Il Vangelo di oggi ci riporta il Battesimo di Gesù raccontato non nel suo accadere, ma testimoniato, in seguito, da Giovanni Battista. Gesù è colui che ci salva: come l’agnello pasquale aveva salvato i primogeniti degli ebrei, in Egitto, così Gesù, con la sua morte e resurrezione, ci libera dal peccato che è la sorgente di ogni schiavitù.
L’evangelista insiste molto sul parallelismo Gesù-Agnello pasquale nel suo racconto della Passione. Gesù è l’agnello ucciso nell’ora in cui venivano immolati gli agnelli per la Pasqua, crocifisso senza che gli venga rotto nessun osso, come per quelle vittime sacrificali: a Gesù non vengono spezzate le gambe come ai due ladroni.
Giovanni parla non tanto “dei peccati” ma “del peccato”, della scelta fondamentale della vita in cui siamo tentati di mettere il nostro “io” al posto di “Dio”. Gesù toglie il peccato perché lo porta su di sé: colui che non conobbe peccato, si è fatto peccato per noi sulla Croce!
Non è facile scoprire in noi questo peccato, perché Dio lo sentiamo lontano, non come Padre che ci ama e provvede a noi.
Come riuscire a riscoprire, allora, Dio Amore e il peccato come rifiuto di esso? Lasciandoci guidare dallo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio, nella preghiera, nella Liturgia, nei Sacramenti…
Comprendiamo che siamo frutto di questo amore e che solo rimanendo docili a questo amore possiamo realizzare in pienezza la nostra vita.
Invochiamo, il dono dello Spirito Santo su ciascuno di noi, sulla nostra Comunità pastorale sulla Chiesa e sul mondo intero.
don Alberto