Autore: basilica

  • È nato il Fondo “Salviamo la Cupola”

    È nato il Fondo “Salviamo la Cupola”

    Un progetto per il futuro della città e della Comunità

    Salviamo la cupola della Basilica di Desio

    È nato il Fondo “Salviamo la Cupola” per sostituire le 28mila scandole che la ricoprono

    Monza e Desio, 26 marzo 2021 – La Basilica di Desio, intitolata ai Santi Siro e Materno, è il simbolo della città, un punto di riferimento materiale e spirituale del territorio. La sua maestosa cupola necessita di un radicale intervento di manutenzione: occorre sostituire tutte le circa 28 mila scandole in ardesia che la ricoprono, ammalorate dagli agenti atmosferici e dagli effetti del tempo.

    Per proteggere la cupola e riportarla al proprio splendore servono circa 800.000 euro.

    Per aiutare la Parrocchia desiana a raccogliere le necessarie risorse per effettuare l’intervento è stato istituito un Fondo presso la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, a cui ognuno può contribuire con una donazione.

    Per la Fondazione MB nasce una nuova, significativa collaborazione con una storica realtà del territorio – ha commentato il presidente Giuseppe Fontana -. La costituzione di un Fondo rappresenta un’importante attività finalizzata alla promozione della cultura del dono, soprattutto se si ha a cuore una causa particolare. Il Fondo rappresenta una sorta di fondazione nella fondazione: in questo caso, l’appello si rivolge all’intera Comunità”.

    Il programma dei lavori prevede la rimozione e la sostituzione delle circa 28 mila scandole in ardesia che ricoprono la cupola. L’intervento nel suo insieme è strutturato in due annualità. Nella prima fase, già conclusa, si sono svolte le ricerche, le analisi e la progettazione per ottenere le autorizzazioni della Diocesi di Milano e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Nelle prossime settimane si darà inizio all’opera, per realizzare la quale si prevedono circa otto mesi di lavori.

    Nel frattempo si è costituito un gruppo di lavoro che ha il compito di coordinare diverse iniziative che hanno l’obiettivo di sensibilizzare parrocchiani, cittadini e mondo imprenditoriale nella raccolta fondi.

    Nei secoli passati l’imponenza di alcune chiese permetteva che fossero viste da lontano, quasi un punto di riferimento materiale e spirituale per pellegrini e viaggiatori di ogni tipo – ha dichiarato il parroco, Monsignor Gianni Attilio Cesena -. Così doveva essere il Duomo di Milano e così probabilmente i nostri padri hanno immaginato, pur in epoche diverse, la Basilica di Desio con la sua cupola. Oggi anche le grandi costruzioni sembrano soffocare nel vortice della città, ma mantengono intatta la loro funzione: nelle fatiche dei giorni, offrire a credenti e non credenti, a cittadini e ospiti, l’occasione di trovare un’oasi di preghiera, di riflessione e di pace. Per custodire questa ricchezza e trasmetterla a chi verrà dopo, osiamo stendere la mano e chiedere a tutti di contribuire, come fu un tempo, a mantenere e rinnovare la copertura della cupola della nostra Basilica. La collaborazione con Fondazione della Comunità di Monza e della Brianza è una modalità qualificata di condividere un ambizioso progetto per il futuro del territorio”.

    Note storiche. La Basilica dei SS. Siro e Materno ha origini antiche. La chiesa primitiva, intitolata ai Santi Siro e Materno, venne fatta edificare nel VII secolo da San Giovanni Buono. Nel 1652 iniziarono i lavori per la nuova chiesa parrocchiale. L’apertura al culto avvenne solo il 31 ottobre 1736. Dopo alterne vicissitudini, nel 1891 iniziarono i lavori di ampliamento. La Basilica attuale fu consacrata il 26 agosto 1895 dal Beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari. Al rivestimento di ardesia del tipo “a squame” (scandole) si deve la caratterizzazione della plasticità della cupola. Nel 1976 venne smantellata la sua copertura e si fece una verifica della struttura in legno sottostante, che venne sostituita con circa 40 metri cubi di materiale nuovo. Venne rifatto il manto in scandole di ardesia fissate con chiodi di acciaio.

    Come donare. È possibile sostenere il Fondo con una donazione online direttamente sul sito della Fondazione MB a questo link oppure con un bonifico intestato alla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza (Iban: IT03 Q05034 20408 000000029299 e Causale: Cupola Basilica Desio – Erogazione liberale per il restauro della cupola).

