Autore: basilica

  • «Vi ho chiamato amici»

    «Vi ho chiamato amici»

    ESERCIZI SPIRITUALI

    Riassumiamo qui le meditazioni che i sacerdoti della nostra Comunità hanno fatto durante la predicazione degli Esercizi Spirituali che hanno aperto il periodo della Quaresima.

    Prima serata “Li amò sino alla fine” (Gv 13,1-20)

    Gli Esercizi Spirituali nei primi giorni della Quaresima sono un aiuto all’avvio del periodo liturgico più forte che ci prepara alla festa più importante; la Pasqua.
    Il tema “vi ho chiamato amici” (Gv 13-17) è quello scelto dal nostro Arcivescovo nella sua Lettera pastorale ricchissima di spunti: Giovanni è il contemplativo che ha posato la sua testa sul cuore di Gesù nell’Ultima Cena.
    Come sempre il primo gesto è la preghiera, perché il protagonista è lo Spirito Santo. Senza di esso non capiremmo la Parola del Signore e tanto meno riusciremmo a viverla.
    Il primo brano ci presenta “la Lavanda dei piedi”
    Lectio
    Prima della Festa di Pasqua: l’Ultima Cena avviene nel contesto della cena pasquale degli Ebrei. Gesù è l’Agnello pasquale che salva.
    • Durante la cena… si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano, se lo cinse intorno alla vita. Poi versò l’acqua e cominciò a lavare i piedi degli Apostoli.
    È strano che Giovanni non racconti l’istituzione della Eucarestia, ma la Lavanda dei piedi. Come mai? Certo non per dimenticanza, ma perché Giovanni dà per conosciuto il gesto e non lo ricorda, ma richiama con quale spirito celebrare l’Eucarestia.
    Qui ricorda il gesto umile di Gesù (gesto degli schiavi per gli ospiti) che Lui ordina agli Apostoli di ripetere: “Vi do l’esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto”, le stesse parole “fate in memoria di me”.
    L’Eucarestia va vissuta con questi sentimenti di Gesù che si dona, che si china a lavare i piedi, che perdona: servizio e amore.
    • Due figure risultano più evidenti: Pietro e Giuda. Pietro che pieno d’amore non accetta che Gesù gli lavi i piedi, ma dopo il rimprovero di Gesù… “Signore non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo”.
    Pietro, figura di primo piano nel Vangelo: è entusiasta, ma debole, rinnega Gesù.
    Gesù dopo la Pasqua lo confermerà Papa.
    È esempio di fede, di amore… anche se peccatore.
    Giuda viene ricordato tre volte nel racconto: al versetto 2, durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda di tradirlo; al versetto 11, sapeva infatti chi lo tradiva, per questo disse “non tutti siete puri”; al versetto 18, non parlo di tutti voi: io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura “Colui che mangia il mio pane, ha alzato contro di me il suo calcagno”.
    Perchè Giuda ha venduto Gesù? Come mai?
    Giovanni ci suggerisce: perché era il cassiere del collegio apostolico ed era ladro: l’ha venduto per soldi. Altri dicono: per obbligarlo a rivelarsi come Messia potente: messo in difficoltà, si sarebbe liberato dai nemici.
    Certo è drammatica la Passione: il primo Papa lo rinnega, il Cassiere è suicida e gli altri scappano. Ma Gesù li ama ugualmente e li conferma come Apostoli.
    Meditatio
    Facciamoci qualche domanda che ci aiuti ad entrare nel mistero e a farlo diventare nostro.
    • “Io sono il Signore, il Maestro”. Ho la consapevolezza della grandezza di Gesù e del suo amore per noi, fino al dono della vita?
    • In quale personaggio mi ritrovo meglio: Giovanni evangelista, Pietro o Giuda?
    • L’Eucarestia la celebro con i sentimenti di Gesù: amore, dono di sé e servizio?
    don Alberto

    Seconda serata IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA (Gv 13,33-14,14)

