“Basta”: molto più di un grido

Alcune parole fanno pensare: Altre, non solo fanno pensare, altre spronano, dopo aver pensato, ad agire in modo rinnovato, come conseguenza del pensiero e della preghiera.

Una di queste parole è posta come titolo alla proposta pastorale che l’Arcivescovo Mario ci ha offerto in questo giorni: BASTA!

In che senso BASTA? E’ un grido accorato e, forse, drammatico, oppure una via per affrontare la complessità di vicende sempre più inestricabili?

Leggendo la proposta pastorale ci si accorge che si tratta di un grido di in­sof­ferenza, di ribellione verso il male che abita l’oggi della storia.

Il male che ha il volto delle guerre, dei conflitti interpersonali sempre più ac­ce­si, della relativizzazione di ogni scelta e della tendenza a voler definire ‘bene’ anche ciò che fa soffrire e che frantuma l’armonia e la pace del cuore.

Eppure, non è solo un grido accorato, ma anche l’annuncio della novità cristiana, così attuale e necessaria al nostro contesto.

Scrive l’Arcivescovo che “è proprio questo senso di impotenza a trovare una risposta nella proposta cristiana. Il Signore parla a Paolo, che si lamenta dei limiti che gli impone la sua fragilità, dicendogli: “Ti basta la mia Grazia”.

Dunque, questo legame tra l’insofferenza per l’intollerabile e la fiducia nella grazia del Signore, può essere l’argomento che permette di dire che abbiamo ragioni per sperare, per lottare, per pensare?

Nell’anniversario dell’Anno Santo, una proposta così ci permette di pregare, pensare, parlare, protestare e, anche, agire, perché noi non siamo quello che facciamo nella frenesia di un ritmo spesso eccessivamente vertiginoso, ma uomini e donne che vivono anzitutto perché “Dio solo basta”.

E, nella scoperta di questa realtà, siamo costruttori di pace e speranza.