Accettarsi come siamo, con il nostro carattere, le nostre capacità e attitudini, la nostra sensibilità ed emotività, è segno di maturità umana. Come si concilia questa necessità con l’invito evangelico alla conversione?
A volte si pensa che conversione sia sinonimo di cambiamento radicale nella direzione di marcia.
In realtà, l’invito alla conversione, che scaturisce dal Vangelo, è cambiamento e verifica delle prospettive con cui stiamo al mondo.
In altre parole: da chi mi lascio orientare come uomo o come donna?
Dove trovo ispirazione al mio agire quotidiano? Nella lettera ‘Laudato si’ il Papa afferma:
“L’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune…”
Lasciarsi orientare e ispirare nella vita ha a che fare, quindi, con la propria libertà.
La libertà che genera relazione e vita buona non è quella incentrata su di sé, ma aperta al dialogo con i fratelli e le sorelle.
Si può allora riconoscere che la via che libera e matura è quella che passa dall’accettazione di sé dentro la consapevolezza che l’amore di Dio ci vede sempre e comunque come figli. Un uomo e una donna maturi sono realmente educatori perché, provati loro stessi dalla fatica e dalla gioia di accogliersi come figli di Dio, non temono di accompagnare, volendo bene in modo libero e disinteressato ai più giovani, sapendo indicare la via dell’Amore che si incarna in una storia concreta e precisa.
don Mauro