    “Dove vai?”. Questa domanda, che l’apostolo Simon Pietro rivolse al Maestro durante l’ultima cena, ha dato il titolo sia a un libro che a un film (Quo vadis).
    Gesù, lungo tutta la sua vita terrena, desiderò andare incontro al Padre, affrontando anche il percorso della sofferenza e della morte. Nessuna difficoltà riuscì a spegnere il suo amore per Dio.
    Questo comportamento di Cristo affascinò e stupì i suoi discepoli.
    Henryk Sienkiewicz, nel suo romanzo sulla vita della prima comunità cristiana di Roma, immagina che Gesù appaia nuovamente a S. Pietro, mentre si sta allontanando da Roma per salvarsi dalla persecuzione di Nerone. “Quo vadis?” gli chiede ancora l’apostolo. Il Salvatore gli risponde: “A Roma, per essere crocifisso una seconda volta”. A questo punto Simon Pietro, preso dalla vergogna, torna a Roma, pronto ad affrontare il martirio.
    “Io sono la via”. Chi crede nel Messia, guardando a Lui capisce qual è la strada giusta da percorrere ogni giorno. Di solito noi pensiamo che questa scelta sia necessaria solo quando ci troviamo a un bivio: da una parte il bene, dall’altra il male. Allora l’aiuto che ci potrebbe offrire la fede cristiana sarebbe quello di riuscire a seguire sempre la proposta migliore, anche quando fosse molto esigente.
    Il vangelo però ci propone un’altra logica: Gesù è l’unica via lungo la quale procedere; in caso contrario non si va da nessuna parte.Se il cristiano non corrispondesse alla vocazione che Dio gli ha affidato, la sua esistenza sarebbe sprecata. “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo”.
    “Vi sono molte dimore nella casa del Padre mio”. Gesù vuole dimorare presso il Padre. Lì si trova a casa sua. Ma Dio vuole abitare anche in noi. Questo desiderio del Signore ci sembra inverosimile. Così si esprimeva davanti a Dio il re Salomone: “Nè i cieli, nè l’universo intero ti possono contenere …”.
    Eppure, quando c’è un figlio bisognoso del suo amore, Dio Padre fa di tutto per raggiungerlo. Diceva S. Agostino: “Il nostro cuore è inquieto, finchè non riposa in Te, Signore”. Abitare presso il Signore sarà un’esperienza rasserenante per ciascuno di noi, se potremo testimoniare nella vita quotidiana quello che descrive il testo del famoso canto “Quando busserò alla tua porta”. Infatti l’amore si moltiplica, dividendo.
    Don Sandro

    Terza serata Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita (Gv 15,1-17)

    Una parabola di Gesù avvia la meditazione della terza serata: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Io sono la vite, voi i tralci». Il tralcio dà frutto se dalla vite riceve energia, linfa, nutrimento. Così per i discepoli: senza Gesù non possono fare niente. Gesù illustra questo esempio citando ripetutamente tre verbi: rimanere, portare frutto, amare.
    Rimanere: come il tralcio senza vite muore, così il discepolo non può separarsi da Gesù. Solo dalla comunione con lui trae forza il vero discepolo. La preghiera, l’ascolto della parola e i sacramenti portano a compimento un percorso di comunione. Poter rimanere in Gesù presuppone perciò una spiccata capacità di silenzio, di ascolto e, anche, capacità di sguardo, per cogliere la presenza di Dio in noi e attorno a noi, nel creato e nelle persone.
    Portare frutto: la vita cristiana non corrisponde a un rassegnato sedersi a fianco della storia umana a osservare, e magari giudicare, l’andamento delle cose, nell’attesa che finalmente Dio riveli la sua potenza. La Croce ha già rivelato la potenza di Dio: da sotto la croce il discepolo parte per portare frutto.
    Non si tratta perciò di pensare che il successo del Vangelo dipenda da opere, programmazioni, strategie cristiane, facendo ciascuno affidamento unicamente sulle proprie forze. Come per la parabola del seminatore, occorre seminare in abbondanza e custodire il proprio buon terreno. Qui mette radici e si diffonde una fede di convinzione, capace di trasmettersi non per ripetizione di gesti, ma per persuasione del cuore.
    Infine l’amore: termine talvolta usurato, che Gesù in questa pagina rende estremamente concreto. Nasce direttamente da Dio: il Padre ha amato me. Vive di confidenza: vi ho chiamato amici. Gesù lo vive così: nessuno ha un amore più grande di questo, dare la sua vita per i propri amici; e invita a imitarlo.
    Così i discepoli, invitati a rimanere in Gesù, portano frutto nell’amore reciproco e verso il mondo che Gesù vuole salvare.
    Don Gianni

