Nel cuore dell’estate, precisamente il prossimo 15 agosto, torniamo a guardare a Maria con la festa dell’Assunzione in cielo.
Quale pratica ci suggerisce Maria di Nazareth riguardo alla vita di preghiera?
Nel rileggere il racconto dell’Annunciazione secondo il Vangelo di Luca veniamo a conoscere una situazione precisa:
Il racconto descrive una situazione ben precisa:
Maria vive in un paese preciso, Nazareth, ha un futuro ben delineato, diventare sposa di Giuseppe. Insomma, tutto sembra già scritto e ben definito per lei.
Ma c’è un elemento che forse sfugge. Infatti, l’Evangelista annota che Maria è vergine. Il che non è solo una notazione biologica ma descrive la sua limpidità interiore. Questa donna ha cuore e mente capaci di entrare nella relazione della preghiera, la relazione di ascolto e risposta già descritto nell’articolo della scorsa settimana.
Un autore spirituale ricorda che:
“essere vergine non significa solo essere illibata, ma soprattutto scoprirsi pronti a concepire una vita nuova. La verginità è un’apertura del cuore che abbiamo la responsabilità di custodire e costruire sempre”.
Questo ha un significato preciso per ogni discepolo di Gesù, per ognuno di noi perché pregare è avere un cuore puro, libero da ogni rancore del passato e aperto alle novità del futuro.
Torna un’accentuazione già evidenziata in questo sintetico percorso estivo di introduzione alla preghiera. Una sottolineatura che può essere ripresa e approfondita affermando che la preghiera di un discepolo o di una discepola di Cristo, comincia a maturare quando è aperta e disponibile nei confronti del Padre nostro che è nei cieli, è fiduciosa ma non ingenua, mostra prontezza a lasciare che il Signore parli al cuore per orientare a una vita buona, bella e vera, appunto trasparente, pura di cuore.
In questo percorso di dialogo, apertura e disponibilità al Padre che si manifesta attraverso l’annuncio dell’Angelo è racchiusa tutta la vicenda esemplare di Maria di Nazareth, vicenda che la conduce a sperimentare l’Assunzione al cielo senza conoscere la corruzione della morte. Nell’Annunciazione, come afferma fra Pasolini:
“Dio fa ingresso nel cuore di Maria senza forzare in alcun modo la parte di sua disponibilità. Questo è ciò che siamo chiamati a compiere in ogni momento di preghiera: la Parola di Dio decide di entrare, nella libertà, nella profondità del nostro cuore”.
É da questo allenamento che con Maria di Nazareth possiamo pregare:
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, …”