Il pensiero della settimana

I Domenica dopo il martirio di S. Giovanni

Il brano evangelico ci ricorda il periodo liturgico che stiamo vivendo: il tempo dopo il martirio
di S. Giovanni Battista. Confrontiamo le figure di Giovanni e di Gesù, per tanti aspetti con una
vita simile e per altri ben diversi.

Giovanni è precursore: la sua vita sarà un anticipo della vita di Gesù. Anche Giovanni viene preannunciato, la sua nascita è accompagnata da fatti straordinari; c’è l’esperienza del deserto e il gesto del battesimo; la predicazione in ambedue è un invito alla conversione; tutti e due trovano difficoltà ad essere accolti, ma rimangono fedeli alla loro missione fino al martirio.

Ci sono anche diversità nel vivere l’annuncio e nello stile di vita: austero, ascetico, isolato quello
di Giovanni. Gesù invece è tra la gente. Giovanni accoglie quanti vanno a lui (non si muove dal
deserto), Gesù va agli altri, l’incontra sulle strade, nelle città, nel tempio, sul lago, senza distinzione tra farisei, pubblicani, adulteri, lebbrosi, ebrei e pagani. C’è differenza anche nel messaggio di conversione.

Giovanni preannuncia un Messia che farà piazza pulita del male: bisogna convertirsi per non avere castighi. Gesù invita a convertirsi perché il Regno di Dio è giunto, cioè l’amore del Padre si è rivelato pienamente in lui. Tra i due non c’è contrapposizione, ma preparazione in Giovanni e realizzazione in Gesù.

Proviamo, allora, a farci qualche domanda. Sentiamo l’invito alla conversione sempre e comunque? Sappiamo andare come Gesù verso gli altri, in ogni ambiente, in ogni situazione? Non meravigliandoci se siamo incompresi, rifiutati, emarginati: è stato così per Giovanni Battista e per Gesù stesso.

don Alberto