Autore: basilica
Notiziario settimanale SS. Siro e Materno – 16 maggio 2021
L’EUCARISTIA AL CENTRO DELLA COMUNITÀ
DOMENICA 16 MAGGIO VII DI PASQUA
At 1,15-26; 1Tm 3,14-16; Gv 17,11-19
Signore, tu conosci tutte le mie vie
Liturgia delle ore: III settimana✙ 8.30 Basilica
✙ 9.30 S. Francesco
✙ 10.00 Basilica (solo Prima Comunione)
✙ 10.00 Oratorio BVI (per tutti)
✙ 10.30 S. Cuore
✙ 11.30 Basilica
✙ 18.30 BasilicaLUNEDÌ 17 MAGGIO Feria dopo l’Ascensione
Ct 5,2a.5-6b; 1Cor 10,23.27-33; Mt 9,14-15
L’anima mia ha sete del Dio vivente✙ 7.30 Paolo e Anna Frigerio
✙ 9.00 Oratorio BVI
✙ 18.30 Defunti le cui esequie sono state celebrate in aprileMARTEDÌ 18 MAGGIO Feria dopo l’Ascensione
Ct 5,6b-8; Fil 3,17-4,1; Gv 15,9-11 Ti amo, Signore, mio Dio✙ 7.30 Felice Biassoni
✙ 9.00 Maria e Salvatore Laudani
✙ 18.30 Emilia LovatiMERCOLEDÌ 19 MAGGIO Feria dopo l’Ascensione
Ct 1,5-6b.7-8b; Ef 2,1-10; Gv 15,12-17
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla✙ 7.30 Naila e Tony
✙ 9.00 Elena e Giulietto Gagliardi
✙ 18.30 Enrico PiccalugaGIOVEDÌ 20 MAGGIO Feria dopo l’Ascensione
Ct 6,1-2; 8,13; Rm 5,1-5; Gv 15,18-21
Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo✙ 7.30 Antonio Montepeloso
✙ 9.00 Rocco Pasqualetto, Michele e Maria
✙ 18.30 Maria Luisa e Rinaldo GiambelliVENERDÌ 21 MAGGIO Feria dopo l’Ascensione
Ct 7,13a-d.14; 8,10c-d; Rm 8,24-27; Gv 16,5-11
La figlia del re è tutta splendore✙ 7.30
✙ 9.00 defunti fam. Travaglini
✙ 18.30 Maria Grazia Nava ComoSABATO 22 MAGGIO Sabato dopo l’Ascensione
1Cor 2,9-15a; Gv 16,5-14
Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra✙ 9.00 Carmela Casile e Pietro
✙ 18.00 S. Rosario
✙ 18.30 Solenne liturgia vigiliare di Pentecoste Maria Arosio e Ferruccio Vergani
Letture della domenica: At 2,1-11; 1Cor 12,1-11; Gv 14,15-20SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE IN BASILICA: giorni feriali: 8.30-9.00 e 17.00-18.15; sabato ore 16.00-18.15
VITA DELLA COMUNITÀ
DOMENICA 16 MAGGIO
GIORNATADELLECOMUNICAZIONISOCIALI- 10.00 Basilica: celebrazione della Prima comunione (solo per chi ha ricevuto l’apposito pass)
- 10.00 Oratorio BVI: S. Messa per tutti
- 21.00 Oratorio BVI: S. Rosario all’inizio del mese di maggio
MARTEDÌ 18 MAGGIO
- 21.00 Consiglio pastorale della Comunità
SABATO 22 MAGGIO
- 10.30 Oratorio BVI: prove e confessioni per la Prima Comunione (IV gruppo)
- 15.00 Basilica: incontro per genitori e padrini in preparazione al battesimo (23/5 in basilica e 2/6 a SS. Pietro e Paolo)
- 18.00 Garbagnate Milanese (parrocchia SS. Eusebio e Maccabei): S. Messa con istituzione al ministero di Accolito di Cosimo Iodice, della parrocchia San Giovanni Battista, candidato al diaconato permanente
- 18.30 Basilica: solenne Liturgia Vigiliare di Pentecoste
DOMENICA 23 MAGGIO
SOLENNITÀ DI PENTECOSTE- 10.00 Basilica: celebrazione della Prima comunione – IV gruppo (solo per chi ha ricevuto l’apposito pass)
- 10.00 Oratorio BVI: S. Messa per tutti
- 11.30 Missionari Saveriani: S. Messa per la FESTA DEI POPOLI
- 21.00 Oratorio BVI: S. Rosario
GRAZIE PER LA GENEROSITÀ
- Offerte raccolte in parrocchia nella settimana 4-11 maggio: € 1.455,00.