    Quarta serata “Questa è la vita eterna: che conoscano te” (Gv 17,1-26)

    Siamo al capitolo 17. Dentro questo cammino nelle Parole dell’Ultima Cena nel Vangelo secondo Giovanni avviene uno stacco: Gesù non parla più ai discepoli, ma il Suo Cuore si apre al Padre. Gesù prega. Prega per Sè stesso, perché in questa ora della Sua cattura, processo e morte possa glorificare il Padre.
    Prega lungamente in quella notte, non per l’umanità intera, ma solo per i Suoi discepoli: non perché siano strappati dal mondo, ma perché possano resistere nel mondo agli assalti del Maligno.
    Gesù non chiede per loro forza, né sapienza, né particolare arguzia, né successo… Chiede per loro il dono dell’unità. Sa che il Maligno è chiamato anche “diavolo”, cioè colui che divide, spacca. Divide il cuore dell’uomo con il peccato, divide i rapporti più cari, spacca le famiglie, le comunità. Se il progetto del Maligno è la frantumazione e frammentazione degli uomini, il progetto del Padre nel Figlio e nello Spirito Santo è di unità.
    Gesù dalla Sua preghiera sacerdotale e dalla Croce dove è glorificato ci fa entrare nella dimensione d’amore infinito del Padre. Con Lui entriamo nel Padre.
    Come ci guarda il Padre? Ci guarda attraverso gli occhi di Suo Figlio Crocifisso. Il Suo sguardo non è dai grandi palazzi di acciaio e vetro, dalle borse, dalle base militari, dalle posizioni del potere. Il Padre ci guarda attraverso gli ultimi e i piccoli del mondo.
    L’ultimo non solo è il granello di sabbia schiacciato dalle grandi ruote dei potenti, ma ora sta al centro: è tutt’uno con la croce di Gesù. È luogo teologico dove il Padre ascolta il grido dei Suoi figli nel grido del Figlio. L’ultimo è la realtà dove lo Spirito soffia.
    Così, la parrocchia più povera di un decanato, spesso derisa dai “vicini di casa”, il gruppo di ragazzi più difficili dentro i cammini di una parrocchia, diventano luogo di profezia, incontro e aiuto reciproco. Luogo di fecondità rispetto a contesti più benestanti, ma spiritualmente sterili. La fatica del marito o della moglie dopo anni di matrimonio o una nuova fatica può non diventare l’occasione per l’ennesimo “scarto”, ma occasione di una stagione nuova, più profonda, di riscelta in Lui. La disabilità di un figlio in arrivo non diventa anch’essa motivo di scarto, ma nella preghiera di Gesù, uniti a Lui, può diventare fondamento di un’unità più forte, di una risposta d’amore più grande della famiglia e della comunità!
    Don Marco A.

  • CARAVAGGIO UNA QUESTIONE DI SGUARDI

    Un intenso viaggio alla scoperta di un artista straordinario, che con i suoi capolavori riesce a parlare con forza dei grandi temi della vita. Cercando nel quotidiano l’eterno.

    LUCA FRIGERIO
    scrittore e giornalista

    Domenica 20 marzo
    ore 16.00 presso “Il Centro”

    via Conciliazione 15, Desio
    Incontro promosso da

    AZIONE CATTOLICA DECANATO DESIO

    in collaborazione con il

    CENTRO CULTURALE “G.LAZZATI”
    Necessari mascherina e Green Pass

  • Disponibilità di accoglienza profughi

    Stiamo raccogliendo le offerte di disponibilità all’accoglienza di profughi provenienti dall’Ucraina.