    Per informazioni:

    Federica Fenaroli
    Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus
    Via Gerardo dei Tintori, 18 – Monza
    039.3900942
    info@fondazionemonzabrianza.orgwww.fondazionemonzabrianza.org
    https://www.facebook.com/FondazioneComunitaMB/ https://www.instagram.com/fondazionemb/

    Ufficio Stampa Parrocchia SS. Siro e Materno – Desio:
    Andrea Pizzi | 340.9007420 | andreapizzi@fastwebnet.it | salviamolacupola@gmail.com

  • Una proposta alle giovani generazioni

    Una proposta alle giovani generazioni

    TRE CONCORSI PER GUARDARE (E RACCONTARE) MEGLIO CIO’ CHE CI CIRCONDA

    Nell’ambito del progetto ‘Salviamo la cupola’, la parrocchia SS. Siro e Materno lancia tre concorsi a premi per le bambine e i bambini delle scuole dell’infanzia, per le ragazze e i ragazzi delle scuole primarie e secondarie e per adolescenti e giovani. L’iniziativa è patrocinata dall’amministrazione comunale di Desio.

    Tra poche settimane aprirà il cantiere per la sostituzione della copertura del simbolo di Desio, la cupola della Basilica dei SS. Siro e Materno a Desio.

    L’intervento avviene in una doppia fase di emergenza: quella relativa allo stato di degrado del rivestimento in ardesia della cupola e quella relativa al Covid-19. Proprio in questo periodo di grande difficoltà si innesta il desiderio di realizzare progetti che possano esprimere segni concreti di speranza e di coesione sociale incentivando la cultura di appartenenza alla comunità.

    Ci si è dunque chiesti se non fosse possibile raccogliere questa doppia sfida, costruendo un forte coinvolgimento della comunità cittadina, invitando persone e associazioni, istituzioni e tessuto produttivo a reagire proattivamente alla situazione, partendo appunto dal simbolo della propria città, la cupola della principale chiesa.

    Si sta rivolgendo alle persone l’invito a diventare protagoniste, con spirito di condivisione. Sta iniziando un lavoro di rete faticoso ma che sarà certamente produttivo nel medio periodo.

    Con questo spirito si è dato anche l’avvio a tre diversi concorsi, differenziati in base alle fasce di età, per promuovere e sensibilizzare le capacità e la fantasia dei più giovani in un’ottica di crescita umana con scambi interpersonali tra i ragazzi, tra gli insegnanti, tra i dirigenti scolastici e tutta l’intera comunità.

    Le bambine e i bambini più piccoli che frequentano le scuole dell’infanzia utilizzeranno materiali di riciclo per realizzare il plastico della loro città ideale attorno al simbolo della cupola.

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    Le ragazze e i ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado saranno invece chiamati a descrivere i luoghi desiani attraverso disegni e pitture: non solo un concorso, bensì un vero e proprio modo di condividere sapere e creatività.

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    Gli adolescenti e i giovani sono un serbatoio di autentica vitalità e positività. Anche a loro si chiede di dimostrare amore nei confronti della città, attraverso l’utilizzo degli strumenti e dei canali multimediali a loro tanto familiari. Potranno proporre videoclip, post, messaggi, interviste strutturate, registrazioni in genere: sarà un video contest che verrà poi ampiamente condiviso sui social media.

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    Le proposte legate all’iniziativa ‘Salviamo la cupola’ – dice il Parroco Mons. Gianni Cesena, responsabile della Comunità Pastorale desiana – offrono a bambini, ragazzi e giovani l’occasione di aprire gli occhi sulla loro città. In un mondo sempre più interconnesso, dove lontano e vicino rischiano di confondersi, invitiamo le giovani generazioni a scoprire ciò che hanno sotto gli occhi, a guardare meglio ciò che li circonda. Questo sguardo potrà portarli non a chiudersi in un loro ‘piccolo mondo’, ma a progettare un nuovo modo di appartenere alla realtà desiana e diventare cittadini del mondo e del futuro”.

