Nei tempi della pandemia forse più che in altri momenti ordinari, se non noiosi, sono emersi i sentimenti forti dell’essere umano: la paura (di perdere salute, relazioni, ricchezze, libertà), la capacità di resistenza nelle avversità; soprattutto il fatto di riconoscere i propri limiti e i propri bisogni e, in non pochi casi, di venire in soccorso dei limiti e dei bisogni altrui.
Dall’esperienza dei limiti e dei bisogni può nascere il richiamo a Dio: o lo si inventa, per tenerlo buono e placare il suo dominio incontrastato evitandone i castighi, secondo una religiosità naturale che purtroppo si riversa con facilità anche in talune pratiche cristiane; oppure lo si contesta con rabbia, perché incapace di dare senso e sollievo alle nostre vite; o, ancora, lo si abbandona con una dignitosa indifferenza, che proclama l’autosufficienza dell’essere umano (la hybris dei nostri studi) o si rassegna decorosamente a un destino di sofferenza e di morte.
Quello che la mente umana non sa immaginare è un adventus Domini – la venuta del Signore – esattamente così come Dio lo realizza: un indifeso bambino in un contesto di paure, trepidazioni, oppressioni, incertezze. Venuto non a esercitare un potere dispotico, ma ad accompagnare cammini densi di umanità.
La questione di Dio non è secondaria per nessuno. Anche chi sembra trascurarla ha già deciso a quale idolo sacrificare la propria esistenza e la propria libertà. Ma sulla cattedra del giudizio ritroveremo quel bambino, con le braccia aperte, come nel presepio, e come sulla croce.
Oggi è il capodanno della vita della Chiesa nel suo celebrare i misteri del Signore.
In preparazione a queste feste, ci sono settimane di preghiera e riflessione. Come vivere questo tempo?
L’Avvento è l’attesa di una venuta. Per noi cristiani tutta la nostra vita, tutta la storia umana è un’attesa. I non credenti sono portati a pensare alla storia come ad una serie di corsi e ricorsi, senza un progetto unitario.
Per noi credenti la storia ha inizio nel cuore di Dio, che ci ama nonostante i nostri rifiuti, e ha un fine che è la venuta di Gesù: tutta la Creazione è stata fatta per Lui e in vista di Lui.
La venuta di Gesù si realizza in due tempi: una nella storia, il Natale che chiude il Primo Testamento, e una alla fine quando Gesù si rivela giudice glorioso. Meditando le letture di oggi, ci accorgiamo che parlano più della seconda. Nel brano evangelico si fa riferimento alla fine di Gerusalemme e alla fine del mondo, un discorso che ci fa paura. È invece necessario “alzare lo sguardo, perchè la vostra liberazione è vicina”.
Non sappiamo nulla della venuta finale di Gesù: non ci ha detto la data, ma ci ha dato un programma per spendere bene la vita, chiedendo di essere vigilanti e attenti. Nel frattempo, non ci ha lasciati: Gesù cammina con noi, è luce nella vita, ci dà la certezza di farcela.
Cerchiamo, in questo periodo, di fare spazio al Signore che viene vivendo meglio l’incontro domenicale della
S. Messa, scoprendolo nel volto dei poveri e di quelli che soffrono.
È il tempo liturgico di preparazione al Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini. Contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
Cosa vuol dire? La parola Avvento deriva dal latino adventus e significa “venuta” anche se, nell’accezione più diffusa, viene indicato come “attesa”.
Qual’è l’origine storica? L’origine del tempo di Avvento viene individuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale. Non desta meraviglia il fatto che l’Avvento nasca con una configurazione simile alla quaresima, infatti la celebrazione del Natale fin dalle origini venne concepita come la celebrazione della risurrezione di Cristo nel giorno in cui si fa memoria della sua nascita.
