L’Avvento è un corso popolare di Esercizi spirituali e i predicatori sono tre: Isaia, Giovanni Battista e Maria.
Di Maria parleremo nella festa dell’Immacolata e l’ultima domenica di avvento; Isaia, tra i profeti, è quello che più di tutti ha preannunciato il Messia come Emmanuele, Dio con noi a Natale, e Servo di Jahvè, che soffre per la salvezza, a Pasqua.
Il terzo è Giovanni Battista, colui che realizza la profezia di Isaia: “voce di uno che grida nel deserto, II domenica di Avvento preparate la via del Signore”. È un predicatore di poche parole, di vita povera e austera, radicale nelle sue richieste. Ci insegna, concretamente, come dobbiamo prepararci al Natale.
Ci ricorda che il Natale esige la conversione. Ora è necessario che ciascuno di noi verifichi se stesso seriamente, non ritenendosi a posto perché siamo cristiani, perché Dio, dice sempre Giovanni, potrebbe far sorgere cristiani anche dalle pietre.
Il Natale, ci ricorda sempre Giovanni, presuppone il deserto che è il luogo in cui meglio si riscopre la nostra dipendenza da Dio e possiamo ascoltare la sua voce fuori dal chiasso del mondo.
Dobbiamo far violenza a noi stessi, recuperare un po’ di silenzio e chiederci onestamente: a noi che cosa dice il Natale? Il messaggio natalizio dell’amore di Dio padre per noi, si predica con la nostra attenzione agli ultimi, con la nostra solidarietà con chi soffre.
Chiediamo allora a Giovanni Battista di essere anche noi tra coloro che si preparano al Natale così da essere “il frumento che Dio raccoglierà nel suo granaio“.
don Alberto