    “Questo è un ambizioso progetto promosso dalla Comunità pastorale desiana, supportata da un gruppo di lavoro locale, nato con l’intento di raccogliere fondi per sostenere i lavori improrogabili della cupola della Basilica dedicata ai Santi Siro e Materno – dichiarano il Sindaco Roberto Corti e gli Assessori alla Cultura Cristina Redi e alla Comunicazione Giorgio Gerosa -. Proprio perché la cupola rappresenta non solo un luogo di culto, ma anche un bene architettonico della città, il Comune patrocina tutte quelle iniziative volte alla cura del territorio, un simbolo di educazione civica che va trasmesso alle generazioni future e non solo, per cercare di veicolare il messaggio che il bene comune è cosa di tutti. E come tale va custodito e accudito”.

    Gli studenti e coloro che aderiranno ai concorsi avranno a disposizione alcuni mesi per pensare e realizzare le proprie opere artistiche.

    Nel prossimo mese di ottobre, in occasione della festa patronale, verrà organizzata l’esposizione dei lavori e si terrà la premiazione di quelli meglio riusciti.

    Per informazioni

    PER CONTRIBUIRE AL PROGETTO

    Bonifico intestato a
    Fondazione della Comunità di Monza e Brianza
    Iban: IT03Q0503420408000000029299

    Causale: Erogazione liberale per il restauro della cupola

    Le donazioni alla Fondazione permettono di usufruire delle agevolazioni fiscali per le Onlus, previste dalle norme vigenti.
    Se ti serve la ricevuta fiscale invia i tuoi dati a segreteria@fondazionemonzabrianza.org oppure

    Bonifico intestato a Parrocchia SS. Siro e Materno
    Iban IT54N0344033100000000286300 oppure
    Iban IT70Y0503433101000000001821
    Causale: Cupola Basilica Desio – Erogazione liberale per il restauro della cupola

    Le donazioni sono deducibili / detraibili (per godere dell’agevolazione fiscale, si raccomanda di contattare la Segreteria Parrocchiale prima di effettuare il bonifico)

    Info

    Segreteria Parrocchiale
    da lunedì a venerdì, ore 9 – 12
    telefono: 0362.621678 basilica.desio@tiscali.it

  • Croce e Risurrezione

    Croce e Risurrezione

    Non ci sono dubbi: la Croce per tutti in questi giorni, ormai da più di un anno, si chiama Covid e pandemia.

    Proprio perché è una Croce, induce a qualche riflessione. Un’antica devozione guardava alle cinque piaghe di Gesù, perché sulla croce Gesù non patisce una volta sola. Alle piaghe delle mani, dei piedi e del fianco, potremmo aggiungere quelle interiori e spirituali: l’abbandono dei discepoli, l’ostilità dei capi religiosi, la viltà politicamente interessata di Pilato, lo scherno dei soldati e l’indifferenza della folla. Ugualmente la pandemia trascina con sé piaghe dolorose di solitudini, paure, depressioni, incertezze per il lavoro, gli studi, la vita familiare. E come non ricordare le popolazioni vittime di guerre come in Siria e in Yemen, di migrazioni forzate come in Bosnia, di repressioni militari come in Myanmar?

    Ed ecco, come allora, dopo il terremoto del venerdì santo, un piccolo gruppo di uomini e donne a cercare Gesù, perché «affermano che egli è vivo» (Lc 24,23); e a trovarne i segni in un pane spezzato, in una parola di sapienza, in un gesto di fraternità.

    Non si incontra il Risorto nei palazzi del potere o nei laboratori scientifici, né nelle aule universitarie o nelle redazioni dei giornali. O, meglio: non lo si incontra finché un discepolo non osi entrare là dove si vive, si lavora, si costruiscono i destini del mondo, per mostrare più con i fatti che con le parole di custodire nel cuore una grande speranza. Una speranza che fa luce sulle ombre più tristi, che scioglie le catene dell’egoismo, che può sostenere il cammino di tanti.

    don Gianni

  • Pasqua di Risurrezione

    Carissimi, la Pasqua, come dice il Salmo responsoriale, è “il giorno che ha fatto il Signore”, è la festa per eccellenza, che dà origine a tutte le feste, che i cristiani celebrano ogni otto giorni, nella domenica. E’ giorno di luce e di gioia, che ci aiuta a riscoprire chi siamo noi, perchè possiamo dire che il cristiano è uno che crede e vive la Pasqua, testimoniandola ogni giorno.

    Innanzitutto il cristiano è uno che crede nell’avvenimento che gli è stato trasmesso dalla Chiesa: Cristo è morto e risorto.

