“La Parola zittì chiacchiere mie”

Il ritmo del quotidiano è paradossale.

Alcuni vivono le giornate sommersi da parole, rumori e dialoghi interminabili ma non sempre coinvolgenti, al punto di arrivare a sera sull’orlo dello sfinimento. Altri trascorrono il tempo nel silenzio, non cercato ma subìto, a causa della solitudine. Solo le voci provenienti dalla televisione sembrano riempire, per qualche ora, il vuoto che si crea, ma poi si ripiomba in un bisogno di relazione, di incontro con una parola amica e familiare.

Sia nel ritmo esasperante, che nella solitudine desiderosa di voci, scaturisce una domanda: il silenzio è ancora possibile? Il silenzio è una via per la guarigione di tante nostre fatiche?

Il poeta Clemente Rebora, dopo un lungo e tortuoso percorso di ricerca, arriva a riconoscere che tutto viene trasformato nella sua vita dal momento in cui scopre che “la Parola zittì chiacchiere mie”.

Rebora ritrova l’equilibrio fra silenzio e parola nel momento in cui si lascia incontrare dalla Parola fatta carne, che è Cristo stesso.

Il tempo di Avvento è dato per non dimenticare che la Parola si fa carne per ridonare equilibrio, pacificazione, motivazione al nostro essere e al nostro fare.

Non c’è niente di più concreto di una Parola che si fa carne, ma anche niente di più straordinario di un Dio che si fa uomo.

E ora, mentre incontriamo questa Parola, riviviamo l’esperienza di ritrovare noi stessi, il nostro presente e le motivazioni con cui ricominciare ogni giorno, le ragioni per lottare e sperare, per sorridere e soffrire.

Non è casuale la scelta di proporre nelle nostre Parrocchie, ogni sabato pomeriggio (a San Giorgio solo il 2 dicembre), un tempo per l’adorazione silenziosa, così da permettere a Cristo Gesù di comunicare al nostro cuore purificato o inquieto, pensante o svagato.

“La Parola zittì chiacchiere mie”, cioè l’esercizio del silenzio, apre ad accogliere la voce interiore di Gesù che “parla al nostro cuore”.

Adorare non è tacere ma, nel silenzio, riconoscere la voce che non si impone, non urla, non sopraffa quanto c’è in noi anche di inquietudine, ma si accosta, comprende, fa ritrovare una pace non facile da sperimentare.

La voce che dona Parole di vita eterna.

Buon cammino di attesa

don Mauro