    Ricordiamo che come Caritas Ambrosiana raccogliamo le disponibilità SOLO dei residenti nella diocesi di Milano.

    PER INFORMAZIONI LEGALI

    Contattare il nostro Servizio Accoglienza Immigrati scrivendo una mail a sai@caritasambrosiana.it o chiamando lo 0267380261.

    PER ULTERIORI INFORMAZIONI

    Contattare il centralino di Caritas Ambrosiana al numero 02760371.

  • VENERDÌ 18 MARZO alle ore 21.00 presso la chiesa di San Giovanni Battista (via Di Vittorio 18 – Desio), avrà luogo l’ultimo incontro di lectio tenuto da

    ANTONELLA MARINONI

    Antonella approfondirà la parabola dell’amico importuno

    “La perseveranza nella preghiera”

    La sua capacità di entrare in profondità sarà un aiuto a chi vuole alimentare il proprio rapporto con Dio e con i fratelli e sorelle. L’incontro è proposto dall’Azione Cattolica decanale di Desio

  • Notiziario settimanale SS. Siro e Materno – 13 marzo 2022

    Notiziario settimanale SS. Siro e Materno – 13 marzo 2022

    L’EUCARISTIA AL CENTRO DELLA COMUNITÀ

    DOMENICA 13 MARZO

    II DI QUARESIMA

    Dt 6,4a; 11,18-28; Gal 6,1-10; Gv 4,5-42

    Signore, tu solo hai parole di vita eterna

    Liturgia delle ore: II settimana

    ✙ 8.30 Basilica

    ✙ 9.30 S. Francesco

    ✙ 10.00 Basilica

    ✙ 10.00 Oratorio BVI IC 1 (II elementare)

    ✙ 10.30 S. Cuore

    ✙ 11.30 Basilica

    ✙ 18.30 Basilica

    LUNEDÌ 14 MARZO

    Feria di Quaresima

    Gen 17,1b-8; Pr 5,1-13; Mt 5,27-30

    Beato chi cammina nella legge del Signore

    ✙ 7.30

    ✙ 9.00 Oratorio BVI Felice Villa

    ✙ 18.30 Tarcisio e Vittorio Fabris, Lucia

    Agujaro / Erminia e Carlo Morganti / Ersilia e Tarcisio Gerosa / don Lino Chiarani

    MARTEDÌ 15 MARZO

    Feria di Quaresima

    Gen 13,1b-11; Pr 5,15-23; Mt 5,31-37

    Guidami, Signore, sulla tua via

    ✙ 7.30

    ✙ 9.00 Severino Concordia, Maria

    Saturni e familiari

    ✙ 18.30 Luigi Galimberti

    MERCOLEDÌ 16 MARZO

    Feria di Quaresima

    Gen 14,11-20a; Pr 6,16-19; Mt 5,38-48

    Benedetto il Dio Altissimo, creatore del cielo e della terra

    ✙ 7.30 Antonio Renda

    ✙ 9.00 Carlo Alberto Secchi

    ✙ 18.30 Secondo, Roberto e Tiziano

    Pastorello

    GIOVEDÌ 17 MARZO

    Feria di Quaresima

    Gen 16,1-15; Pr 6,20-29; Mt 6,1-6

    La tua parola, Signore, è verità e vita

    ✙ 7.30 Giuseppe e Giuseppina Arienti

    ✙ 9.00 Giuseppina e Giuseppe Aliprandi

    ✙ 18.30 Giovanni

    VENERDÌ 18 MARZO

    Giorno senza Eucaristia

    ✙ 7.30 Lodi mattutine

    ✙ 9.00 Via Crucis

    ✙ 15.00 Via Crucis

    ✙ 18.30 Vespri e Lectio divina

    SABATO 19 MARZO

    S. Giuseppe, sposo di Maria

    Sir 44,23-45,5*; Eb 11,1-12,2*;