Qual’è il significato teologico? La teologia dell’Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Da una parte con il termine “adventus” (= venuta, arrivo) si è inteso indicare l’anniversario della prima venuta del Signore; d’altra parte designa la seconda venuta alla fine dei tempi. Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
L’Avvento ambrosiano è diverso dal rito romano? Nel rito ambrosiano si compone di sei domeniche e dura sei settimane poichè la liturgia ambrosiana ha sempre conservato l’uso primitivo delle sei settimane d’Avvento. Inizia la prima domenica dopo il giorno di San Martino (11 novembre) e termina con la vigilia di Natale. Prevede sempre 6 domeniche e quando il 24 dicembre cade di domenica, è prevista la celebrazione di una Domenica Prenatalizia. L’Avvento di “rito romano”, che si diffonderà in tutta la Chiesa latina occidentale, fu accorciato a quattro settimane con la riforma liturgica promossa da Papa Gregorio Magno verso la metà del secolo VI.
Le domeniche e le feriae
Le letture del Vangelo hanno nelle singole domeniche una loro caratteristica propria. ★ La prima domenica “della venuta del Signore” invita a rivivere la dimensione dell’attesa del ritorno di Cristo alla fine dei tempi. ★ La seconda e la terza domenica introducono la figura di Giovanni Battista, il precursore, che prepara la via al Signore: è lui che invita alla conversione (2a domenica) e porta a compimento le profezie (3a domenica). ★ La quarta domenica propone la pagina evangelica dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, tipica della tradizione ambrosiana, da leggere attraverso il filtro simbolico dell’Avvento, cioè come invito all’incontro salvifico con Cristo che fa il suo ingresso nella storia umana. ★ La quinta domenica vede di nuovo in primo piano la figura di Giovanni Battista, il precursore: il Vangelo, tratto da Giovanni, mette in luce il rapporto del Battista con il Messia che sta per manifestarsi. ★ La sesta domenica è la primitiva festa mariana della liturgia ambrosiana e commemora il mistero dell’incarnazione del Signore e della divina maternità della Vergine: è la mèta ultima del cammino di Avvento. ★ Il 16 dicembre, riprendendo una tradizione ambrosiana che San Carlo volle confermare, è stata re-introdotta la cosiddetta “commemorazione dell’annuncio a Giuseppe”, per mettere in giusta evidenza il ruolo che questo uomo giusto e santo ebbe, con la sua obbedienza, nel mistero dell’incarnazione del Verbo. ★ Dal 17 al 24 dicembre decorrono le cosiddette “ferie prenatalizie”, che nel rito ambrosiano hanno conservato l’antico nome di feriae de exceptato nel senso del verbo “accogliere” (exceptato da exceptare = accogliere, accettare). ★ È previsto il colore liturgico morello, tranne che nell’ultima domenica (detta “dell’Incarnazione”) nella quale si usa il bianco.
La mostra fotografica presenta alcune attività realizzate da Caritas Ambrosiana durante la pandemia. L’impegno dei volontari in questo periodo non solo è continuato, ma ha richiesto una maggiore presenza per seguire l’aumentata domanda di aiuto. Alcune immagini evidenziano, pertanto, la presenza e l’opera instancabile dei molti volontari – tra cui un buon numero di giovani – in alcune opere significative a favore dei più bisognosi: gli Empori della Solidarietà, il Rifugio Caritas, il Refettorio Ambrosiano, il Fondo San Giuseppe e i Centri di Ascolto.
La mostra fotografica sarà itinerante nelle nostre parrocchie in queste date:
Sull’albero con Zaccheo Perché il titolo “Il Sicomoro”
I nostri incontri iniziano con la figura emblematica di Zaccheo, un uomo peccatore davanti agli uomini ma amato e salvato da Dio.
Quest’anno vogliamo sostare in sua compagnia per cogliere i sentimenti, le paure e le gioie che ha vissuto insieme a Gesù per cercare di farli nostre attraverso testimonianze e domande che ci guideranno sulla Via della Vita.
“Il Sicomoro” può essere molte cose: un simbolo, una comfort zone, un luogo di incontro, un punto di partenza o di arrivo.
