Suor Maria e suor Lucia hanno donato l’intera vita rispondendo ai bisogni di due popoli, martoriati da guerre, calamità, criminalità e soprusi
Sono 18 i missionari uccisi nel mondo nel 2022: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. Nove hanno perso la vita in Africa, otto in America Latina, uno in Asia.
Due le italiane: suor Maria de Coppi, uccisa in Mozambico, dove aveva trascorso quasi sessant’anni della sua vita, e suor Luisa Dell’Orto, uccisa a Haiti dove si trovava da vent’anni, dopo aver vissuto in Camerun e Madagascar.
Suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, la mattina di sabato 25 giugno è stata vittima di un’aggressione armata a Port-au-Prince, capitale di Haiti, forse vittima – così si è detto – di un tentativo di rapina. Da vent’anni si occupava soprattutto dei bambini di strada, colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, una casa famiglia per bambini di strada in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince. La notizia ha prodotto un fortissimo impatto nella capitale haitiana, dove “soeur Luisa” era molto conosciuta e amata.
Suor Maria De Coppi, 84 anni, missionaria comboniana in Mozambico dal 1963, è stata uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nell’instabile nord del paese, nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2022. Gli assalitori hanno distrutto le strutture della missione, tra cui la chiesa, l’ospedale e la scuola primaria e secondaria. Suor Maria è stata colpita da un proiettile alla testa, morendo all’istante, mentre cercava di raggiungere il dormitorio dove si trovavano le poche studentesse rimaste. La provincia di Nampula, assieme a quella di Cabo Delgado, è vittima dell’instabilità causata dalla presenza di gruppi terroristici che si richiamano allo Stato Islamico. Suor Maria conosceva bene i rischi, ma non ha mai smesso di denunciare le ingiustizie subite dalla popolazione. Mons. Sithembele Sipuka, Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa meridionale (SACBC), in un messaggio di condoglianze sottolinea che “suor Maria si unisce a tante vite innocenti che sono state brutalmente stroncate… la sua è stata la morte di una martire, perché non ha abbandonato i poveri anche in questi tempi difficili”.
Ed è proprio questo un punto centrale: è giusto e doveroso ricordare il sacrificio di chi dona la vita, ucciso per il servizio ai più poveri e dimenticati o per il servizio alla verità e alla giustizia, compiuto senza piegarsi ai soprusi. Ma rischia di diventare un ricordo fine a se stesso, se non si ha anche il coraggio di chiedere giustizia e verità, di indagare le cause delle loro uccisioni violente, dovute a un sistema di ingiustizia che miete tante più vittime fra le popolazioni locali, indifese e che non hanno nemmeno i riflettori del mondo a illuminare il loro calvario quotidiano. Faremmo un torto per primi ai missionari e alle missionarie uccisi, se ci limitassimo a celebrare il loro martirio, dimenticando di ricordare le popolazioni che hanno servito e aiutato in vita, impegnandoci fattivamente perché possano vivere in pace e con dignità.
Giusy Baioni
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.