Il peccato e l’infallibilità
Se si parla di peccato, pare di usare un linguaggio retrogrado e moralista. Accusarsi di qualcosa – nel confessionale o davanti a un tribunale – sembra un atto di debolezza e d’altri tempi. Se in predica si cita il peccato si coglie l’imbarazzo dei presenti per un tema apparentemente fuori moda. Apparentemente: se infatti si deve valutare un evento sociale, un’azione politica, una resa scolastica, un problema di famiglia o di lavoro, i “pubblici ministeri” pronti all’accusa si moltiplicano a mostrare lacune, carenze e peccati altrui. Secondo taluni confessori, non mancano coloro che nel segreto del sacramento confessano sì i peccati, ma quelli degli altri. Sembra quasi che una certa mentalità induca a un impietoso giudizio sul prossimo, sugli altri, sulla classe dirigente, sui professionisti, sulla Chiesa ecc. e nello stesso tempo proclami una sostanziale infallibilità soggettiva. Come per i classici bambini dell’asilo, colpe e responsabilità sono sempre di altri («non sono stato io, è stato lui, o lei»): nella politica come nello sport, nella professione come in famiglia, negli uffici pubblici e nelle riunioni di condominio (e tra presunti amici). Difficile anche, a questo punto, chiedere scusa: l’infallibile non lo fa.
In una società competitiva dove c’è sempre da vincere qualcosa a scapito di altri, l’umiltà non è virtù apprezzata, o lo è solo finché non diventa così controcorrente da diventare fastidiosa. E la pratica dell’esame di coscienza – davanti a Dio e agli uomini – meriterebbe di essere ancora insegnata e praticata.
don Gianni
Il pensiero della settimana:
Domenica detta “della divina clemenza”
Tema di questa domenica è il rapporto uomo-Dio: un
rapporto di infedeltà e di peccato da parte dell’uomo, di
misericordia e di perdono da parte di Dio.
L’evangelista Luca, nel brano di oggi (Lc 7, 36 – 50), sottolinea questo aspetto della persona di Gesù: l’attenzione, la delicatezza, il perdono.
Nell’incontro con la peccatrice si nota il contrasto tra coloro che si ritengono persone per bene, Simone e i farisei, e la delicatezza e la comprensione di Gesù per questa donna.
Nel Vangelo i pubblicani, i peccatori, le prostitute, si trovano a proprio agio con Gesù, anche se Egli mette a nudo il loro peccato e li obbliga a una conversione radicale di vita. Lo accettano perché sentono in Lui una persona che li ama, che non ha nessun altro interesse se non la loro persona.
Gesù ci rivela la natura intima di Dio, che è amore ed è sempre pronto a fare il dono più grande, che è il perdono. Ha voluto che questo incontro con l’uomo peccatore potesse continuare nella storia, e ha istituito per noi il Sacramento della Riconciliazione, che ci ha donato la sera di Pasqua.
Noi, spesso, non lo abbiamo capito, anzi, quello che doveva essere un dono è diventato un peso. Abbiamo banalizzato anche questo gesto facendolo diventare un rito a cui non corrisponde il cuore.
Chiediamo al Signore di riscoprire ed accogliere questo dono, in
particolare nella Quaresima che inizieremo fra poco.
don Alberto
Libertà e vita
“Libertà e vita”, questo è il titolo scelto dalla CEI per la 43 a Giornata nazionale per la Vita che festeggiamo oggi. L’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia indice questa giornata per “sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita: la libertà non è il fine, ma lo strumento per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso”.
Vi proponiamo questo confronto di situazioni reali in cui la vita minacciata viene difesa da libere scelte di amore cui tutti noi potremmo essere chiamati.
Vita minacciata
L’interruzione volontaria della gravidanza è regolata dalla legge italiana che dichiara di tutelare la vita umana “suo inizio” ma, difatto, tende a favorire la “libertà di abortire” della donna in nome del suo diritto alla salute e all’autodeterminazione.
Nel diritto canonico la procurata uccisione del feto è qualificata tra i delitti contro la vita e la libertà umana.