Vogliamo scoprire quale significato diamo a questi incontri, come singoli e come Comunità Pastorale. Vogliamo capire insieme come utilizzarli al meglio, per riuscire ad avere il coraggio di aprirci al Signore Gesù e per continuare i nostri cammini di fede.
19 novembre 2021 Zaccheo: chi era costui
Luca 19, 1-10 Don Matteo Crimella, biblista, ci aiuterà a ripercorrere i passi del nostro amico Zaccheo.
28 gennaio 2022 Cercava di vedere
Luca 19, 1-3 Insieme a Massimo Ricci dell’associazione “Pietre vive” vogliamo vedere attraverso la bellezza dell’arte
18 febbraio 2022 Per poterlo vedere,
Luca 19, 3 Proiezione del docu-film “L’ultima Cima” di Juan Manuel Cotelo alla scoperta della vita di Pablo Dominguez Prieto.
Gli altri appuntamenti, sempre alle ore 21,saranno: Venerdì 29 aprile 2022 Venerdì 20 maggio 2022 Tutti gli incontri si terranno presso la chiesa di San Giovanni Battista via Giuseppe di Vittorio, 18 Desio
GiovedÌ 18 novembre Ore 21 – Basilica SS. Siro e Materno, Desio
DIALOGHI DI PACE
I Dialoghi di Pace sono una “lettura con musica” del Messaggio che il Papa rivolge all’Umanità per la Giornata Mondiale della Pace. La proposta, allestita con una formula semplice, rende gradevole accostarsi a un testo che solo in pochi leggono per intero. A cura de La Foresta di ARDEN, da un’idea di Giovanni Guzzi. Ingresso libero con prenotazione
sabato 20 novembre Ore 21 – Teatro Il Centro, Desio
IDEEINSCENA presenta VARIETÀ
Ideeinscena non propone solo un semplice spettacolo di arte varia con numeri e attrazioni che si susseguono. Si tratta piuttosto di un vero e proprio fuoco di artificio! Biglietto: 10 euro
DOMENICA 21 novembre Ore 21 – Teatro Il Centro, Desio
La compagnia I Borgesi presenta IL PERCHÉ TROVALO TE spettacolo per bambini
Ideata, scritta e interpretata da Carolina Borgia, la commedia racconta il fantastico viaggio di Mimetrina a bordo del treno diretto a Saiperché, sul quale affronterà situazioni un po’ bizzarre. Biglietto: intero 7 euro; ridotto (fino a 12 anni compiuti) 3 euro
DOMENICA 21 novembre Ore 21 – Teatro Il Centro, Desio
TEATRANDO presenta Rendez Vous à Saint Tropez
Con la regia di Silvano Ilardo, torna a Il Centro la compagnia Teatrando, con una brillante commedia dedicata alle donne innamorate. Biglietto: 10 euro
Prenotazione attraverso mail teatroilcentrodesio@libero.it, telefonando al numero 0362.626266 oppure direttamente nel foyer del teatro ogni lunedì, ore 17-19. Per accedere al teatro è obbligatorio presentare il Green Pass
DOMENICA 14 NOVEMBREI DI AVVENTO Is 13,4-11; Ef 5,1-11a; Lc 21,5-28 Sorgi, o Dio, e vieni a salvare il tuo popolo Liturgia delle ore: I settimana
✙ 8.30 Basilica ✙ 9.30 S. Francesco ✙ 10.00 Basilica ✙ 10.00 Oratorio BVI ✙ 10.30 S. Cuore ✙ 11.00 S. Crocifisso ✙ 11.30 Basilica ✙ 18.30 Basilica
LUNEDÌ 15 NOVEMBRES. Alberto Magno, vescovo e dott. Ez 1,1-12; Mt 4,18-25 La tua gloria, Signore, risplende nei cieli
