanno scoprirlo nel bambino che viene offerto al Signore.

Simeone ricorda che Gesù è il segno della fedeltà di Dio alle promesse, la luce attesa dalle genti (di qui la tradizione della Candelora) che porta un senso nuovo nella vita. E ricorda che il seguire Gesù, anche per la sua Mamma, comporterà la croce.

Tutto questo insegna a noi che per incontrare Gesù dobbiamo attenderlo, sentirne il bisogno: solo i semplici che riconoscono di avere bisogno della luce che dà senso alla vita e alla storia lo possono scoprire.

La Chiesa chiede a Dio la sua luce sul dono della vita che ci fa, dono del quale la società sta perdendo il significato: quante difficoltà all’apertura alla vita da parte dei coniugi, quante volte la vita viene negata con l’aborto e l’eutanasia, quanta leggerezza nel mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri.

Ringraziamo il Signore del dono della vita, chiediamogli di saperla sfruttare bene e diamo il nostro sostegno a chi aiuta quanti sono in difficoltà nell’accoglierla e nel farla crescere.

Condividi questo articolo

Commenti

Lascia un commento