Questa domenica celebriamo il Natale in Maria, ricordando
la sua Maternità Divina. La liturgia medita il mistero dell’Incarnazione: il Figlio di Dio, al sì di Maria, prende carne, diventa uno di noi. È il
fondamento di tutti gli altri misteri che riguardano Gesù.
È un fatto storico, ben preciso, non una favola: viene presentato il luogo, il nome della ragazza, la sua situazione familiare, viene chiarito a Maria che cosa accadrà per opera di Dio. Lo Spirito Santo rende Maria, Madre di Dio.
È un mistero perché supera le nostre capacità: il Signore ce l’ha rivelato e non riusciremo mai a capirlo pienamente. Maria stessa chiede spiegazioni “Come avverrà questo?”
È un mistero, possibile solo perché Dio l’ha voluto e perché Dio ha mantenuto le sue promesse: un fatto che conclude millenni di preparazione e apre a un mondo nuovo.
È un mistero di gioia perché il Signore fa sua la nostra esperienza umana, dandole un senso e un valore nuovo in tutto, anche al dolore.
Anche questo mistero è un dono che va accolto. Il Signore agisce nella storia da Padre e per realizzare questo mistero chiede il “sì” di una ragazza di
Nazareth.
Dio mantiene sempre questo stile, anche nell’Incarnazione che continua: per nascere dentro di noi chiede il “sì” della nostra libertà per essere testimoni del suo amore. Questo fatto ci deve riempire di gioia: Dio ha stima di noi, si fida, ma anche ci fa capire la grande responsabilità nel nostro dare la risposta.
Chiediamo al Signore che ciascuno di noi possa dire, come Maria, il nostro Sì.
don Alberto