Questa domenica La liturgia ci preannuncia i grandi misteri della nostra fede che celebreremo la settimana entrante: insieme al trionfo a Gerusalemme, uno dei pochi momenti di gloria di Gesù, si parla di tradimento, di passione e di sepoltura. Ci viene presentato il Servo di Dio che prende sopra di sé le nostre iniquità per donarci la sua giustizia.
La prima cosa da fare è rinnovare il proposito di vivere pienamente questa settimana, la più importante nella storia della Chiesa, tanto da definirla settimana Autentica, Santa. Il pericolo di sempre è che ci entriamo con indifferenza e abitudine, preoccupati più del contorno della festa che non dei misteri che siamo invitati a rivivere. Per vivere la settimana in modo che sia Santa, bisogna partire dalla Liturgia, che è ascolto, catechesi, culto, memoria viva dei misteri che si celebrano. Dobbiamo prepararla con momenti di silenzio, di preghiera personale, trovando il tempo per riascoltare dentro di noi la Parola di Dio, lasciando che cambi il nostro cuore.
Ed è necessario passare dal sacramento della Riconciliazione.
Bisogna evitare l’ipocrisia e il formalismo. Non si può portare il ramoscello d’ulivo, segno della pace, e non avere il desiderio della pace nel nostro cuore. Non si può celebrare la lavanda dei piedi e non vivere lo stile di servizio umile, di cui Gesù ci da esempio col suo gesto e che è il clima in cui si deve celebrare l’Ultima Cena, l’Eucarestia. Non si può baciare il Crocifisso, il Venerdì Santo, senza sentirsi corresponsabili di quella morte e riconoscenti per l’amore che ci ha rivelato. Non si può celebrare la risurrezione di Gesù nella Veglia e nella domenica di Pasqua e non desiderare di essere rinnovati interiormente.
Chiediamo insieme al Signore di vivere bene questa settimana, tenendo fisso lo sguardo su Gesù.
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