    Mt 2,19-23 oppure Lc 2,41-49

    Tu sei fedele, Signore, alle tue promesse

    ✙ 9.00

    ✙ 18.00 S. Rosario

    ✙ 18.30 Liturgia vigiliare

    Giuseppe Schiavone

    Letture della domenica:

    Dt 6,4a; 18,9-22; Rm 3,21-26; Gv 8,31-59

    VITA DELLA COMUNITÀ

    DOMENICA 13 MARZO – II DI QUARESIMA

    • 10.00 Oratorio BVI: S. Messa e Domenica insieme per genitori e ragazzi IC 1 (II elementare)
    • 16.00 Basilica: celebrazione del Battesimo
    • 21.00 Missionari Saveriani: preghiera di Taizé

    VENERDÌ 18 MARZO

    Vedi a lato per gli appuntamenti di preghiera

    • 21.00 Parrocchia San Giovanni Battista: Tutto accade in Parabole. La buona notizia del Regno. Lectio divina per adulti a cura dell’Azione Cattolica

    SABATO 19 MARZO
    SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE

    • 9.00 Basilica: S. Messa della solennità

    DOMENICA 20 MARZO – II DI QUARESIMA

    • 11.00 Oratorio BVI: S. Messa e Domenica insieme per genitori e ragazzi IC 3 (IV elementare)
    • 14.30 Basilica: incontro diocesano del Rinnovamento nello Spirito
    • 16.00 Il Centro: Il gioco degli sguardi. I quadri del Caravaggio (interviene Luca Frigerio). Incontro formativo a cura dell’Azione Cattolica

    QUARESIMA DI FRATERNITÀ

    • Per i missionari diocesani Fidei Donum (nel contenitore centrale)

    • A favore di Caritas in Ucraina (vicino all’ingresso della sacristia)

    GRAZIE PER LA GENEROSITÀ

    • Offerte raccolte in parrocchia nei giorni 1-8 marzo: € 1.512,00.

    • Grazie a chi sostiene la vita della comunità tramite altre offerte o bonifici, o in occasione di SS. Messe, battesimi, matrimoni, funerali.

    LA COMUNITÀ PREGA PER

    • I bambini battezzati questa domenica: Emma, Leonardo, Marco e Vittoria Giovanna.

    • I defunti della settimana: Maria Brioschi Arienti, Dina Melani Forlani.

  • Nel nome…

    Ogni nostro incontro di preghiera, soprattutto la celebrazione eucaristica, inizia con il segno della croce: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. E la messa stessa si conclude nel nome di Cristo.

    Anche entrando in una chiesa siamo abituati – e dovremmo farlo con i più piccoli – a fare il segno della croce, come indizio di ingresso in un luogo “diverso”.

    Incontrare una persona nel nome di qualcuno, parlare a suo nome, portare doni a suo nome è superare il momento contingente e fare riferimento a un altro che può inviarci messaggi di amicizia, pace, bellezza, oppure segni di opposizione, conflitto, separazione. Non solo la nostra preghiera, ma la nostra stessa giornata dovrebbe iniziare e concludersi nel nome di Cristo, facendo proprio il segno della croce appena mettiamo i piedi giù dal letto o subito prima di infilarci sotto le coperte (noi che possiamo! È così per tutti in tante parti del mondo?).

    Non è un gesto scaramantico, anche se invita a confidare nella protezione di Dio. Non è nemmeno un gesto identitario, per distinguersi da chi ha altre o nessuna religione. Anzitutto è un gesto di relazione: tu, Dio, sei presente, la mia vita si svolge davanti a te, i miei desideri e i miei timori ti sono noti e te li affido; così i miei limiti e ciò di cui devo essere perdonato. È un gesto di professione di fede: non sei un Dio sconosciuto, ma un Dio amore – Padre e Figlio e Spirito Santo – con il quale posso conversare, sentirmi accompagnato. È un gesto di appartenenza: chi condivide questo segno, sa che appartiene a un popolo di salvati, che vogliono consegnare ad altri segni di speranza e di pace, e rifuggono da ogni divisione, violenza, guerra. È un gesto che richiama la sofferenza di Gesù sulla croce, e quindi la sofferenza di ogni crocifisso della storia presente, di ogni malato terminale, di ogni disperato o depresso, di ogni persona ferita negli affetti per la perdita dei propri cari, di ogni vittima delle armi diaboliche che distruggono nella guerra paesi, palazzi, infrastrutture e vite umane.

