A prima vista, la festa di Cristo Re sembra un po’ strana. Il brano di Vangelo parla della Croce, in un momento in cui non c’è nessuno che crede nella sua regalità: la folla è indifferente; i capi religiosi, i soldati, uno dei due malfattori sono concordi nell’insultarlo…
L’unico che fa un atto di fede nella sua regalità è il ladrone. Gesù è il primo per la sua natura di Figlio di Dio. Parecchie volte hanno tentato di farlo re (dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la domenica delle Palme), ma Gesù si è sempre sottratto: ha accettato il titolo di re solo sulla Croce. La scritta che siamo abituati a vedere sopra il Crocifisso, lo dichiara. Gesù vede il suo essere re come colui che ama i suoi sudditi, fino a morire per loro, perdonando i loro peccati. Chi sono i sudditi? non sono definiti in base a un territorio, ma sono tutti volontari. Gesù chiede “se vuoi” e da questa risposta dipende essere suoi sudditi.
Per essere suoi sudditi bisogna essere peccatori. Al Battesimo Gesù si mette in fila con i peccatori e sulla Croce è in mezzo ai ladroni.
Che cosa è il Regno di Dio? È Gesù con tutti quelli che vivono come Lui, che si sentono amati dal Padre, che vivono la vita come dono, che, se comandano, vedono il loro potere come servizio; che sanno perdonare chi li mette in croce; che sanno scoprire il volto di Gesù nel volto di un poveraccio e che, se hanno una preferenza, l’hanno per gli ultimi.
Adorando Cristo re dell’Universo, chiediamogli di essere suoi sudditi gioiosi, testimoni del suo amore.
don Alberto