Carissimi, la Quaresima è tempo di verifica e di conversione, di riscoperta del nostro essere cristiani. La liturgia di oggi ci propone tre modelli su cui riflettere: Abramo, il padre della nostra fede; Mosè, la guida del popolo; Gesù, colui che ci rende uomini liberi e veri.
Tre figure, collegate l’una all’altra. L’una all’origine del popolo ebreo, l’altra quando questi diventa un vero popolo con le sue leggi e, la terza, Gesù che è il frutto più bello di questo popolo.
Abramo ci viene presentato come modello di fede, una fede che gli ha fatto desiderare e volere come possibile un figlio, gli ha fatto abbandonare il suo paese, il suo clan, per incamminarsi verso la terra promessa da Dio. È la stessa fede che ci viene donata nel Battesimo, che deve crescere lungo la vita e che ci illumina e ci dà forza per vivere il Vangelo. È così anche per noi?
Gesù ci viene presentato nel brano di oggi come il profeta, la coscienza che ci fa rendere conto del nostro essere peccatori per aiutarci a redimerci. Parla con coloro che credevano in Lui ma trova un rifiuto e allora non gli resta che lasciare il tempio e nascondersi da loro.
La Liturgia di oggi è un forte richiamo a ringraziare il Signore per il dono della fede, che ci ha fatto nel Battesimo e a capire di cosa siamo schiavi (soldi, pigrizia, chiacchiere) o falsi (ipocriti, incoerenti) così da chiedergli di liberarci e rimanere fedeli alla sua Parola come Lui ci ricorda: “Se rimarrete fedeli alla mia Parola, sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
don Alberto