Ultima domenica dopo l’Epifania

l brano di Vangelo di oggi racconta uno degli episodi più conosciuti. È una scena gustosa: Zaccheo che corre ad arrampicarsi per vedere Gesù.

Zaccheo era capo dei pubblicani, persona importante e odiata dalla gente perché a servizio dei romani e facilmente esosa.

È un episodio che manifesta la bontà del Signore verso i peccatori, un gesto non isolato, ma una costante da parte di
Dio: nella prima Lettura, ad esempio, si dichiara che “il Signore è paziente”, abbonda nel perdono.

Gesù è l’unico che si accorge di questo uomo. Lo chiama per
nome. Va in cerca di questo ricco, poco stimato, anzi odiato; non pronuncia parole di rimprovero, l’onora di una visita, non certo per giustificarne l’operato, ma per manifestargli il suo amore. L’incontro, fondato sull’amicizia e non sul processo, è ciò che cambia Zaccheo, lo rende libero e generoso. Egli non si limita a restituire, è anche benefico e lo fa nella gioia.

Ci dobbiamo chiedere se è così anche il nostro incontro con il Signore nella Parola, nei sacramenti, in particolare nella confessione: c’è il desiderio di vedere il Signore? È un accoglierlo con gioia dentro di noi? È un lasciarci cambiare il cuore?

Com’è diverso l’atteggiamento di Gesù da quello degli uomini!

Tanti sfruttano l’amicizia con persone influenti fino a quando sono importanti, pronti a lasciarli quando cambia l’onda, anzi a diventarne accusatori; molti si ergono a giudici spietati, con l’invidia inconscia per la vita che gli altri riescono a fare.

Gesù non giustifica l’operato di Zaccheo, ma lo ama così come è e gli cambia il cuore.

Chiediamo al Signore di credere al suo amore gratuito e misericordioso e di renderci testimoni credibili di questo amore verso gli altri.

La Quaresima che inizieremo domenica prossima ci aiuti anche in questo.

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