Facciamo un gioco?

Questa sera a cena, quando siete tutti seduti allo stesso tavolo, prima di alzarvi provate a fare questo gioco: ognuno tira fuori il proprio smartphone, si va in impostazioni, quindi nella sezione dedicata alla batteria e si controlla il tempo di utilizzo dall’ultima ricarica completa (se avete uno smartphone android basta verificare il tempo di attività dello schermo). Se avete figli preadolescenti o adolescenti potreste avere spiacevoli sorprese.

 

Uno studio dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza che ha coinvolto 8000 adolescenti di 18 regioni italiane, di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, mostra come il 50% degli adolescenti trascorre dalle 3 alle 6 ore extrascolastiche con lo smartphone in mano, il 16% dalle 7 alle 10 ore, per poi arrivare ad un 10 % che supera abbondantemente le 10 ore. I nostri ragazzi sono sempre più iperconnessi e ormai l’impatto dell’essere always online ha un peso sempre maggiore sulla propria vita. Ma cosa fanno essenzialmente i più giovani quando sono sulla rete? Un ruolo fondamentale lo svolgono i social network e le applicazioni di istant messaging (il tanto amato o odiato Whatsapp). Il 95% degli adolescenti ha almeno un profilo personale sui social, ma la cosa che più spaventa è che il 14% ha anche un profilo finto, che pochi conoscono e col quale è facile vivere i peggiori atteggiamenti di cyberbullismo o frequentare gruppi decisamente non adatti alla propria età.

 

Alcuni atteggiamenti dei cittadini più giovani della rete sono davvero deleteri: il vamping, l’essere sui social durante le ore notturne; la likemania, l’ossessione di raggiungere sempre più like coi propri post; le challenge, sfide simil catene di sant’Antonio nella quali si è nominati tramite un tag col proprio nome e si è chiamati a postare un video o una foto che ci ritragga intenti in un’azione più o meno sconsiderata. Spesso le sfide sono legate al consumo di alcool o di droghe leggere o no. Tutte queste devianze si legano sempre più alla nomofobia, la paura di rimanere senza smartphone o connessione dati.

 

Scrivo tutto questo non per creare allarmismo ne tantomeno per accendere chissà quale stupida ed inutile battaglia contro l’utilizzo degli smartphone o i social network; studio linguaggi dei media, sono appassionato di new media e credo fermamente che la rete rappresenti uno spazio pieno di possibilità. Di sicuro, come ogni ambiente, va abitato in maniera responsabile e tutti siamo chiamati ad impegnarci per far si che venga rispettata la netiquette, il complesso di regole volto a favorire il reciproco rispetto tra gli utenti della rete. Come adulti abbiamo un compito in più, quello di vigilare ed accompagnare i nuovi abitanti di questo sterminato ambiente digitale, per limitare al minimo le devianze ed evitare che qualcuno si ferisca o ferisca il prossimo.

 

La prossima volta che ci capiterà di regalare il tanto atteso smartphone a nostro figlio o a nostro nipote, facciamolo, ma coscienti delle possibilità in esso racchiuse e desiderosi di crescere assieme come cittadini responsabili.

 

don Pietro