Il mese di maggio è un tempo particolare nel corso dell’anno, perché si rincorrono scadenze di vario genere.
Anche per la Comunità cristiana gli appuntamenti sono significativi, dal momento che si rinnova il dono dell’effusione dello Spirito Santo nella Pentecoste, molti ragazzi e ragazze vivono il primo incontro con l’Eucarestia, alcuni bambini ricevono il Battesimo e negli Oratori si anima la festa del “Grazie”.
Con quale atteggiamento rendere straordinari e, soprattutto, incisivi questi “incontri”?
Una donna, Maria di Nazareth, è tra le prime protagoniste della Pentecoste perché, con i discepoli, è in preghiera per individuare quale mandato ha da consegnare il Figlio risorto.
Una donna che, lungo l’arco della sua vita, sa ascoltare e, perciò, sa accogliere.
Nel Vangelo di Luca veniamo a sapere di un fatto da non trascurare:
“Al sesto mese l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio
in una città della Galilea chiamata Nazareth
a una vergine, promessa sposa di un uomo
della casa di Davide, di nome Giuseppe.
La Vergine si chiamava Maria”.
Quali indicazioni ci offre l’incontro tra Dio e questa donna?
Quale dono viene anche a noi da questo dialogo nella libertà?
Vivere la Pentecoste – e tutti i momenti di vita nella Comunità cristiana che ci presenta il mese di maggio – è accogliere il proporsi di Dio in Gesù alla nostra umanità.
Accogliere è essere “disponibili a lasciare irrompere nel cuore la potenza di Dio”, che non cerca altro che la nostra beatitudine.
Come Maria di Nazareth, con Maria di Nazareth.
don Mauro