Autore: basilica

  • IL REGALO È SOLIDALE CON LA BOLLETTA SOSPESA

    IL REGALO È SOLIDALE CON LA BOLLETTA SOSPESA

    Caritas propone una scelta alternativa e consapevole : il mio regalo andrà a una famiglia bisognosa senza chiedere nulla in cambio.

    Come tutti sanno il costo dell’energia ha raggiunto picchi mai registrati e, per di più, il costo della vita e l’impennata dell’inflazione stanno provocando gravi difficoltà in molte famiglie: si stima che dall’inizio dell’anno 5 milioni di italiani abbiano saltato qualche pagamento delle bollette energetiche. Sempre più famiglie si rivolgono ai Centri di Ascolto Caritas perché magari sono costrette a scegliere se pagare la rata dell’affitto e quella del gas o indebitarsi: non si puo’ vivere dignitosa mente senza luce e gas, specie se in casa ci sono bambini o anziani.

    Caritas Ambrosiana ha istituito il Fondo Diocesano di Assistenza che è nato con lo scopo di sostenere il pagamento delle bollette di molte famiglie. Ma il fondo ha bisogno di molte risorse per far fronte alle maggiori richieste del periodo invernale. Nel contempo Caritas ha già iniziato una attività educativa e formativa per aiutare i nuclei famigliari più fragili a utilizzare con maggiore consapevolezza l’energia, per mettere in pratica comportamenti virtuosi di risparmio energetico e per imparare a leggere una bolletta, o scegliere il miglior fornitore per aiutare a diminuire i consumi e quindi i costi.

    IL REGALO SOLIDALE: LA BOLLETTA SOSPESA

    Ecco allora che nel periodo natalizio di quest’anno Caritas propone i regali solidali con lo specifico intento di alimentare il fondo di assistenza e donare una bolletta sospesa a una famiglia bisognosa. L’ambizioso obiettivo è quello di garantire luce e gas per 10.000 bollette sospese in ogni dove della nostra diocesi.

    Il regalo solidale è un modo diverso di fare un regalo a una persona cara, a un collega o amico che non solo evita le corse dell’ultimo minuto per la caccia al regalo che spesso si rivela poco utile e superfluo, ma soprattutto permette di fare un vero regalo a una famiglia che fa fatica ad arrivare a fine mese.

    Scegliere il regalo solidale è semplice: basta cliccare sul sito regalisolidali.caritasambrosiana.it e individuare la taglia del regalo prescelta : un piccolo aiuto vale ad esempio 10€ , uno medio vale 20€ e così via. Si può comodamente pagare con carta di credito o bonifico solo con un click. A questo punto il donatore può scegliere un formato di biglietto di auguri personalizzabile che si puo’ mandare via mail o whatsapp o si puo’ stampare e consegnare direttamente alla persona cara con gli auguri di Buon Natale e la destinazione del regalo solidale. Pagare la bolletta per una persona sconosciuta può essere un gesto di carità, fare del bene e donare senza la richiesta di nulla in cambio si rivela allora una azione consapevole per non conformarci alle logiche della società del consumo e dello spreco che caratterizzano, purtroppo, questo periodo.

    È utile sapere che quanto donato può essere detraibile fiscalmente nella prossima dichiarazione dei redditi e che ben il 91,6% di quanto viene donato andrà direttamente ai bisognosi, mentre solo l’8,4% copre le spese di gestione. Inoltre per facilitare l’approccio e l’uso dello strumento informatico anche ai meno esperti è disponibile il numero del call center 02/40703424: gli operatori sono a disposizione per chiarimenti e fornire le dritte necessarie per un buon regalo solidale.

  • Pianerottolo e vicinato

    Pianerottolo e vicinato

    Per andare “in missione” molti pensano sia necessario un apposito physique du rôle (attitudine fisica o mentale a svolgere una determinata funzione) che non si limita alla conoscenza delle lingue o alla disponibilità a mangiare chissà quali cibi, ma esige una disposizione interiore a superare distanze personali, culturali, sociali e religiose.

    Forse per questo uomini e donne che partono missionari godono della nostra smisurata ammirazione, salvo poi aggiungere: «Bravi sì! Ma non è per me».