    E chi vive nel nome di Dio e di Cristo, non si fa corteggiare dagli idoli e resiste alle tentazioni della ricchezza, dell’apparire, del potere. Come Gesù, sa che il segno di croce tracciato sul proprio corpo esige di evitare i compromessi per affidarsi a Dio, alla sua Parola, alla sua fedeltà. don Gianni

  • Ritornate al Signore, perché è misericordioso

    Riflessione sulla quaresima, tempo del cambiamento e del pentimento che ci conduce ad incontrare Gesù nella gioia della Resurrezione

    “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi di fronte al male”.

    Così il Signore parla al profeta Gioele nella Prima Lettura di questa domenica.

    Quaresima è un tempo liturgico di quaranta giorni e quaranta notti. La durata ricorda i giorni e le notti del diluvio, il tempo di Mosè sul monte Sinai in attesa dei Dieci Comandamenti, il percorso di Elia fino al monte di Dio, e sicuramente il tempo vissuto da Gesù Cristo nel deserto tentato dal diavolo. È un tempo in cui lasciare spazio alla sobrietà, a maggiori spazi di silenzio, a scelte di carità e di preghiera concrete. Importante sarà meditare insieme su dove e quando il Signore Gesù ancora oggi soffre e patisce nei Suoi piccoli e poveri, nel cuore di ognuno di noi.

    Quali risposte d’amore dare?

    I tradizionali consigli del digiuno, dell’elemosina e della preghiera sono molto attuali in un’epoca spesso troppo virtuale, sganciata dal corpo, in cui le buone intenzioni faticano a diventare scelte concrete di vita. Pensiamo con apprensione e dispiacere alle guerre che ancora insanguinano l’Europa, alle tensioni che attraversano il mondo, la nostra società, le famiglie, la Chiesa e possiamo ben comprendere quanta sete di pace e di Dio abbia l’animo nostro. Non solo e sempre gli altri, ma anche noi abbiamo bisogno di conversione e illuminazione, di pentimento e misericordia!

    Questi “strumenti spirituali” presi nella loro concretezza e attualizzati nella nostra vita quotidiana, ci aiutano a purificare e custodire il cuore alla ricerca di una maggiore libertà e pace spirituale in comunione con Dio. Se poi vissuti insieme ci aiutano a camminare come Popolo di Dio che cerca la volontà del Suo Signore.

    La Liturgia Ambrosiana non prevede la Celebrazione Eucaristica nei Venerdì di Quaresima proprio in ricordo della Passione di Gesù: diventa questo il tempo per celebrazioni della Via Crucis, momenti di ascolto della Parola di Dio, ascolto di testimonianze di croce e resurrezione, celebrazioni comunitarie dei Vespri del Venerdì.

    Anticamente il percorso dei catecumeni si concludeva nella notte di Pasqua con il Sacramento del Battesimo. I Vangeli domenicali, sempre fissi nel rito Ambrosiano, aiutano chi si prepara a diventare cristiano e sostengono anche noi nel rinnovo quotidiano del nostro Battesimo: pensiamo alla lotta contro le tentazioni di Gesù, l’incontro con la Samaritana, il nostro legame con la verità e la Parola di Dio, la guarigione del cieco nato, la resurrezione di Lazzaro.