• L’OMS distingue tra aborti condotti in maniera sicura, da quelli praticati in maniera non sicura e, questi ultimi, sono stimati essere 25 milioni ogni anno e avvengono in generale nelle fasce di popolazione più svantaggiate economicamente dei paesi in via di sviluppo.
Vita difesa
MATERNITÀ
Moltissime volte l’aborto viene presentato come l’unica soluzione ad una gravidanza indesiderata. Ci sono, invece, associazioni come il progetto Gemma/CAV (Centro Aiuto alla Vita) che possono occuparsi delle future mamme e dei loro bambini. Ci sono persone pronte a sostenere la nuova vita, anche economicamente, fino al primo anno dopo il parto.
Una mamma in attesa nasconde sempre nel suo grembo una gemma (un bambino) che non andrà perduta se qualcuno fornirà l’aiuto necessario. La legge italiana consente anche di partorire e non riconoscere il bambino , che verrà destinato subito all’adozione, garantendo comunque l’anonimato della donna.
Molte associazioni su tutto il territorio ogni anno aiutano circa 60mila donne ed i loro bambini. Le loro storie sono caratterizzate
da speranze perdute e ritrovate, da sentimenti di fiducia smarrita e restituita. Nessuna mamma ha mai rimpianto la scelta di far nascere il bambino che aspettava.
Dal 1975, anno di fondazione del primo Centro, sono stati oltre 200mila i bambini aiutati a nascere dai volontari dei CAV, un numero in continua crescita, segno di un impegno continuo ed efficace. La nostra città ha sempre dimostrato attenzione a questi progetti in difesa della vita.
Nel 2019 a seguito della raccolta fondi cittadina promossa grazie alla vendita delle primule ci veniva comunicato dal CAV che, insieme alla città di Seregno, abbiamo aiutato 19 bambini e le loro mamme ad affrontare la VITA.
Info: www.mpv.org
Malattia dell’anima
In un certo momento della mia vita ho sperimentato il male di vivere, un disturbo complesso, difficile da accettare e da decifrare. Un tempo lungo e buio in cui c’è bisogno di aiuto e di forza per chi soffre e per chi è accanto a chi soffre.
VICINANZA
Attraverso un percorso medico e soprattutto psicologico si prende consapevolezza della propria fragilità. Tutto questo però non basta. Per me è stato importante l’affidamento al Signore, sempre
presente, il sostegno costante della famiglia, degli amici e della comunità cristiana.
Disabilità
“Disabile”, “handicappato”, “invalido”, “inabile”, “diversamente abile”… la disabilità viene trasmessa in modo negativo, alimentando stereotipi e pregiudizi ma anche sminuendo la dignità e il valore della persona stessa, anziché abbattere barriere sociali e culturali.
Frasi che ricorrono: “poverino è nato così”, “certo che se deve soffrire così con tutte queste difficoltà non è vita”, “poveri genitori con un figlio così”, “da quando non è più autosufficiente la sua famiglia non si vede più in giro”.
INCLUSIVITÀ
Siamo una giovane famiglia che ha deciso di accogliere un bambino con disabilità. Quello che molte persone vedono come un limite, noi lo vediamo come una risorsa, un’occasione per vivere un tempo a volte più lento, a volte faticoso, ma sinceramente più vero fatto di sguardi, sorrisi, abbracci, aiuto reciproco e amore.
Nella prima parte del 2020, nulla è stato pensato e attivato per aiutare le persone con piccole e gravi difficoltà e per le loro famiglie. Queste ultime sono state lasciate sole e i bambini dimenticati, uno stato gravissimo: gli ultimi tra gli ultimi.
Caritas zona pastorale V
Comunità cristiana e disabilità
Percorso formativo per operatori pastorali e operatori Caritas
Il valore della fragilità nella comunità cristiana
Il percorso si svolge in sei tappe contigue, cioè da seguire in sequenza; ogni incontro partirà da una storia, per aprirci una domanda, che chiederà un approfondimento, al quale seguirà un dibattito. Tutti saranno protagonisti con riflessioni, risonanze, domande e testimonianze.