    Si dice anche che la missione ci è venuta in casa. C’è chi pensa alle moltitudini degli stranieri ormai presenti ovunque in Italia, dimenticando che molti di loro provengono da tradizioni cristiane (come i latinoamericani o moltissimi dall’Est Europa). C’è chi vede che, nonostante il Battesimo ricevuto, molti disertano non tanto le chiese, ma la pratica cristiana stessa.

    A chi vorrà venire nelle nostre chiese, soprattutto per le celebrazioni serali a favore di chi non ha ricevuto la visita natalizia oppure nei giorni che precedono il Natale, verranno consegnati, come gli scorsi anni, due segni di luce: uno da tenere per sé e uno da consegnare a un parente, a un vicino, a un conoscente, che magari ha bisogno di essere consolato nei suoi guai o ravvivato nella fede un po’ assopita. Non occorrono parole, basta il segno accompagnato dagli auguri. Una missione di pianerottolo o di vicinato, per la quale bastano una solida convinzione di fede e un pizzico di coraggio.

    don Gianni

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    IVa Domenica di Avvento

    Le Letture di questa domenica sembrano fuori stagione: siamo nell’Avvento in preparazione al S. Natale e ci parlano dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, la domenica delle Palme. Se riflettiamo bene, ci accorgiamo che sono pagine che ci aiutano nel cammino di preparazione verso il Natale.

    Si parla di una venuta di un re che viene in Gerusalemme accolto festosamente dalla folla, dai semplici (non dai notabili, dai capi religiosi e politici), cavalcando un’asina, non un cavallo da guerra!

    È quanto avverrà a Natale: viene il “re dei cieli”, cantato e lodato dagli Angeli, nelle vesti umili di un bambino, accolto festosamente dai poveri come i pastori. Dobbiamo essere disponibili a come Dio vuole
    rivelarsi e non crearci un Dio a nostra immagine.

    È, inoltre, una venuta preannunciata: Matteo fa notare che in Gesù si adempiono le Scritture, quanto Dio aveva preannunciato. Il Natale ci ricorda che il Signore è sempre fedele e non viene mai meno alla sua parola. Il Vangelo ci dice che Gesù “bambino” è lo stesso Gesù crocifisso e risorto: è sempre il Figlio di Dio, che rivela l’amore incarnandosi, morendo e risorgendo per noi.

    Il Vangelo non è un libro, di cui possiamo scegliere le pagine che più ci interessano, ma è una Persona, con una proposta chiara di vita, certamente una bella notizia, ma che comporta la Croce, premessa di risurrezione.

    Lasciamo entrare Gesù nel nostro cuore come è entrato in Gerusalemme; la sua Parola penetri nella nostra vita e il suo Perdono tolga la radice del male che è il peccato.

    don Alberto

  • DON GIOVANNI BARBARESCHI

    DON GIOVANNI BARBARESCHI

    Quest’anno ricorre il centenario della nascita di don Giovanni Barbareschi, figura storica nella diocesi milanese, uomo della Resistenza, definito “giusto e libero”, prete “ribelle per amore”.

    Sul finire di questo 2022 il pensiero va spesso a eventi significativi dell’anno che volge al termine. Tra questi la ricorrenza della nascita di don Giussani (nato nel 1922), teologo e storico fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, figura di grande rilievo e indiscusso carisma. Ma l’anno che volge al termine ricorda anche un altro illustre centenario di nascita: quello di don Giovanni Barbareschi, prete-scout e partigiano cattolico, insegnante al liceo Manzoni di Milano e animatore con il Cardinale Martini della cosiddetta “cattedra dei non credenti”.

    Giovanni Barbareschi, della diocesi di Milano, faceva parte delle Aquile Randagie (gruppo scout clandestino nel periodo della Resistenza), definendosi non un “prete scout” ma uno “scout diventato prete”. Con altri (don Andrea Ghetti, don Enrico Bigatti, don Natale Motta) diede vita alla organizzazione clandestina “Oscar” (di soccorso cattolico per antifascisti e ricercati), oltre a essere
    in quegli anni bui e terribili cofondatore di una rivista cattolica clandestina (“Il Ribelle”). Arrestato, imprigionato, torturato e deportato, riuscì a fuggire e a tornare nella diocesi milanese del cardinal Schuster. Nel dopoguerra è stato a lungo accanto a don Gnocchi e ai suoi “mutilatini”.