- Grazie anche a chi sostiene la vita della comunità tramite altre offerte o bonifici.
LA COMUNITÀ AFFIDA NELLA PREGHIERA
- I defunti della settimana: Enrico Pozzoli, Giuliano Ramponi, Luisa Sala Pelucchi.
“Prima, non ultima”
Tutte le nostre parrocchie vivranno oggi una Messa di Prima Comunione; alcune sono già al terzo appuntamento, altre prolungheranno fino a giugno. Le restrizioni tuttora in atto hanno suggerito di formare gruppi ridotti. Nell’imminenza della celebrazione bambini e bambine vengono convocati per le confessioni e una piccola prova, così da arrivare consapevoli e preparati.
La catechesi li ha educati a riconoscere nel pane consacrato il Corpo del Signore; il loro Amen attesta che comprendono che così si attua un incontro con Gesù. Questo è l’essenziale e la Chiesa non ha altro da dare, anche se si sforza di darlo in una cornice di festa e di bellezza.
L’incontro con Gesù dovrebbe superare ogni emozione e agitazione: a lui si rivolge in quel momento le mente, parlare con lui dopo averlo ricevuto nel sacramento non è come qualsiasi altro momento di preghiera: è stare a tu per tu con Lui in modo privilegiato
Lodevolmente i genitori – almeno alcuni papà e mamme – accompagnano figli e figlie in questa occasione ricevendo l’Eucaristia e rievocando la loro Prima Comunione (magari pensando all’ultima fatta non proprio recentemente). Anche a loro fa bene questo a tu per tu con Gesù, nella convinzione che Dio è presente nella vita di famiglia, la sostiene e la benedice.
La vera avventura però inizia alla domenica successiva: se la Prima Comunione non resta l’ultima – almeno per un po’ di tempo – l’incontro con Gesù può rinnovarsi e nutrire la fede e l’amore di piccoli e grandi.
don Gianni
«Vieni e vedi»
Comunicare incontrando le persone come e dove sono
In occasione della 55a Giornata della Comunicazioni Sociali, che si tiene questa domenica 16 maggio, Papa Francesco invia questo messaggio che ci aiuta a vivere da cristiani l’approccio al mondo complesso delle comunicazioni.
Cari fratelli e sorelle,
l’invito a “venire e vedere”, che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia è necessario uscire dalla comoda presunzione del “già saputo” e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto. «Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita», consigliava il Beato Manuel Lozano Garrido* ai suoi colleghi giornalisti. Desidero quindi dedicare il Messaggio, quest’anno, alla chiamata a “venire e vedere”, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale. “Vieni e vedi” è il modo con cui la fede cristiana si è comunicata, a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea.Consumare le suole delle scarpe
Pensiamo al grande tema dell’informazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in “giornali fotocopia” o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, “di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società. La crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni. Se non ci apriamo all’incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero.
Quei dettagli di cronaca nel Vangelo
Ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesù risponde: «Venite e vedrete» (Gv 1,39), invitandoli ad abitare la relazione con Lui. Oltre mezzo secolo dopo, quando Giovanni, molto anziano, redige il suo Vangelo, ricorda alcuni dettagli “di cronaca” che rivelano la sua presenza nel luogo e l’impatto che quell’esperienza ha avuto nella sua vita: «Era circa l’ora decima», annota, cioè le quattro del pomeriggio. Il giorno dopo – racconta ancora Giovanni – Filippo comunica a Natanaele l’incontro con il Messia. Il suo amico è scettico: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Filippo non cerca di convincerlo con ragionamenti: «Vieni e vedi», gli dice. Natanaele va e vede, e da quel momento la sua vita cambia. La fede cristiana inizia così. E si comunica così: come una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire. «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito», dice la gente alla Samaritana, dopo che Gesù si era fermato nel loro villaggio. Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga.
Grazie al coraggio di tanti giornalisti
Anche il giornalismo, come racconto della realtà, richiede la capacità di andare dove nessuno va. Una curiosità, un’apertura, una passione. Dobbiamo dire grazie al coraggio e all’impegno di tanti professionisti – giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi – se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate. Sarebbe una perdita per l’informazione, per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità.
