Nato al tempo del censimento

«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra»: così inizia il racconto della nascita di Gesù nel vangelo di Luca. Le circostanze sono condizionate da un decreto imperiale e Giuseppe – riferisce sempre il vangelo – «dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme».

Il censimento dell’antichità serviva, più che a esigenze statistiche, a stabilire quanti uomini potevano essere abili per l’esercito (ma il coriaceo popolo ebreo su questo faceva eccezione) e soprattutto quantificare il gettito fiscale: un’imposizione dall’esterno che doveva suonare come strumento di oppressione e segno di schiacciante prepotenza. Eppure – è sempre il testo del vangelo – «tutti andavano a farsi censire». Anche per questo Gesù non trova alloggio.

A quei tempi il nemico era chiaro e visibile: il potere degli occupanti imperiali e il tradimento dei connazionali collaborazionisti, tra cui il re Erode. Ai nostri tempi si parla di un nemico insidioso, invisibile, in gran parte sconosciuto, al quale ci si può sottrarre solo se tutti insieme ci si sottopone a comportamenti adeguati a tutelare la salute propria e altrui.

Cosa farebbero oggi Gesù, Maria e Giuseppe? Come allora, senza venire a patti con il nemico, si inserirebbero nella vita di tutti, tra paure e speranze, preoccupazioni e impazienze, gesti di solidarietà e responsabilità. Tutto può accadere, ma Gesù è qui con noi. Lo è sempre, ma specialmente nei momenti meno felici, quando abbiamo più bisogno di Lui. Buon Natale a tutti!

don Gianni