    La meta di questo cammino personale, famigliare e di popolo è la Settimana Santa che si compie nella Pasqua del Signore. La meta è l’esperienza della salvezza, la conversione del nostro cuore, del nostro essere comunità cristiana, il passaggio alla realtà del Regno tra noi. Nella notte di Pasqua finalmente proromperà l’Alleluia, la Lode a Dio della Chiesa, nella memoria viva e sacramentale di Cristo Risorto! Possiamo anche noi incontrare Gesù in questo cammino e ritrovare la gioia del Risorto per il mondo di oggi!

    don Marco Albertoni

  • ESERCIZI SPIRITUALI PER GLI ADULTI

    ■ martedì 8 marzo
    ■ mercoledì 9 marzo
    ■ giovedì 10 marzo
    nelle cinque parrocchie della città alle ore 21,00

    ■ venerdì 11 marzo conclusione per tutti in Basilica alle ore 21.00 (diffusi anche tramite il canale YouTube “Pastorale Desio”)

    Predicatori

    • S.S. Pietro e Paolo: don Flavio
    • San Giovanni Battista: don Alberto
    • San Pio X: don Sandro
    • San Giorgio: don Gianni
    • S.S. Siro e Materno: don Marco A.
  • Quaresima di fraternità 2022

    Aiutiamo PRETI E LAICI FIDEI DONUM DELLA DIOCESI DI MILANO nelle chiese di missione

    Risale al 1957 la pubblicazione di un’enciclica da parte di Papa Pio XII intitolata Fidei Donum. Con essa il papa chiedeva di mettere a disposizione preti diocesani a favore delle Chiese di missione, stabilendo così i presupposti per un reciproco arricchimento tra le comunità cristiane di lunga data e quelle di più recente evangelizzazione.

    Il titolo dell’enciclica – Fidei Donum – suggerisce che, se la FEDE è un DONO di Dio, non si può ritenere di possederla, ma è necessario donarla ad altri e proporla a chi ancora ne è privo. La diocesi di Milano ha iniziato l’invio di preti Fidei Donum già nel 1961 nelle terre allora chiamate Rhodesia (oggi Zambia e Zimbabwe) e successivamente ha allargato l’esperienza a nuovi paesi inviando anche laici e famiglie a servizio delle comunità missionarie. Sono oltre cento i preti e circa cinquanta i laici che hanno fatto questa esperienza a nome della Chiesa ambrosiana in varie parti del mondo. Al momento la diocesi di Milano è presente in 12 paesi

    In ogni parrocchia troverete un raccoglitore per le offerte destinate a contribuire al progetto nel quadro della Quaresima di Fraternità

  • «Kyrie, Signore!»: ogni sera le meditazioni dell’Arcivescovo

    «Kyrie, Signore!»: ogni sera le meditazioni dell’Arcivescovo

    Da domenica 6 marzo su portale e social diocesani, Radio Marconi e Telenova, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, desidera entrare idealmente nelle case dei fedeli della Diocesi con un momento quotidiano di preghiera e meditazione

    «Kyrie, Signore!» è il titolo delle preghiere che verranno proposte in questa Quaresima, da domenica 6 marzo al mercoledì della Settimana santa, 13 aprile. Come spiega lo stesso Arcivescovo, «Kyrie è il titolo pasquale, il modo in cui i discepoli riconoscono Gesù dopo la risurrezione, lungo il Mare di Galilea: “È il Signore”, dice Giovanni a Pietro. Gesù siede a tavola con noi, è presente qui in casa con noi, spezza il pane per noi quando partecipiamo alla Santa Messa. Occorre imparare a pregare per riconoscere Gesù presente nella nostra storia. Kyrie è il titolo che celebra la risurrezione di Gesù, che ha ricevuto ogni potere in cielo e in terra. Sapendo che l’unico potere degno di Dio è quello di amare sempre tutti, di salvare sempre quelli che si affidano a lui». ➜ I video delle preghiere dell’Arcivescovo saranno pubblicati ogni sera alle 20,32 sui canali social della Diocesi (YouTube, Facebook, Instagram e Twitter) e sul portale www.chiesadimilano.it, dove resteranno disponibili in un’apposita gallery. La versione audio sarà trasmessa, sempre alle 20,32, su Radio Marconi. Su Telenova (can. 18 del digitale terrestre) i video andranno in onda in un orario compreso fra le 23 e le 23,40.