Autore: basilica

  • Inseparabili

    Nella nostra tradizione, oltre che nel calendario, i giorni dei Santi e dei Defunti sono inseparabili: già il 1° novembre si visitano le tombe nei cimiteri e il 2 novembre è dedicato espressamente – nella dizione liturgica ed ecclesiastica – alla Commemorazione di tutti i fedeli defunti.

    La vicinanza delle due ricorrenze suggerisce di considerare non separatamente i traguardi di ogni essere umano: c’è una fine di carattere storico, terreno, indicato da una data, che chiamiamo morte; e c’è un punto di arrivo, un fine, più alto e più vero, che la parola eternità descrive solo in modo incompleto e che sarebbe meglio definire santità.

    Che in questi giorni si ricordino tutti i santi, senza ulteriori specificazioni, comprendendo tra essi non solo quelli definiti ufficialmente come tali dalla Chiesa perché beatificati o canonizzati, ma anche quelli che papa Francesco chiama santi della porta accanto, tra cui annoverare familiari, amici, conoscenti, libera da una visione retorica e sostanzialmente falsa della santità, per avvicinarla alle vicende di tutti, al modo semplice di essere discepoli di Gesù nella vita quotidiana, alla pratica umile del comandamento dell’amore.

    Una santità che è sì frutto di conquista e di disciplina, ma soprattutto è un dono: Dio è vicino e resta vicino a tutti con la Croce di Gesù, anche nel momento doloroso e supremo della morte. E la santità diventa quel rapporto permanente con Dio con la morte non distrugge e che addirittura rende i nostri defunti inseparabili da noi.

    don Gianni

  • Profumo di Spirito Santo

    Profumo di Spirito Santo

    I primi fine settimana di ottobre nella nostra parrocchia dei Santi Pietro e Paolo si sono celebrate le Cresime.

    In questo periodo particolare anche le celebrazioni dei sacramenti sono cambiate ma oserei dire solo nella forma e non certo nella sostanza.

    Lo Spirito Santo è sceso in dono a più di 50 ragazzi e ragazze divisi in quattro gruppi.

    La celebrazione è stata molto raccolta; certo forse non c’era la solennità che si è soliti vedere in queste occasioni, ma tutto era davvero preparato con cura: i fiori, i canti, i piccoli gesti che i protocolli Covid ci hanno consentito di compiere.

    Ancora, diversamente dal solito, non c’era il Vescovo per il motivo che tutti conosciamo, ma il nostro parroco don Gianni non ci ha fatto rimpiangere la sua assenza. Don Gianni ha saputo coinvolgere tutti in maniera simpatica ma soprattutto ha dialogato con i ragazzi partendo dalla Parola e con i suoi molteplici esempi ha sciolto i timori e le emozioni di tutti.

    Il momento dell’amministrazione della Cresima è stato toccante: i ragazzi sull’altare, i genitori e i pochi parenti presenti hanno riempito con la preghiera e l’intensità della loro partecipazione la nostra chiesa. Direi che questo modo meno formale e forse più denso di significato è stato un regalo gradito considerato il periodo e potrebbe essere di stimolo anche
    per il futuro.

    Io e le mie colleghe catechiste vogliamo ringraziare don Gianni per aver sostenuto e aiutato i nostri ragazzi e ragazze in un momento tanto importante, il diacono Fabrizio e suor Graziana che sono stati nostri compagni di viaggio durante questi mesi, e non ultimo, chi ci ha aiutato con i canti e con la preparazione e l’abbellimento dell’altare e della chiesa.

    Ma soprattutto, e non certo per ultimo, il ringraziamento va ai genitori, che per primi hanno scelto con i loro figli di compiere questo cammino. Infine, proiettati verso il futuro, un grazie agli aiuto catechisti che da ora saranno chiamati a diventare gli educatori dei pre-adolescenti.

    E ai ragazzi e alle ragazze che abbiamo visto crescere nella fede, insieme
    al grazie, volevo dire che la Cresima non è la fine ma l’inizio di un bellissimo percorso di cristiani cresciuti nella fede da vivere nel nostro oratorio che con l’augurio, quando sarà possibile, diventi la loro seconda casa!

