Ricorre come ogni anno la rituale festa della famiglia prevista per il 30 gennaio e la nostra comunità si prepara a vivere, nonostante il contesto di tribolazione che ci vede coinvolti da ormai due anni, un momento di gratitudine e spiritualità.
A tal fine la Commissione Famiglia Cittadina ha ritenuto di rivolgere lo sguardo verso San Tommaso Moro.
Proprio quest’anno ricorre il centenario della elezione di Achille Ratti a sommo pontefice con il nome di Pio XI, e si è pensato di proporre la figura di questo santo martire canonizzato dal Papa di Desio.
Saint Thomas More, (Londra 1478-1535) fu padre e marito amorevole oltre che avvocato, scrittore e uomo politico. S. Tommaso Moro ebbe una grande dedizione alla famiglia e si impegnò nell’educazione religiosa, morale ed intellettuale dei propri figli. Al centro della propria vita, oltre all’impegno politico e di scrittore, mise la preghiera e le opere di carità accompagnate da una proverbiale inclinazione alla giovialità.
Nel contesto di oggi, in una società che premia i diritti individuali e inneggia al principio di “auto-determinazione”, la vita di questo santo può esortare la famiglia cristiana a valorizzare con fervore la propria spiritualità.
La famiglia, che è una tessera importantissima del tessuto sociale, si ritrova nel concreto sollecitata a quotidiane sfide. Ma la famiglia può confidare nella spiritualità che significa parlare di libertà da esercitare ma anche e, soprattutto, di verità alla quale aderire, di vocazione da seguire e di progetto da realizzare. Un progetto con un ingrediente insostituibile: “Il nostro amore quotidiano”.
Ci affidiamo a San Tommaso Moro con le parole della sua “preghiera del buon umore”
Signore, dammi una buona digestione,
e anche qualcosa da digerire.
Dammi un corpo sano, Signore,
e la saggezza per conservarlo tale.Dammi una mente sana,
che sappia penetrare la verità con chiarezza,
e alla vista del peccato non si sgomenti,
ma cerchi una via per correggerlo.Dammi un’anima sana Signore,
che non si avvilisca in lamentele e sospiri.
E non lasciare che mi preoccupi eccessivamente
di quella cosa incontentabile che si chiama “io”.Signore, dammi il senso dell’umorismo:
dammi la grazia di cogliere uno scherzo,
per trarre qualche allegrezza dalla vita,
e per trasmetterla agli altri.
Amen.
a cura della Commissione Famiglia Cittadina
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