    Don Giovanni è sempre stato molto amato dai giovani, a cui sapeva trasmettere il profondo amore per la libertà, che amava cogliere negli scritti di San Paolo ai Galati: “in libertate vocati estis”, ogni uomo è chiamato a realizzare la sua libertà.

    In una sua nota intervista del 2009 diceva: “la mia libertà è una piccola isola in un oceano di condizionamenti, ma io – e con me ogni uomo – posso nascere come persona libera solo in quella piccola isola”. E come persona libera sapeva essere al servizio di ogni persona (“questo era il nostro modo di osservare la legge: aiutare il prossimo in ogni circostanza”).

    Oggi non solo il mondo degli scout lo ricorda con affetto, ma anche molti giovani in Desio, ove li incontrò più volte, chiamato dall’allora amico don Mirko Bellora.

    Insignito della medaglia d’argento della Resistenza e dell’attestato di benemerenza della Comunità Ebraica di Milano, don Giovanni ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro del Comune di Milano e a lui è dedicato un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il Mondo a Milano. Chiudiamo questo breve
    articolo con una preghiera, la preghiera della rivista “il Ribelle”, la sua preghiera, prete ribelle per amore:

    “Dio che sei verità e libertà, facci liberi e intensi: alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà.Quanto più s’addensa e incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti. Ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”.

  • Geografia pastorale d’Avvento: il Battistero

    Geografia pastorale d’Avvento: il Battistero

    In questo Avvento riprendiamo contatto con gli ambienti che frequentiamo per la preghiera, riconoscendone il senso e il rimando liturgico che essi ci affidano. Rileggiamo gli spazi che abitualmente frequentiamo ma con uno sguardo diverso, comprendendo il senso della loro architettura e il rimando più profondo alla teologia pastorale che li accompagna.

    Il Battistero

    La tradizione ci consegna straordinari battisteri come edifici distinti dalla chiesa cattedrale. Sono testimoni di un’epoca in cui l’iniziazione cristiana seguiva un percorso articolato nella sua preparazione (catecumenato) e nella celebrazione dei tre sacramenti del Battesimo, Cresima ed Eucaristia. Questi tre sacramenti – meglio sarebbe dire questo unico sacramento celebrato in tre tappe – incorporano l’uomo a Cristo e lo introducono nel popolo di Dio che è la Chiesa. Le cattedrali, quando non hanno il battistero come costruzione autonoma, hanno di solito l’area battesimale in una delle cappelle prossime all’ingresso. Tutto ciò esprime i valori che sottostanno a queste scelte architettoniche, cioè l’iconologia del battistero. A partire dal simbolismo antropologico battesimale, cioè del bagno rigeneratore e purificatore, l’iniziazione cristiana si articolasecondo un percorso sacramentale che dona la nuova vita in Cristo nel Battesimo, primo e porta dei sacramenti, prosegue con il dono dello Spirito nella Cresima e culmina nella comunione al Corpo e al Sangue del Signore nell’Eucaristia. Ciò si traduce in un percorso architettonico nello spazio della chiesa che parte dall’ingresso, dove sta il battistero col fonte battesimale, e conduce il battezzato sino all’altare, cioè alla piena partecipazione alla preghiera della Chiesa con l’Eucaristia. Oggi per varie ragioni storiche, sociali ed ecclesiali vi è una ripresa numerica dell’iniziazione cristiana degli adulti. Normalmente, la celebrazione dei sacramenti in questi casi spetta al vescovo, per cui la cattedrale è il luogo dell’iniziazione cristiana degli adulti. Se non in tutto il suo percorso, che può essere compiuto anche nelle parrocchie di appartenenza, almeno la celebrazione dei sacramenti del Battesimo, Cresima ed Eucaristia nella veglia pasquale dovrebbe compiersi nella chiesa cattedrale.

