Le recenti elezioni regionali – secondo quanto pubblicato sul sito del Comune – hanno visto anche a Desio una clamorosa astensione: ha votato solo il 41,40% degli aventi diritto.
Comparando i risultati, non con cinque anni fa, ma con cinque mesi fa – elezioni politiche del 25 settembre –, tutte le liste hanno diminuito i consensi (Fratelli d’Italia da 5.810 a 3.400; PD da 3.690 a 2.075; Lega da 2.703 a 1.565; Forza Italia da 1.965 a 644; Azione-Italia Viva da 1.882 a 745; M5S da 1.835 a 520 ecc.), e anche calcolando i voti attribuiti alle liste civiche dei presidenti, nessuno recupererebbe i consensi di settembre.
Se consultiamo la pagina delle preferenze, tranne rarissime eccezioni, l’impressione è che siano stati scelti per lo più gli apparati di partito. Su una testata nazionale si è scritto che la gente non vota perché le cose vanno bene. Stando tra la gente mi pare che invece siano numerose le lamentele e soprattutto le paure su temi quali salute, lavoro, servizi pubblici e guerra. Realtà governate là dove si inviano i rappresentanti eletti dal popolo.
Vale per partiti e cittadini quanto ha detto l’Arcivescovo Delpini nell’ultimo discorso di S. Ambrogio: la democrazia rappresentativa «chiede che ci sia un impegno condiviso per contestare e correggere la sfiducia che è presente in chi non vuole essere coinvolto, si chiude nel proprio punto di vista e non si interessa degli altri, pretende che siano soddisfatti i propri bisogni ma non si cura del bene dell’insieme».
don Gianni