VII di Pasqua

Le letture di questa domenica, inserita tra l’Ascensione e la Pentecoste, ci narrano sia dell’Ascensione di Gesù che dell’attesa del dono dello Spirito Santo.

Gesù, nel Vangelo, ci riporta una lunga preghiera e afferma: “io vengo a te, Padre”. Questo ci fa pensare all’Ascensione di Gesù, uomo-Dio che sale al Padre, siede alla sua destra e quindi, è onnipotente e onnipresente come il Padre.

Contemporaneamente la liturgia ci invita a pensare alla solennità di Pentecoste con il dono dello Spirito che rende presente Gesù oggi, nella storia e nella vita.
Gesù, nella preghiera al Padre, è preoccupato per i discepoli che rimarranno soli e chiede per loro la pienezza della gioia. E quali grazie Gesù chiede al Padre? Chiede “che siano una cosa sola come noi” e più avanti dirà che questa sarà la testimonianza più forte dei suoi discepoli, “che siano una cosa sola perché il mondo creda”.

Le sorgenti della gioia sono l’unità, la comunione, la condivisione, il perdono… segno che Gesù risorto è con loro.

L’altra grazia che chiede al Padre è di custodire i suoi discepoli nel suo nome, di consacrarli nella verità, così che siano fedeli alla sua Parola. Solo così saranno “nel mondo senza essere del mondo”.

I suoi discepoli devono essere nel mondo, ma come lievito, luce e sale.

Chiediamo al Signore di donarci il suo Spirito per essere attenti ai problemi e testimoni veri del suo Vangelo in un mondo che spesso lo ostacola o lo ignora.

don Alberto