Oggi è il capodanno della vita della Chiesa, del suo celebrare i misteri del Signore, che ha i suoi momenti più forti nel Natale, nella Pasqua e nella Pentecoste. L’Avvento è attesa di una venuta: per noi credenti tutta la vita e tutta la storia umana sono un’attesa.
Per noi cristiani la storia ha inizio nella mente e nel cuore di Dio e ha una fine che è la venuta di Gesù. Tutta la creazione è stata fatta per Lui e in vista di Lui. La venuta di Gesù si realizza in due tempi: nella storia (il Natale che chiude il vecchio Testamento) e alla fine dei tempi, in cui Gesù si rivela giudice glorioso. Di per sé ci stiamo preparando a rivivere la prima venuta, il Natale storico, ma se meditiamo bene le letture di oggi, ci accorgiamo che parlano più della seconda.
Il Vangelo fa riferimento alla fine di Gerusalemme (rappresentata dal tempio) e alla fine del mondo. Si parla della fine e, quindi, è un discorso che ci fa paura. È invece necessario, come prosegue il testo evangelico, “alzare lo sguardo, perché la vostra liberazione è vicina”.
Ora, mentre sappiamo qualcosa della prima venuta (cioè dove e quando è nato Gesù), non sappiamo nulla di quella finale. Gesù non ci ha detto la data, ma ci ha offerto un programma per spendere bene la vita. Ci ha chiesto di rimanere svegli, vigilanti, attenti. Nel tempo che trascorre tra la prima e la seconda venuta, Gesù non ci lascia soli, cammina con noi, è luce nella vita, ci dà la certezza di farcela
.Cerchiamo allora di fare spazio al Signore che viene con un ascolto più attento della Parola, vivendo meglio l’incontro domenicale della S. Messa, scoprendo Gesù nel volto dei poveri, degli ultimi, di quelli che soffrono, facendoci aiutare da Maria che ha vissuto nove mesi di Avvento.
Buon avvento a tutti!.
don Alberto