La partecipazione al percorso è gratuita sul canale YouTube di Caritas Monza
Gli incontri si svolgeranno on-line alle ore 21: 25 gennaio – 8 febbraio – 22 marzo – 26 aprile – 24 maggio – 28 giugno
Malattia fisica
Anni fa mi è stata diagnosticata una malattia grave, anche se, fortunatamente, curabile. Alla sofferenza fisica si aggiunsero la paura delle conseguenze di quel male e la necessità di affrontare una quotidianità diversa da quella a cui ero abituato: dovetti interrompere il lavoro e mi trovai a dipendere da altri in molte cose, ad esempio negli spostamenti per le terapie e nelle faccende domestiche.
Guarigione ed assistenza
L’esperienza della malattia, pur con la sofferenza e le difficoltà che comporta, è stata per me anche un’occasione di crescita: nell’umiltà, nella capacità di affidarmi a chi aveva cura di me (parenti, amici, medici, infermieri), nella fede, nell’amore. La malattia rende tangibile la nostra imperfezione e dunque aiuta a riscoprire il valore della vita, al di là di quello che siamo capaci di fare, e del tempo che ci è dato.
Anziani e solitudine
Siamo due anziani coniugi, da molti anni in pensione e, purtroppo, senza figli. In questo periodo di pandemia ci siamo sentiti molto soli. Le nostre fatiche e gli anni ci hanno pesato parecchio, non poter uscire e non incontrare gente è stata la cosa peggiore per noi.
Ascolto
Mi chiamo Alberta, ho 81 anni, e da poco sono vedova. La solitudine è immesa anche perché mio figlio con la sua famiglia vive a Roma. Ho visto, per caso, su un depliant un progetto di accoglienza per
giovani. Ho aderito con gioia, i referenti mi hanno aiutato in questa difficile scelta, ma ne è valsa la pena . Ora in casa mia c’è Laura, una giovane studentessa di 21 anni. Lei è diventata la mia compagnia e si è portata via la mia solitudine.
Eutanasia
Decisione a seguito della quale una terza persona (di solito un medico) pone fine alla vita della persona malata richiedente. In Italia e nella maggior parte delle nazioni mondiali non è legale, in alcuni paesi europei lo è, anche per persone che semplicemente “si sentono depresse o che pensano che la propria vita non sia
degna di essere vissuta”.
La morte data a una persona viene giustificata con queste parole: “cura della sua dignità e libertà di decidere”. Un esempio di questa pratica lo troviamo in Olanda e Belgio che accettano l’eutanasia su donne affette da demenza senile e in alcuni casi su persone autistiche. Si stimano circa 8000 casi di eutanasia all’anno, in aumento.
Coraggio
L’eutanasia è un crimine contro la vita. Inguaribile non significa incurabile. Qualsiasi cooperazione formale o materiale riferita
ad un tale atto è un peccato grave. La cura fino alla fine, lo “stare con” il malato, l’accompagnarlo ascoltandolo, facendolo sentire amato e voluto, è ciò che può evitare solitudine, paura della sofferenza e della morte, e lo sconforto che ne deriva: elementi questi che oggi sono tra le cause principali della domanda di eutanasia o di suicidio assistito. Il dolore è sopportabile esistenzialmente soltanto laddove c’è la speranza e la speranza che Cristo trasmette al sofferente è “quella della sua presenza della sua reale vicinanza”. Le cure palliative non bastano “se non c’è nessuno che sta accanto al malato e gli testimonia il suo valore unico e
irripetibile”.
Questa contrapposizione di situazioni ci può aiutare a comprendere che le nostre scelte libere di un Sì alla VITA, soprattutto in questo momento storico straordinario che ha profondamente cambiato il nostro quotidiano, devono essere il frutto concreto del nostro essere cristiani dentro la vita.
La vita è bellezza, ammirala.