    E’ il mistero centrale della nostra fede, quello che ci distingue da ogni altra religione; è il fondamento della nostra preghiera, della Liturgia, dei Sacramenti che sono “incontro con Cristo risorto” nella Chiesa. 

    E’ un fatto che non è facile da accettare perchè supera la nostra ragione.

    Ecco perchè Gesù deve dimostrarlo: “Gesù si mostrò vivo dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro”.

    Ma quando uno lo incontra e si sente chiamato per nome (v. Maria di Magdala al sepolcro) è troppo contento per non comunicarlo agli altri.

    Il cristiano testimonia la sua fede nella Pasqua quando vive come Gesù: quando sa dire il suo sì alla volontà del Padre e crede nel suo amore anche nei momenti più duri; quando vede l’autorità come un servizio e non ha vergogna di mettersi il grembiule e lavare i piedi agli ultimi; quando sa perdonare chi lo mette in croce…

    Il cristiano è un ottimista ad oltranza, è uno che vince la guerra con l’amore e il perdono, perchè non si sente mai solo!

    Certo non è facile, non lo è mai stato: lo scoraggiamento, la paura di averlo perso è sempre alle porte. Abbiamo bisogno che Gesù ci chiami per nome, giorno per giorno, come Maria, che Gesù ci spieghi la nostra vita e che “spezzi il Pane” che dà forza (come ai discepoli di Emmaus).

    Diamoci quindi l’appuntamento ogni domenica a “spezzare il pane”, ad incontrare il Signore risorto, a prendere la forza per testimoniarlo nel mondo. Buona Pasqua.

    don Alberto

  • I riti sacri e i luoghi della Pasqua

    Vivere i riti della Pasqua in Israele, ripercorrendo i luoghi in cui si svolse la Passione di Cristo, è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita, indipendentemente dal proprio credo religioso. Attraverso questo breve racconto vogliamo farvi riscoprire come i pellegrini che arrivano a Gerusalemme vivono questi luoghi e i riti cristiani.

    Le celebrazioni iniziano la Domenica delle Palme, con la solenne cerimonia mattutina della benedizione delle Palme nella basilica del Santo Sepolcro, seguita poi dalla processione di fedeli che dal santuario di Betfage discende il Monte degli Ulivi, cantando inni e agitando fronde di palma in memoria dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme.

    Un momento gioioso e di grande devozione, che secondo la tradizione del Vangelo precede l’arresto di Cristo. Al corteo, guidato dal Patriarca di Gerusalemme insieme al Custode di Terra Santa, partecipano di solito anche le varie comunità religiose presenti in Terra Santa, tra cui cristiani copti dell’Egitto e protestanti delle varie Chiese presenti a Gerusalemme.

    I riti della Passione riprendono il Giovedì Santo con la commemorazione dell’Ultima Cena e la cerimonia della lavanda dei piedi celebrata dal Patriarca latino al Santo Sepolcro, in ricordo delle ore precedenti l’arresto di Gesù nel Getsemani, il luogo del tradimento di Giuda. Qui si trova la basilica dell’Agonia che custodisce la nuda pietra su cui si consumò la notte di passione di Gesù, dove in serata si radunano i fedeli per la meditazione dell’Ora Santa.

    Il Venerdì Santo, lungo la via Dolorosa all’interno della città vecchia, si svolge la solenne Via Crucis guidata dal Patriarca latino e dal Custode di Terra Santa, che ripercorre i luoghi della passione di Cristo, dalla condanna alla morte sul Golgota, secondo una devozione che si fa risalire a San Francesco e al suo viaggio in Medio Oriente, in seguito al quale il Santo di Assisi fondò l’Ordine dei Frati Minori, che ha proprio la missione di Custodia di Terra Santa.

    La Via Crucis parte dal cortile della scuola musulmana el-’Omariyya, davanti al convento francescano, dove si trova la I stazione, e dopo aver attraversato il cuore della città vecchia, giunge alla Basilica del Santo Sepolcro, all’interno della quale si officiano le ultime cinque stazioni.

    La X e l’XI stazione, cioè le soste della svestizione e della crocifissione, si compiono nella cappella della Crocifissione, proprietà dei Latini, mentre la XII stazione, che rievoca la morte in croce, si trova nella Cappella del Calvario, che appartiene invece ai Greci Ortodossi.