    Per questo occorre fare in modo che anche gli spazi liturgici legati a questi sacramenti siano pensati secondo le specifiche esigenze, compresa la possibilità del Battesimo per immersione. In ogni caso sono da pensare soluzioni stabili, escludendo i fonti battesimali mobili da spostare all’occorrenza davanti all’altare.

    don Flavio Speroni

  • LA PREGHIERA DI TAIZÈ

    LA PREGHIERA DI TAIZÈ

    La Comunità di Taizé è una comunità cristiana monastica ecumenica, fondata nel 1940 nell’omonimo piccolo centro della Borgogna francese da Roger Schutz, meglio conosciuto come frère Roger, come segno concreto di riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati. La comunità di Taizé riunisce oggi un centinaio di frères di diverse confessioni cristiane, provenienti da quasi trenta nazioni, che vivono unicamente del loro lavoro. Alcuni di loro hanno dato vita a piccole fraternità, in quartieri poveri in Asia, Africa, Ameiica Latina, per essere una presenza d’amore accanto ai più poveri e sofferenti.

    Ogni anno migliaia di persone, soprattutto ragazzi, provenienti da tutto il mondo e di diverse confessioni cristiane, sperimentano una vita semplice, condivisa con gli altri e, attraverso la preghiera comune, il canto, il silenzio, la meditazione personale, sono aiutati a riscoprire la presenza di Dio nella loro vita e sono incoraggiati a divenire portatori di pace, di riconciliazione e di fiducia nelle loro città e parrocchie.

    Anch’io ho vissuto a Taizé feconde esperienze di spiritualità e condivisione. Durante le settimane trascorse in questo luogo, ho seguito con grande interesse le riflessioni bibliche proposte, ho partecipato alle condivisione in piccoli gruppi, ho “assaporato” lunghi momenti di silenzio, ma soprattutto mi sono unita ai frères, agli adulti e giovani presenti per pregare e cantare presso l’Église de la Réconciliation.

    Ho quindi accolto con gioia l’opportunità offerta dai Missionari Saveriani che, una domenica al mese, presso la cappella della casa di Desio, ospitano un momento di preghiera sullo stile di Taizé. Amo molto questa forma di preghiera comunitaria, curata, ma semplice, essenziale ed accessibile a tutti, fatta soprattutto di silenzio, ascolto orante della Parola e canti coinvolgenti, con testi brevi e
    incisivi, formulati in diverse lingue e modulati in modo ripetitivo per promuovere la meditazione.

    Ritengo che sia una preghiera estremamente “contemplativa” che favorisce l’incontro personale con il mistero di Dio. È con grande entusiasmo che quindi invito tutti a concedersi, all’inizio di una nuova impegnativa settimana di studio o di lavoro, una pausa di dialogo interiore nella preghiera.

    Esperienza di preghiera in stile Taizé presso la cappella dei missionari Saveriani a Desio, in via don Milani 2, alle 21:00

    • domenica 11 dicembre
    • Domenica 15 gennaio
    • Domenica 12 febbraio
    • Domenica 12 marzo
    • Domenca 16 aprile
    • Domenica 14 maggio
  • LA FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

    LA FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

    La ricorrenza dell’8 dicembre nacque in Oriente attorno al secolo VIII col nome di Festa della concezione di S. Anna e riguardava il prodigioso miracolo, narrato dai vangeli apocrifi, secondo il quale Gioacchino ed Anna, pur in tardissima età, ricevettero il dono di avere come figlia la Vergine Maria.

    In Occidente la festa si diffuse dopo il secolo XI ma solo nel 1476 papa Sisto IV diede l’approvazione perché venisse celebrata in tutto il mondo cristiano. Si dovette attendere poi fino al 1661 per vedere papa Alessandro VII proclamare che oggetto della festa era la preservazione di Maria dal peccato fin dal suo concepimento. Finalmente nel 1854 papa Pio IX proclamò tale verità come dogma di fede e la festa venne elevata al più alto grado della liturgia: divenne solennità e fu considerata giorno di precetto.

    (da “L’anno liturgico ambrosiano” di mons. M. Navoni)

  • Banco vendita libri ed oggetti natalizi

    L’Azione Cattolica Desio propone un

    Banco vendita libri ed oggetti natalizi

    a cura dell’Azione Cattolica cittadina in Basilica durante l’orario delle S.Messe, giovedì 8 dicembre.