Oggi Giovanni ci ricorda lo scopo dei Vangeli: “quanto è scritto è perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché credendo abbiate la vita nel suo nome”.
Nel brano si vede il sorgere del giorno del Signore che è il primo dopo il sabato. Anche se la prima comunità celebrava con gli ebrei il riposo del sabato, nella coscienza dei discepoli di Gesù diventa sempre più importante il giorno della Resurrezione, la domenica, il giorno in cui è iniziata la creazione e la nuova umanità nella persona di Gesù risorto.
Come i primi discepoli, insieme di domenica ci incontriamo con Gesù risorto, ascoltiamo la sua Parola, ci nutriamo di Lui per avere la forza di testimoniarlo. Per noi la domenica è la Pasqua settimanale. La Santa Messa è il centro della giornata, che deve essere di gioia e di fraternità. Gli Apostoli senza Gesù hanno paura (le porte del cenacolo sono chiuse), ma riconosciuto Gesù, diventano sereni e contenti. Non ci
dobbiamo scoraggiare: il Signore è risorto, è con noi, ci sostiene.
Gesù continua la sua opera di salvezza attraverso gli uomini e dà il potere di rimettere i peccati, dona il suo Spirito agli apostoli perché possano continuare a dare il suo perdono. È bello ricordare il dono della Riconciliazione oggi, la domenica della Divina Misericordia, sia l’occasione per riscoprirne il valore. Siamo portati a pensare che la confessione sia un peso o una tassa, o forse non troviamo i peccati: ci sembra tutto normale, facilmente ci autogiustifichiamo.
Se fossimo ascoltatori della Parola, ci accorgeremmo della nostra miseria e del nostro peccato.
Gesù sapeva che questo non era facile e proclama a Tommaso: “Beati quelli che, senza aver visto, crederanno“. Tra questi ci siamo anche noi. Chiediamo al Signore di accrescerela nostra fede e che la nostra vita sia testimonianza concreta del Vangelo.
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