    Ilaria Dellepiane

  • “Non abbandonarci alla tentazione…”

    “Non abbandonarci alla tentazione…”

    Da domenica 29 novembre anche nel rito ambrosiano il messale si presenterà con qualche piccola modifica, in linea con il motu proprio firmato da papa Francesco. In tale occasione, infatti, il Santo Padre ha sottolineato la necessità che la liturgia, pur nella sua fermezza, sia in gra do di comunicare al meglio i misteri che celebriamo, adeguando il linguaggio ai tempi. E nella liturgia – dobbiamo ammetterlo – il ruolo più importante è quello del linguaggio, oltre a quello dei segni e degli oggetti. Il linguaggio, tuttavia, non è qualcosa di immutabile, anzi è parte viva del nostro saper comunicare, ed essendo vivo, si evolve, cambia, trasmette gli stessi misteri in un modo nuovo con parole nuove. Ma è in grado di trasmettere cose nuove con parole già conosciute ma distribuite in un modo nuovo, permettendo di essere comprese in maniera corretta.

    Le modifiche al messale che entreranno in vigore con la III domenica d’Avvento ambrosiano (in linea con la I domenica d’avvento del rito romano) vogliono dire proprio questo: molte parole, molti gesti, molti segni inclusi nella liturgia dell’attuale messale hanno bisogno di essere aggiornati, contestualizzati, rimodernati.

    Il primo cambiamento, forse quello più discusso e più importante, è la modifica definitiva alle parole del “Padre Nostro”. In realtà, se prendiamo la versione aggiornata della Bibbia secondo la traduzione della CEI pubblicata nel 2008, troviamo già questa versione aggiornata. Di fatto non sarà quindi una novità, ma l’adeguamento del messale chiede anche a noi di modificare due parole di questa preghiera millenaria che tutti impariamo fin da bambini. Non si dirà più “non indurci in tentazione”, ma “non abbandonarci alla tentazione”. La parola “indurre” è una di quelle che necessita di essere precisata, non rispondendo più, secondo l’uso comune, al significato corretto della preghiera. Il Signore, quindi, non ci porta alla tentazione, non ci tenta, perché non ne ha bisogno. “Dobbiamo escludere
    che sia Dio il protagonista delle tentazioni che incombono sul cammino dell’uomo” ha precisato papa Francesco. Il Signore desidera solo essere amato e rispondere a un figlio che chiede aiuto. Uno di questi aiuti è proprio quello di volgersi verso di Lui nei momenti in cui siamo fragili,
    deboli, come nella tentazione di cedere al peccato. In quel momento abbiamo bisogno di essere sostenuti, amati, consolati dal Signore, a cui chiediamo aiuto nella nostra lotta contro il male e il peccato. Sempre nel Padre Nostro, inoltre, troveremo il cambiamento da “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” in “rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

    Un altro adeguamento lessicale è quello che risponde alla necessità di aprire le orazioni verso tutti i fedeli, estendendo alcuni sostantivi che finora richiamavano solo la parte maschile per includere anche la presenza preziosa e necessaria della parte femminile dei fedeli. Troveremo quindi le invocazioni non più dirette ai “fratelli” ma a “fratelli e sorelle”, come nel caso della preghiera del “Confesso a Dio e a voi fratelli e sorelle”.

    Altre piccole modifiche riguardano il “Gloria” come lo recitiamo durante la santa messa. “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà” diventerà “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore”.

    Un’ultima modifica riguarda le preghiere eucaristiche in cui la preghiera di intercessione per tutto “l’ordine sacerdotale” sarà ampliata nei tre gradi del ministero ecclesiastico: “con l’ordine episcopale, i presbiteri e i diaconi”

    Diac. Fabrizio Santantonio

  • Pensare oltre

    Nel vortice della pandemia (e della seconda ondata), ci chiediamo ancora cosa stiamo imparando su noi, sulla vita, sull’umanità. Tra i primi dieci paesi contagiati (l’Italia è per ora 15a), sei appartengono ai “paesi di missione” (dove operano anche missionari italiani): India, Brasile, Argentina, Colombia, Peru, Messico. Nella statistica delle vittime (dove l’Italia è purtroppo 6a), tra i primi cinque risultano Brasile, India, Messico (dati del 21 ottobre). I dati africani, a detta di molti, sono poco leggibili a causa delle fragili strutture sanitarie del continente.

