Il pensiero della settimana – III domenica dopo Pentecoste

Carissimi, il tema delle Letture è quello dell’amore coniugale.

A Gesù viene chiesto a qua­li condizioni è pos­sibile il divorzio, avendo a mente la legge di Mosé. Quando que­sto era tale da giustificare il libello di ripudio? una cor­rente riformista giustificava il ripudio in caso di in­fe­deltà, mentre la cor­ren­te las­sista permetteva il di­vor­zio per i motivi più banali.

Gesù esclude l’una e l’al­tra, richiamandosi al pro­getto di Dio sull’amore co­niu­gale che, facendo dei due una carne sola, pre­clu­de ogni possibilità di di­vi­sione e ci riporta alla bel­lis­si­ma pagina del­la Genesi sull’amore coniugale  nel pensiero di Dio.

L’amore coniugale, come ogni realtà della vita, è un dono del Signore. È Dio che conoscendo l’ani­mo uma­no bi­so­gno­so di dia­lo­go, di co­mu­nio­ne, met­te vi­ci­no al­l’uo­mo una don­na, sen­ti­ta subito diversa dalle altre creature: “essa è car­ne del­la mia car­ne, ossa delle mie ossa”.

Certamente l’amore che c’è tra queste due creature è così forte profondo e in­timo che “i due sono una carne sola“ e, quindi “l’uo­mo non può dividere quello che Dio ha congiunto“.

Ma Gesù non si è limitato a confermare il dise­gno ori­gi­nario, ma lo ha portato a compimento con il sa­cra­men­to del Ma­trimonio.

In esso propone a due gio­va­ni, che si amano, di es­se­re immagine vivente del suo amore per la Chiesa: se ac­col­go­no la sua proposta, li ren­de capaci di questo amo­re.

Dobbiamo ricordarci che il nostro amore nasce da Dio. La preghiera familiare, la santa Messa, i sacramenti, sono la premessa e la con­di­zio­ne indispensabile di un amore  riuscito.

don Alberto