V di Pasqua
Il brano del Vangelo è preso dal “testamento spirituale“ di Gesù e ha come tema l’amore: è presentato come “comandamento nuovo“ nel Vangelo, nell’inno della Carità di San Paolo e nella vita della prima comunità cristiana. Quello che colpisce in tutte e tre le letture è la novità di questo amore. Nel Vangelo si parla di un comandamento nuovo: Gesù, prima di comandare di amare i lontani, invita i suoi discepoli ad amarsi a vicenda, come già nell’Ultima Cena, quando dopo la lavanda dei piedi, invita a lavare i piedi “gli uni gli altri“.
I primi cristiani hanno recepito questa volontà di Gesù e gli Atti degli Apostoli riportano questo clima fraterno che dava grande forza alla predicazione degli Apostoli.
Gli interrogativi che la Liturgia di oggi ci pone sono tanti.
Siamo convinti che la carità è un dono da chiedere e da accogliere prima ancora di farla? Quante volte l’abbiamo chiesta al Signore, in particolare invocando lo Spirito Santo e celebrando l’Eucarestia?
Meditiamo sulle caratteristiche di questo dono ed esaminiamo il nostro modo di amare, se è riflesso o scandalo di quell’amore.
Guardiamo la nostra Parrocchia, il nostro modo di vivere i rapporti tra noi: assomigliamo a quelli della prima Comunità in cui “i credenti avevano un cuor solo e un’anima sola”?
Non dobbiamo scoraggiarci: il Signore risorto è sempre con noi, si dona totalmente a noi nell’Eucarestia e ci rende capaci “di amarci come Lui ci ha amato“ e quindi testimoni della sua presenza e del suo amore nel mondo.
don Alberto