✙ 7.30 Enrico Frigerio e Tina ✙ 9.00 Oratorio BVI Giuseppe e Giuseppina Aliprandi e suor Maria Pia ✙ 18.30 defunti le cui esequie sono state celebrate in ottobre
MARTEDÌ 16 NOVEMBREFeria di Avvento Ez 1,13-28b*; Mt 7,21-29 Tutta la terra conosca la potenza del nostro Dio
✙ 7.30 Mario e Anna Morganti ✙ 9.00 Dario Abbiati ✙ 18.30 Maria
MERCOLEDÌ 17 NOVEMBRES. Elisabetta di Ungheria Ez 2,1-10; Mt 9,9-13 Venga da Sion la salvezza d’Israele
✙ 7.30 Luigi, Monica e Daniele ✙ 9.00 def. famiglie D’Auria e Montana ✙ 18.30 Camillo Sanvittore
GIOVEDÌ 18 NOVEMBREFeria di Avvento Ez 3,1-15; Mt 9,16-17 Dio salva tutti gli umili della terra
✙ 7.30 Felice Biassoni ✙ 9.00 Antonio Renda ✙ 18.30 Albina Gianotti
VENERDÌ 19 NOVEMBREFeria di Avvento Ez 3,16-21; Mt 9,35-38 Abbi pietà del tuo popolo, Signore
✙ 7.30 Maria Arosio e Ferruccio Vergani ✙ 9.00 def. famiglia Caizza ✙ 18.30 Intenzione personale
SABATO 20 NOVEMBREB. Samuele Marzorati, martire Ez 3,22-4,3; Eb 5,1-10; Mt 10,1-6 Presso di te, Signore, è la redenzione d’Israele
✙ 9.00 Stefania Draghi ✙ 18.00 S. Rosario ✙ 18.30 Liturgia vigiliare Diego e Giuseppe Letture della domenica: Is 19,18-24; Ef 3,8-13; Mc 1,1-8
SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE IN BASILICA:giorni feriali: 8.30-9.00 e 17.00-18.15; sabato ore 16.00-18.15
VITA DELLA COMUNITÀ
DOMENICA 14 NOVEMBRE – I DI AVVENTO
10.00 Oratorio BVI: Domenica insieme per genitori e ragazzi del I anno IC (II el.)
11.30 Basilica: S. Messa e conclusione del percorso di preparazione al matrimonio
16.00 Teatro: ASD Scuola di danza
21.00 Missionari Saveriani: Preghiera di Taizé
LUNEDÌ 15 / MARTEDÌ 16 / MERCOLEDÌ 17
21.00 Seregno S. Valeria: Venne ad abitare in messo a noi. Esercizi spirituali di Avvento per i giovani
MARTEDÌ 16 NOVEMBRE
21.00 Online (chiedere link a 3356654445): Vivere per dono. Proposta di formazione missionaria
GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE
21.00 Basilica: Dialoghi di pace, a cura di ARDEN
VENERDÌ 19 NOVEMBRE
21.00 Parrocchia San Giovanni B.: cammino di fede per adulti. Sull’albero con Zaccheo. Il Sicomoro
SABATO 20 NOVEMBRE
21.00 Teatro: Varietà, con Ideeinscena
DOMENICA 21 NOVEMBRE
09.00 Nova M.: ritiro famiglie di Decanato
10.00 Oratorio BVI: Domenica insieme per genitori e ragazzi II anno IC (III el.)
16.30 Teatro: spettacolo per bambini
21.00 Teatro: spettacolo con Teatrando
GRAZIE PER LA GENEROSITÀ
Offerte raccolte in parrocchia nella settimana 2-9 novembre: € 1.636,00.
Raccolta per la Caritas Diocesana: € 387,00.
LA COMUNITÀ AFFIDANELLA PREGHIERA
I defunti della settimana: Simona Sgarbossa Monguzzi, Fausto Carimati.
Fu Papa Pio XI, il pontefice desiano, a introdurre nella Chiesa la solennità di Cristo Re. Destinando così l’ultima domenica dell’anno liturgico a fare sintesi dell’intero percorso: dopo aver meditato l’attesa, la nascita, la morte e risurrezione del Messia e la sua opera presente nella Chiesa, si giunge al compimento: Gesù Cristo è il centro della creazione, della vita dell’uomo, della storia. Si può chiamarlo “re” o usare altri termini equivalenti.
