SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI: UN’INTEGRAZIONE POSSIBILE

La scuola di italiano per stranieri è una realtà che è presente nel nostro territorio dalla fine degli anni Novanta per prendere posizione in modo deciso su un tema controverso: l’immigrazione.

La fondatrice della scuola, Liboria Strazzanti, da tutti chiamata Orietta, (che
il 2 giugno ha ricevuto l’onorificenza a Cavaliere della Repubblica Italiana) l’ha fondata nel 1996 come reazione ad un manifesto comparso a Desio nel quale, l’Amministrazione che allora governava, invitava gli immigrati, i poveri ad allontanarsi dalla città. Per questo ha deciso di reagire e, dopo aver passato tanti anni sotto la saggia direzione di Adele Brugola, è da maggio 2021 che la 23enne Chiara Arosio ne ha preso le redini. Lei sta studiando mediazione linguistica all’università e quindi questo incarico, che le è stato
affidato inaspettatamente, le permette di mettere in pratica quanto sta studiando e il tipo di città nella quale vorrebbe vivere. Una città che integra partendo dalla lingua locale.

Nel concreto la realtà della scuola di italiano per stranieri ogni anno offre corsi per chi dall’estero si trasferisce nel nostro Paese. Più precisamente martedì e venerdì dalle 14.30 alle 16 per le lezioni alle donne, per gli uomini invece dalle 20.45 alle 22.15 mercoledì e martedì.

Offrono anche il servizio di doposcuola dalle 16.30 alle 18 ogni martedì e venerdì. In totale ci sono circa 90 iscritti. Il tutto si regge in piedi grazie alla volontà (e generosità) di trenta volontari.

Il mezzo della lingua è fondamentale per integrarsi” ha detto Chiara. Sono tornati in presenza dal 15 febbraio, dopo aver tenuto le lezioni in modalità
mista. “Vorrei fare di più. Dopo la crisi umanitaria in Afghanistan, ad esempio, abbiamo coinvolto delle scuole superiori del territorio per fare un aiuto compiti ad alcuni rifugiati adolescenti. Penso che collaborazione con altre realtà del territorio e sensibilizzazione oltre allo studio della lingua sono due obiettivi che vedo per il futuro dei nostri studenti”.

Eleonora Murero