La devozione mariana non è soltanto un elemento costante della vita della Chiesa: essa può essere considerata come un punto di osservazione dello spirito ecclesiale, dei suoi sviluppi e delle sue involuzioni.
Maria, infatti, è l’immagine e il modello della Chiesa.
Una riflessione di storia generale della Chiesa, sia pure in forma di estrema sintesi, è utile per collocare le espressioni locali della devozione mariana, i santuari, le chiese e le cappelle votive a Lei dedicate. Storia locale e storia generale, infatti, si integrano e si illuminano l’un l’altra.
Nei secoli iniziali della vita della Chiesa le rarissime testimonianze ci delineano una posizione di Maria nella Chiesa caratterizzata da estrema sobrietà: né chiese dedicate a lei, né feste particolari. Non che ella non sia presente, nella devozione, tra il popolo cristiano. Fin dal II secolo, nelle catacombe romane di Santa Priscilla, compare l’immagine di Maria che, con il bambino, accoglie i Magi.
All’inizio del IV secolo, ebbe origine una prima forma di “cristianità”, ossia quel complesso sistema di concezione ideale e di organizzazione politica della società che delinea come un tutt’uno il regno terreno – affidato ad un sovrano cristiano – e l’istituzione ecclesiastica, e l’uno e l’altra insieme quale anticipo e inizio del regno di Dio. È una visione per sua natura universale che comprende non soltanto tutta l’umanità storica, bensì anche la comunità dei santi; non solo la terra, ma anche, in anticipo e promessa, il cielo.
Si evidenzia dunque, uno spazio di mediazione, tra cielo e terra; ed è in questo contesto che va collocato l’intensificarsi della devozione mariana che accompagna e segue la dichiarazione solenne di “Maria madre di Dio” fatta al concilio di Efeso (anno 431). La Vergine – a un tempo creatura umana ma ricolmata dei più grandi favori divini – si staglia come la figura che identifica quel nuovo spazio di connessione fra cielo e terra. Ella si pone come immagine ideale dell’universo cristiano.
La diffusione del culto mariano è costituita, innanzitutto, dal moltiplicarsi delle feste in suo onore. Tra le prime chiese che iniziano a sorgere – espressione di un cristianesimo ormai assunto a religione pubblica e universale – molte vengono dedicate a Maria. Anche a Roma sorgono le prime basiliche dedicate alla Vergine, prima e più famosa delle quali è quella di Santa Maria Maggiore voluta da Sisto III (V secolo).
È attraverso il canale monastico che, insieme alla riforma, si diffonde in tutto l’Occidente la devozione mariana. Le prime cattedrali gotiche, edificate in Francia verso la metà del XII secolo, sono dedicate a “Nôtre Dame” (Chartres, Paris, Reims).
La dedicazione mariana della chiesa-madre (nel senso di edificio) sottolinea e rafforza il già richiamato e tradizionale legame tra Maria e la Chiesa: la comunità ecclesiale si fa Corpo di Cristo in quel luogo dove si raccoglie e attinge alla vita del Figlio di Dio, offerto al mondo da Maria.
Dagli Ordini religiosi la devozione mariana trapassa e si diffonde tra le popolazioni. Ancor più, il diretto contatto con la gente, esplicitamente ricercato dai Mendicanti, e attuato soprattutto con la predicazione, il ministero del confessionale, l’istituzione di confraternite, l’apertura di chiese frequentatissime in ogni città, moltiplica in proporzione tale influsso sulla religiosità popolare.
Ed ecco apparire nuove pratiche devozionali. Prima di esse, per la diffusione e la fortuna durevole di cui godrà, è certamente il rosario. Esso nasce in ambiente monastico, con l’intento di sostituire la lettura dei 150 salmi mediante la recita delle 150 Ave Maria; il nome stesso con cui tale pratica viene inizialmente propagandata è quello di Psalterium Beatae Mariae Virginis.
Quella fra Tre e Cinquecento è un’epoca ricchissima di raffigurazioni mariane, da quelle di sommo livello artistico, dove più forte è la tendenza ad esaltare nella bellezza la figura femminile di Maria, a quelle più modeste, significativamente presenti in ogni angolo di vita quotidiana, dalla casa alla campagna, dai palazzi pubblici alle strade.
Localmente sono numerosissime le raffigurazioni di Maria nelle chiese, ma anche sulle case o in cappelle rurali. Tra le più frequenti, quelle legate appunto all’umanità di Gesù: dunque la madre con il bambino sulle braccia o al seno, l’Addolorata con in grembo il Cristo morto. Si intuisce come, in queste raffigurazioni, si potesse esprimere ed accrescere al meglio la devozione popolare, unendo alla venerazione della Vergine e alla contemplazione dei suoi misteri la consolante possibilità di rispecchiarsi con la propria stentata vita, dalla culla alla tomba, nella sua vita e in quella di suo Figlio.