Il riferimento alla figura del re indica anche l’esercizio di un potere. Gesù rifiutò i poteri del mondo reagendo alla tentazione del diavolo, ma non si sottrasse a una forma di potere buono sui suoi discepoli, invitandoli ad ascoltarlo e a seguirlo.
Anche nella Chiesa, chiamata ad agire con il medesimo stile di Gesù e non altro, il potere può essere esercitato bene, a favore del popolo di Dio, o male, esaltando ruoli di singoli o gruppi.
Oggi il tema del potere – cioè del “chi fa cosa” nella Chiesa – si intreccia con la risposta che ciascuno può dare alla propria vocazione, che è sempre accoglienza della fede e servizio al prossimo. I preti e i consacrati non possono non guardare con lungimiranza alle comunità e prepararle a un tempo in cui le loro presenze saranno limitate. I laici non possono pensare che le comunità andranno avanti senza che qualcuno di loro si prepari responsabilmente – con spirito di servizio e non di occupazione di ruoli – a promuovere la preghiera, l’annuncio, la carità. Questione di potere? In un serto senso sì, ma secondo il Vangelo e sull’esempio di Gesù.
GIORNATA DIOCESANA CARITAS – GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
Aggiustare il mondo praticando l’amore
È questo il titolo scelto per l’annuale Giornata Diocesana Caritas, sull’impronta di quanto detto da Papa Francesco in occasione del recente 50° anno di fondazione della Caritas Italiana: «…Dobbiamo scegliere la via degli ultimi, perchè è da loro che si parte, dai più fragili e indifesi. Se noi non siamo capaci di guardare negli occhi i poveri, di toccarli con un abbraccio, non faremo nulla. E quando la nostra coscienza, guardando il povero, non si inquieta, …dovremmo fermarci: qualcosa non funziona».
Il messaggio è forte e chiaro, diretto a ogni cristiano: sono capace di inquietarmi sapendo che solo in Italia – lo dice l’Istat – oggi ci sono 5,6 milioni di uomini, donne e bambini che vivono in uno stato di povertà assoluta, ovvero una persona su 10?
Siamo capaci come comunità cristiana di guardare, ascoltare, stare vicino agli ultimi che sono accanto a noi quando sono soli, o disoccupati o senza una casa o con una situazione famigliare complicata?
Di fronte a queste domande qualcuno penserà …”beh, ma per questo c’è la Caritas” oppure “… io faccio già l’offerta”, ma il Vangelo non ci indica la via della delega a un gruppo di specialisti del settore. La logica del gratuito dono di sè chiede che ognuno si lasci coinvolgere in prima persona, che non passi accanto al bisognoso con indifferenza, che si interessi del vicino di casa, dell’anziano, del bisognoso. O che magari si proponga come volontario e operatore della Caritas cittadina che opera costantemente ogni giorno per cercare di aiutare in ogni modo (non solo col pacco viveri) chi si trova in difficoltà.
Nello scorso 2020, nel pieno dell’emergenza Covid, le persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto e alle Caritas parrocchiali sono state molto più numerose: in totale si sono tenuti 785 incontri e colloqui con persone fragili della nostra città per conoscere le storie e approfondire le situazioni. A molte di queste è stato fornito un supporto per usufruire di quegli strumenti messi in campo da più parti nel periodo emergenziale. In altre situazioni si è iniziato un percorso più articolato e diverso da caso a caso che ha come fine quello di uscire con le proprie forze da un periodo difficile e senza sfociare nell’assistenzialismo. Ad altri, infine, sono stati dati aiuti economici per sopperire a difficoltà temporali e arrivare a fine mese.
Ad ogni persona è stata data la certezza di non essere da sola e di percepire la presenza di una Chiesa “ospedale da campo” come la definisce Papa Francesco che si prende cura degli ultimi donando anche solo un barlume di speranza.
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