Chi ha avuto la pazienza di leggere nelle scorse settimane le note introduttive alla preghiera si sarà accorto che pregare chiede un cuore e una mente semplice.
In fondo, anche se le modalità sono diverse, pregare è “prendere sul serio la libertà di chiamare Dio nostro Padre, fiduciosi nella testimonianza di Gesù”. Per aiutare questa esperienza offro qualche riferimento biblico per entrare nel dialogo da figli con Dio che è Padre:
- Nel Vangelo di Giovanni ascoltiamo:
“Dio nessuno lo ha mai visto: Il Figlio unigenito che è Dio
ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”
Gio (1,18)
Nell’affermazione conclusiva del prologo l’Evangelista Giovanni ci ricorda che Dio non si nasconde più, ma in Gesù si fa incontrare. Al tempo stesso ci invita ad aprire le nostre esistenze a questo manifestarsi del volto del Padre perché è nella reciprocità che avviene l’incontro.
- Nel Vangelo di Matteo ascoltiamo:
“In quel tempo Gesù disse: ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai colti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza …
Matteo (11,25-27)
Per arrivare a chiamare Dio con il nome di Padre e avere una relazione da figli, Gesù ci ricorda che è necessario abbandonare ogni forma di arroganza ed entrare nel dialogo della preghiera con cuore mite e accogliente. Il cuore mite e accogliente è quello di un uomo e di una donna che vivono una relazione d’amore libera e totalmente fiduciosa. Pregare, allora chiede un cuore mite, umile, accogliente, che non avanza pretese ma si consegna ad un rapporto d’amore libero e gratuito. La prima qualità della preghiera non è quello di chiedere, ma di rendere grazie, lodare, riconoscere la totalità dell’Amore di Dio. Ma chi ci fa conoscere questo Amore del Padre?
- Nel Vangelo di Giovanni ascoltiamo:
“Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: mostraci il Padre?
Giovanni (14,8-9)
Dio noi lo incontriamo e con lui dialoghiamo grazie a Gesù. Scrive P. Pasolini a commento del brano di Vangelo:
“Gesù, durante la vita pubblica si è accorto che testimoniarci e trasmetterci il volto del Padre significa purificare il nostro cuore dalla tenebra più radicata e velenosa, quella che ci porta a immaginare un Dio lontano, indifferente o addirittura ostile alla nostra vita”.
Il percorso di introduzione alla preghiera proposta in queste domeniche estive si conclude con questo articolo. La speranza che ho nel cuore è di aver aiutato qualcuno dei lettori a prendere coscienza che la preghiera non è anzitutto un momento in cui chiediamo qualcosa ma un tempo nel quale entriamo in dialogo con Dio.
Ancora con le parole di P. Pasolini:
“Quando preghiamo stiamo educando il nostro amore a credere che la persona a cui rivolgiamo la voce è il Padre che ha realmente a cuore la nostra vita”.