Opportunità e insidie nel web
La rete, con le sue innumerevoli espressioni social, può moltiplicare la capacità di racconto e di condivisione: tanti occhi in più aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze. La tecnologia digitale ci dà la possibilità di una informazione di prima mano e tempestiva, a volte molto utile: pensiamo a certe emergenze in occasione delle quali le prime notizie e anche le prime comunicazioni di servizio alle popolazioni viaggiano proprio sul web. È uno strumento formidabile, che ci responsabilizza tutti come utenti e come fruitori. Grazie alla rete abbiamo la possibilità di raccontare ciò che vediamo, ciò che accade sotto i nostri occhi, di condividere testimonianze.
Ma sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili. Tale consapevolezza critica spinge a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere.Nulla sostituisce il vedere di persona
Nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. L’attrattiva di Gesù su chi lo incontrava dipendeva dalla verità della sua predicazione, ma l’efficacia di ciò che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I discepoli non solo ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare.
In Lui – il Logos incarnato – la Parola si è fatta Volto, il Dio invisibile si è lasciato vedere, sentire e toccare, come scrive lo stesso Giovanni (Gv 1,1-3). La parola è efficace solo se si “vede”, solo se ti coinvolge in un’esperienza, in un dialogo. Per questo motivo il “vieni e vedi” era ed è essenziale.
Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel nostro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica. Diceva W. Shakespeare: «Sa parlare all’infinito e non dir nulla». Le parole del drammaturgo inglese valgono anche per noi comunicatori cristiani.
La buona novella del Vangelo si è diffusa nel mondo grazie a incontri da persona a persona, da cuore a cuore.
Uomini e donne che hanno accettato lo stesso invito: “Vieni e vedi”, e sono rimaste colpite da un “di più” di umanità che traspariva nello sguardo, nella parola e nei gesti di persone che testimoniavano Gesù Cristo.
Quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui. Verificavano, vedendolo in azione nei luoghi dove si trovava, quanto vero e fruttuoso per la vita fosse l’annuncio di salvezza di cui era per grazia di Dio portatore. E anche laddove non poteva essere incontrato in persona, il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava.«Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti», affermava Sant’Agostino, esortando a riscontrare nella realtà il verificarsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture. Così il Vangelo riaccade oggi, ogni qual volta riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù. Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana.
La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono.
Signore, insegnaci a uscire dai noi stessi,
e a incamminarci alla ricerca della verità.
Insegnaci ad andare e vedere, insegnaci ad ascoltare,
a non coltivare pregiudizi,
a non trarre conclusioni affrettate.
Insegnaci ad andare là dove nessuno vuole andare,
a prenderci il tempo per capire, a porre attenzione
all’essenziale, a non farci distrarre dal superfluo,
a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità.
Donaci la grazia di riconoscere le tue dimore nel mondo e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto.FESTA DEI POPOLI 2021
La Festa dei popoli, organizzata dai Saveriani in collaborazione con associazioni e volontari, è di grande attualità. Se allarghiamo lo sguardo, oltre Desio, abbiamo a che fare con popoli, culture, lingue, identità diverse. Nelle stazioni, nelle piazze, sui treni, negli ospedali, per strada, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, negli oratori troviamo tutto il mondo.
Celebrare la Festa dei popoli il 23 maggio 2021, domenica della Pentecoste, è particolarmente significativo. La Pentecoste è celebrazione della bellezza dell’universalità, delle diversità. Il volto di Dio è multiforme, multiculturale, multietnico. Dio parla le nostre lingue. La festa dei popoli è occasione per celebrare la bellezza delle nostre identità, delle nostre diversità con particolare attenzione alla fratellanza universale tra uomini e donne. Occorre avere – come diceva il card. Martini – “sincera simpatia per l’altro, avvicinarlo con fiducia, essere pronti a imparare da chiunque parli con sincerità e onestà intellettuale”.
Quest’anno, unico evento, sarà la celebrazione dell’Eucaristia, presso i Missionari Saveriani, domenica 23 maggio alle 11,30.Don Tonino Bello, un giorno disse: “La pace è finita, andate a messa”. Così ci invitava a prolungare l’Eucaristia fuori della chiesa con persone diverse, con chi non condivide la nostra fede, la nostra cultura, la nostra lingua.
