«Sapete cosa è il battesimo?»: il bambino, già protagonista di tante risposte tempestive e corrette, lega il termine “battesimo” al verbo “battere”. Panico! La catechista si mette le mani nei capelli. La mamma scivola sulla sedia per nascondersi dalla vista del predicatore. Finalmente una bambina – loro hanno spesso una marcia in più – evoca il rito dell’immersione nell’acqua.
La gustosa scenetta è andata in onda domenica alla Messa in oratorio.
Per completezza va aggiunto che le catechiste si sono premurate di avvisarmi che del battesimo dovevano parlarne nell’incontro successivo e che la mia domanda era troppo in anticipo.
Per questo durante le celebrazioni dei battesimi, al momento centrale del rito, sono abituato a chiamare presso il fonte i bambini presenti, anzitutto perché vedano da vicino cosa accade e poi perché “rompano le scatole” a genitori e nonni per poter rivedere foto e video del proprio battesimo.
L’arrivo della bella stagione e la probabile possibilità per parenti lontani di spostarsi per partecipare hanno favorito l’aumento delle richieste dei battesimi e l’inserimento di nuove date.
Resta la domanda: «Cosa è il battesimo?». Oltre alle affermazioni di catechismo e liturgia – rinascita in Cristo, inserimento nella comunità, inizio della vita cristiana – il battesimo dei bambini presuppone la scelta di fede dei genitori e il loro impegno a educare nella fede i propri piccoli, insegnando loro a pregare e ad amare, a riconoscere Gesù, a farselo amico, a imitarlo.
don Gianni
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