Santa Madre Teresa di Calcutta
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, donala.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
Devozione, miracoli, ammalati: l’UNITALSI ne è sintesi
Giuseppe Sala, il responsabile per UNITALSI Desio, racconta le difficoltà imposte dalla pandemia. Per i pellegrini rinunciare
a Lourdes è stata “una sofferenza”, come ci ha raccontato Giuseppe Sala responsabile UNITALSI per Desio. Il viaggio, la condivisione
dei momenti di preghiera, l’aiuto agli ammalati e soprattutto l’incontro con Maria alla grotta rappresentano un momento unico e “rigenerante” della fede di ciascuno.
L’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes (UNITALSI) e Santuari Internazionali è infatti dedicata agli ammalati ed in particolare al loro trasporto in pellegrinaggio presso i santuari italiani ed internazionali.
«Il divieto di viaggiare ha praticamente annullato la possibilità di effettuare i pellegrinaggi che negli anni precedenti venivano periodicamente programmati. L’11 febbraio sarà il 163esimo anniversario dell’apparizione a Lourdes della Vergine Maria a Bernadette e, purtroppo, anche in questa occasione non sarà possibile andare alla grotta per pregare ai piedi dell’effige dell’Immacolata Concezione. Speriamo di poterci tornare il prima possibile per poter così affrontare più serenamente tutti i momenti della nostra travagliata esistenza».
PIO XI, UN PAPA CHE MERITA DI ESSERE CONOSCIUTO
Achille Ambrogio Damiano Ratti nacque il 31 maggio 1857, a Desio, nella casa che attualmente è sede del Museo Casa Natale Pio XI. Fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1879 a Roma. Da appassionato alpinista scalò diverse vette delle Alpi. Fu eletto papa il 6 febbraio 1922. Pio XI normalizzò i rapporti con lo Stato italiano grazie ai Patti Lateranensi (Trattato e Concordato) dell’11 febbraio 1929. Dopo una lunga malattia, nella notte del 10 febbraio1939, morì il Pontefice che accompagnò la Chiesa verso il tempo moderno con una attività intensa e incisiva.
Oggi nella Casa natale di Pio XI è allestito un Museo ricco di cimeli e documenti, che aiutano a conoscere da vicino uno dei Papi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa. Per valorizzare questo patrimonio è nata nel 2005 l’associazione Amici della casa natale PIO XI rispondendo ad una precisa volontà della “Fondazione Casa natale Pio XI” e del “Centro Internazionale di Studi e Documentazione Pio XI”. L’Associazione è impegnata a garantire l’apertura del museo, accogliere i pellegrini e organizzare visite, custodire i cimeli e la documentazione, archiviare e inventariare i Fondi presenti nel museo. Info: via Pio XI n° 4, tel.0362 303871, amicipioxi@gmail.com
Dal 9 al 15 febbraio 2021, si svolgerà la XXI Giornata di Raccolta del Farmaco di Banco Farmaceutico. Chi vorrà partecipare a questo gesto di carità, potrà andare in una delle oltre 5.000 farmacie che aderiscono all’iniziativa e acquistare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. I farmaci saranno consegnati agli enti assistenziali del nostro territorio che offrono cure e medicine gratuite alle persone indigenti.
FRATELLI TUTTI? I movimenti popolari: pensare e agire come comunità
Sabato 13 febbraio Convegno Mondialità 2021
Nell’orizzonte dell’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, il Convegno Mondialità 2021 intende offrire un momento di riflessione sul tema della fratellanza e della solidarietà, utilizzando come chiave interpretativa ed esemplificativa i movimenti popolari (ovvero di chi prova ad agire ‘dal basso’ in tale direzione), individuati nello scenario mondiale.
Il convegno, promosso da Ufficio Pastorale Missionaria, Ufficio Pastorale dei Migranti e Caritas Ambrosiana sarà proposto solo in modalità online sul canale YouTube di Caritas Ambrosiana (iscrizione gratuita)
INFORMAZIONI
internazionale@caritasambrosiana.it – 02 76037270 missionario@diocesi.milano.it – 02 8556232
migranti@diocesi.milano.it – 02 8556455
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