Padre Emmanuel
Accolitato per Cosimo Iodice
Sabato prossimo, 22 maggio, nella parrocchia di Garbagnate Milanese verrà conferito a Cosimo Iodice, parrocchiano di San Giovanni Battista e prezioso collaboratore nella Comunità Pastorale, il ministero dell’Accolitato, ultima tappa del percorso verso il Diaconato permanente. Partecipiamo alla sua gioia e lo accompagniamo nella preghiera.
Fondo San Giuseppe
Uno spazio capace di ricostruire legami e di aiutare le persone a vedere un futuro concreto.
Ha scritto il nostro Arcivescovo: “Ciò che rende insopportabile la vita non è la povertà, ma il sentirsi abbandonati”.
Con questi sentimenti un anno fa, nel pieno della prima emergenza Covid, su iniziativa dell’Arcivescovo Mario Delpini, nasceva il Fondo diocesano San Giuseppe con lo scopo di aiutare quanti, a causa dell’emergenza, hanno drasticamente ridotto il proprio reddito da lavoro.
- Sino ad oggi sono stati donati al Fondo più di 8 milioni di euro, dei quali più di 5 milioni erogati a 2.454 persone e famiglie della nostra Diocesi. Ai 4 milioni di euro iniziali (offerti in parti uguli dalla Diocesi e dal Comune di Milano) si sono aggiunte donazioni da parte di singoli cittadini (70%) e di imprese (30%), segno di generosità diffusa, e di quella cultura della cura indicata da Papa Francesco, capace di seminare speranza.
- I beneficiari sono sia italiani che stranieri. Per accedere al Fondo occorre presentare la domanda o attraverso il Centro di Ascolto Caritas o direttamente al Fondo. Va dimostrato di avere subito una sensibile riduzione del reddito familiare dal marzo 2020 e non avere entrate superiori a 400 euro mensili a persona. La richiesta di contributo viene valutata dal consiglio di gestione del Fondo che decide anche l’entità del contributo (variabile tra i 400 e gli 800 euro al mese per 3 mesi), tenendo conto del numero dei componenti della famiglia.
- Nella nostra Comunità Pastorale desiana sino ad oggi sono state accolte dal Fondo Diocesano 20 domande di contributo e l’importo complessivo erogato ad oggi è di 35mila euro.
- Quest’anno il Fondo ha consentito di dare un immediato sollievo alle famiglie che hanno perso o ridotto il lavoro. Come ha detto il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti, si è rivelato un segno profetico che consente di redistribuire reddito, tra chi ha risorse e chi le cerca, in modo gratuito e aperto e tutti. Inoltre vuole essere uno spazio capace di ricostruire legami tessendo reti di fraternità capaci di aiutare le persone a vedere un futuro concreto.
Rita Galimberti e Vito Bellofatto
“Maratona” di maggio
Il Rosario nel mese di maggio rimane nella memoria di molti, non necessariamente dei più anziani. Quell’uscita serale appartiene ai ricordi di tanta gente e di tante comunità. La pandemia (e un po’ di disaffezione religiosa?) costringe a ridurre anche questa proposta.
A ravvivarla ci pensa papa Francesco con la richiesta di valorizzare i santuari mariani sparsi nel mondo in una sorta di “maratona” affinché «tutta la Chiesa possa invocare l’intercessione della Beata Vergine Maria per la fine della pandemia».
Per ogni giorno del mese un santuario è incaricato di organizzare vari momenti di preghiera, culminanti nella recita del Rosario. A ogni giornata poi è affidata un’intenzione particolare.
Per esempio domenica 9 maggio è di turno il santuario di Loreto, in Italia, con l’invito a pregare per gli anziani. Così sono coinvolti luoghi famosi come Lourdes, Fatima, Pompei, ma anche Aparecida in Brasile o Luján in Argentina o altri santuari nazionali in Giappone, Algeria, Belgio ecc. E tra le intenzioni troviamo: per gli scienziati e gli istituti di ricerca medica; per le persone sole e coloro che hanno perso la speranza; per le vittime della violenza e della tratta umana. E, nell’ultimo giorno: «per la fine della pandemia e la ripresa della vita sociale e lavorativa».
La preghiera supera i limiti del tempo e dello spazio: si può pregare sempre e dappertutto. E Maria nel Rosario ci fa conoscere Gesù, la sua vita, i suoi doni. In comunione con il Santo Padre, aderiamo a questa invocazione universale: una preghiera fatta da tutti a favore di tutti.
don Gianni
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