“Quante cose!” Ecco la frase che viene spontaneo pronunciare se ci si accosta al documento che i padri sinodali hanno consegnato a Papa Francesco al termine del Sinodo sulla Famiglia: il testo è corposo, suddiviso in 94 punti e costituito da 3 parti che contengono 4 capitoli ciascuna. Se ci si fa’ coraggio e si procede con la lettura allora si scoprirà la ricchezza di contenuti in esso racchiusa, contenuti che vanno ben al di là dei due temi onnipresenti negli articoli e nei servizi dei giorni appena trascorsi. E’ vero, si trovano parole di sostegno e attenzione nei confronti degli omosessuali (ogni persona va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione [N.76]) e di chi vive nuove unioni familiari (deve essere più integrato nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili [N.84]), ma il Sinodo è stato molto altro! E’ stato un’occasione di confronto e riflessione sulla realtà che accomuna tutti noi, perché tutti siamo figli e tutti abbiamo un padre e una madre.
L’atteggiamento vissuto in questo sinodo è racchiuso nel titolo dalla I parte “La Chiesa in ascolto sulla famiglia”, potremmo parlare di un ampliamento di sensi, non più una Chiesa che guarda solo alla famiglia ma che si mette in ascolto delle sue problematiche e delle sue gioie, una Chiesa che crede fermamente nella ricchezza insita in ogni famiglia e desidera accompagnarla e sostenerla in ogni sua situazione.
L’esigenza di vivere una reale vicinanza della Chiesa nei confronti di ogni uomo è una linea che emerge in maniera chiara nel documento sinodale: «Occorre accogliere le persone con comprensione e sensibilità nella loro esistenza concreta, e saperne sostenere la ricerca di senso» [N.34]. Tutto questo indica uno sguardo sereno e luminoso perché nell’ottica della fede non ci sono esclusi.
«Dio è amore e chiama all’amore» [N.35]. La famiglia è una risposta forte e chiara a questa chiamata: la famiglia ama e insegna ad amare, è palestra del cuore nella quale ogni uomo fa esperienza dell’amore e si allena per diventare sempre più forte nell’amare. Quando al centro di un’unione vi è l’amore di Dio ecco che l’uomo e la donna diventano essi stessi fonti inesauribili d’amore, capaci di superare le fragilità e le delusioni che fanno parte della famiglia umana. Il desiderio di famiglia che resta vivo nelle giovani generazioni ci insegna quanto sia essenziale vivere legami veri e profondi, anche se non sempre i giovani sono sostenuti ed incoraggiati a fare il passo decisivo dalla convivenza al matrimonio. I padri sinodali sono consapevoli di questa difficoltà e dichiarano che «è necessario discernere più attentamente le motivazioni profonde della rinuncia e dello scoraggiamento» [N.29].
La Chiesa conosce quanto possa essere grave la sofferenza che provano gli uomini d’oggi e, dopo aver ribadito in ogni suo aspetto la dottrina cristiana a riguardo della famiglia, esprime il suo desiderio di accompagnare tutti e ciascuno, mantenendo alla base una fraterna e attenta accoglienza, nell’amore e nella verità.
In attesa dell’esortazione apostolica che Papa Francesco scriverà, quello che dobbiamo impegnarci a sentire e vivere è quel senso del “NOI”, nel quale nessun membro è dimenticato; perché ciò accada serve l’aiuto di ogni fedele, serve avere lo sguardo della tenerezza di chi sa dare con gioia e suscitare nell’altro la gioia di sentirsi amato [N.88].
don Pietro