Il pensiero della settimana

III Domenica dopo Pentecoste

Nelle domeniche dopo Pentecoste ripercorreremo la Storia della salvezza: dall’inizio (la Creazione) alla fine (Cristo re dell’universo), il rivelarsi dell’amore di Dio verso le sue creature. La prima Lettura ci riporta al primo atto d’amore di Dio: la Creazione del mondo e dell’uomo. All’uomo è affidato, in dono, da scoprire, curare, sviluppare il mondo in cui Dio rivela la sua grandezza, bontà, bellezza: il primo
libro di catechismo che ci parla di Dio è il creato di cui non siamo i padroni, ma usufruttuari. E’ un dono
di cui avere cura. L’uomo viene collocato in un giardino, ricco d’acqua e di vegetazione, in un mondo
ancora brullo e desertico: è il Paradiso terrestre. Dio vuole l’uomo felice, non è geloso della sua gioia e
chiede all’uomo di credere al suo amore.

Sarà padrone di tutto, dei frutti di tutti gli alberi, ma non di quelli dell’Albero della conoscenza del bene
e del male. Deve fidarsi di Lui che sa veramente che cosa è bene e cosa è male. All’Albero della conoscenza del bene e del male è legato l’Albero della vita: se ci si allontana da Dio, il nostro
destino è la morte, perché rifiutiamo la fonte della vita. Sappiamo che, purtroppo, nella Storia della salvezza l’uomo non si è fidato di Dio dall’inizio e lungo tutta la storia.

I nostri progenitori non hanno obbedito al comando del Signore, ma Dio non si offende, non rifiuta l’uomo.
Già nel racconto del Peccato Originale c’è anche il primo annunzio di salvezza, e realizzerà tutto questo in Gesù. Non dobbiamo scoraggiarci perché l’amore di Dio e il suo perdono sono molti più grandi del nostro peccato.

don Alberto