    La proprietà del Santo Sepolcro è infatti suddivisa tra ben sei confessioni cristiane: oltre ai Latini e ai Greci, ci sono anche Armeni, Copti, Siriani ed Etiopi. Una divisione secondo lo Status Quo stabilito nel XIX secolo, cioè l’insieme di tradizioni storiche, leggi e regolamenti, che stabiliscono i rapporti e le attività all’interno delle Basiliche che sono di proprietà comune a più confessioni cristiane.

    Dopo la Via Crucis si svolge il funerale di Cristo, che rievoca la deposizione del corpo di Gesù nel sepolcro: si tratta di un evento unico della chiesa di Gerusalemme, cui fa seguito, il sabato, la grande veglia di Pasqua.
    La domenica, infine, esplode la festa della Risurrezione, e si arriva al mattino presto nella Basilica del Santo Sepolcro per assistere alla messa solenne di Pasqua celebrata dal Patriarca latino e alla processione solenne attorno alla tomba di Gesù.

  • La Pasqua nel mondo

    La Pasqua di Resurrezione è sicuramente il mistero più importante della fede cristiana, culmine di ogni celebrazione liturgica. Da tempo si auspica (soprattutto da parte di Papa Francesco) un unico giorno di celebrazione, uguale in tutto il mondo cristiano. Oggi tuttavia rimangono differenze, soprattutto di data per quanto riguarda la Pasqua ortodossa. Ma non solo. Se le differenze tra la Pasqua cattolica e la Pasqua per esempio dei fratelli luterani o anglicani sono davvero minime, è interessante scoprire le diverse modalità anche liturgiche della Pasqua nella fede ortodossa e nel mondo ebraico.

    PASQUA ANGLICANA: sostanzialmente sovrapponibile a quella cattolica. In Inghilterra al Giovedì Santo si celebra l’Ultima Cena e la Lavanda dei piedi, ma soprattutto questo giorno è detto Maundy Money, perchè da antica tradizione si donano a due anziani meritevoli due borsellini con monete simboliche, a memoria delle elemosine che i re facevano ai sudditi in questa occasione, fin dal 1210. Le altre celebrazioni liturgiche non sono diverse da quelle del mondo cattolico.

    PASQUA LUTERANA: in tutto il mondo evangelico-luterano il tempo della Pasqua comprende diverse celebrazioni, tra cui il Tempo della Passione (comprese alcune domeniche di digiuno), la Notte del Digiuno (al martedì che precede la Quaresima), il Mercoledì delle Ceneri, la Domenica delle Palme (che celebra l’ingresso di Cristo in Gerusalemme), il Giovedì Santo (di ringraziamento per l’istituzione della Cena), il Venerdì Santo (di passione e morte di Cristo), il Sabato Santo, la Domenica di Pasqua, il Lunedì di Pasqua, il giorno dell’Ascensione, la Domenica di Pentecoste e il Lunedì di Pentecoste.

    PASQUA ORTODOSSA: notevoli sono le differenze, a cominciare dalla data, perché i cristiani di fede ortodossa seguono il calendario giuliano e non quello gregoriano. Inoltre, gli ortodossi celebrano in modo particolare la Domenica dei Salici (equivale alla nostra Domenica delle Palme, si benedicono rami di salice), il Lunedì Santo (quando il Patriarca benedice i sacri oli), il Mercoledì Santo (solenne celebrazione della Passione di Cristo), il Giovedì Santo (al mattino celebrazione dell’Ultima Cena, alla sera lettura dei 12 brani del Vangelo della Passione), il Venerdì Santo (con la solenne liturgia delle Ore e l’esposizione del Sudario), il Sabato Santo (con benedizione dei dolci tipici pasquali preparati nelle case, e nella notte Solenne Via Crucis, che apre alla grande Pasqua di Resurrezione).

    PASQUA EBRAICA: la festività della Pesach inizia il giorno 15 del mese ebraico di Nissàn, quando in terra d’Israele maturano i primi cereali; la festa è nota anche come Festa degli Azzimi (Hag Hamatzot); dura sette giorni, di cui il primo e l’ultimo sono di festa solenne; la festa ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. Nella prima sera della Pesach si celebra il Seder, cena solenne in cui di leggono i passi del libro dell’Esodo (Haggadah). Per tutto il periodo della Pesach è rigorosamente proibito assumere cibo lievitato, consumando solo pane azzimo (matzà). Durante il Seder si invitano a partecipare i bisognosi e i poveri.