Il 14 marzo Papa Francesco, dalla camera del Policlinico Gemelli dove è ricoverato da oltre un mese, ha scritto una lettera al direttore del Corriere della Sera, in risposta ad un messaggio di auguri per la sua salute. Una forte esortazione a dire no alla guerra e un invito alla fratellanza.
«Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. Le religioni possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace.
Tutto questo chiede impegno, lavoro, silenzio, parole. Vorrei incoraggiare tutti coloro che dedicano lavoro e intelligenza a informare, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il nostro mondo in tempo reale: sentite tutta l’importanza delle parole.
Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene. Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la terra».
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