La Liturgia di oggi prende in esame uno degli aspetti del comandamento dell’amore verso il prossimo: le tre letture parlano della forma di carità che è l’accoglienza, l’ospitalità.
La prima lettura narra dell’ospitalità offerta generosamente ad Elia da una povera vedova di Sarepta. La lettera agli Ebrei ricorda diversi modi di esercitare la carità, e per primo l’ospitalità. Infine, nel Vangelo, Gesù insiste sull’accoglienza dei suoi discepoli, dei profeti, dei giusti, dei piccoli. Il Vangelo ci presenta l’ospitalità come atto di culto: ogni gesto di carità, di attenzione, anche il più piccolo come l’offrire un bicchiere d’acqua, ha come destinatario ultimo, Gesù stesso e il Padre. Proprio perché è a Gesù che noi offriamo la nostra attenzione, l’accoglienza è per tutti e, se vogliamo fare preferenze, è per coloro che contano meno.
Il tema dell’accoglienza è di attualità. Tutti diventiamo diffidenti del prossimo che può abusare della nostra bontà o che, può mettere in pericolo la nostra sicurezza economica, come gli stranieri che bussano alla nostra porta.
La Parola di Dio di oggi sprona i cristiani impegnati in ambito socio-politico all’integrazione pacifica e dignitosa di queste persone.
Ma tutti certamente dobbiamo chiederci se la nostra casa è ospitale ; se siamo attenti “ai piccoli“, a quelli che non contano; se siamo capaci “di offrire un bicchiere d’acqua, a chi ce lo chiede; se condividiamo quel poco che abbiamo: il Signore sicuramente farà i miracoli e non si lascerà vincere in generosità.
don Alberto