    La Chiesa italiana propone di celebrare in questo mese la giornata missionaria con il tema Tessitori di fraternità. Si tratta come sempre di pregare perché l’evangelizzazione abbia successo, non tanto come ampliamento della forza del cattolicesimo, ma come accoglienza dell’annuncio a essere tutti discepoli di Gesù; e perché missionari e missionarie – sacerdoti, religiosi e religiosi laici e famiglie – siano perseveranti in quest’opera. Si tratta di non far mancare una solidarietà concreta, fatta anche di un’offerta in denaro, per sostenere l’annuncio del vangelo in tutti i paesi del mondo, specialmente tra i popoli più poveri.

    Si tratta anche di “pensare oltre”: cattolico – a dispetto di chi ritiene il contrario – non significa settario o separato, ma universale. Anche se dotato di storie e culture con forte identità, ogni cattolico è aperto al mondo, pensa e prega oltre i propri confini, si sente parte di una Comunità ampia, desiderosa che nessuno sia escluso dalla salvezza, e diventa tessitore di fraternità.

    don Gianni

  • S. Messe al cimitero sospese

    S. Messe al cimitero sospese

    Quest’anno purtroppo non potremmo ricordare i nostri defunti nelle modalità tradizionali cui la nostra città è abituata da sempre, ma le occasioni per farlo non mancheranno, visto che le messe nelle varie parrocchie sono state incrementate per permettere al maggior numero possibile di persone di partecipare nella preghiera.

    Invitiamo tutti in occasione della ricorrenza e delle visite ai cimiteri, che saranno comunque consentite, di rispettare i protocolli di sicurezza che ormai conosciamo bene.

    Dato il difficilissimo momento che stanno vivendo tutte le comunità, anche senza la celebrazione delle messe al cimitero, la ricorrenza dei defunti sarà un’importante occasione per restare idealmente uniti, responsabili e solidali, confidando e pregando per un rapido superamento di questa tremenda emergenza sanitaria.

    Don Gianni Cesena

    Nel rispetto delle norme anti-Covid predisposte dal Governo e da Regione Lombardia, non si potranno tenere le consuete celebrazioni religiose e le messe nei cimiteri cittadini di viale delle Rimembranze e di piazza della Divina Misericordia.

    Gli accessi e le visite ai defunti sono comunque consentiti ma invitiamo a scaglionarli nell’arco delle giornate per evitare gli assembramenti.

  • Comunità in cammino 18 ottobre 2020

    Comunità in cammino 18 ottobre 2020

    COMUNITÀ PASTORALE
    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO
    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 19 – Numero 7 17 ottobre 2020

    PIETRE, PERSONE E BANCOMAT

    Nel rito ambrosiano la terza domenica di ottobre ricorda la dedicazione del Duomo, con riferimento a celebrazioni avvenute in secoli differenti (nel 1418 con papa Martino V, nel 1577 con san Carlo Borromeo, fino al 1986 quando il card. Martini consacrò l’altare maggiore del Duomo restaurato).

    Leggiamo nella Lettera di Pietro: «quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo» (2,5). L’Apostolo paragona i battezzati alle pietre che costituiscono la struttura di un edificio; un edificio, però, spirituale: animato dallo Spirito santo, e composto da pietre vive.

    Sono dunque gli uomini e le donne di fede a costituire l’edificio vivente della Chiesa. L’edificio di pietra è solo un’immagine di ciò che è più vero, ossia la Chiesa come comunità di credenti.

    Una comunità che non è immobile, statica e vulnerabile – come le pur bellissime testimonianze architettoniche consegnateci dai padri antichi –, ma capace di movimento, adattamento ai tempi, aggiornamento di linguaggi e iniziative, perché il Vangelo di Gesù possa esprimersi nelle culture, nelle caratteristiche e nei costumi di popoli diversi e delle diverse epoche storiche.

    Un edificio spirituale, composto da pietre vive, più che una chiesa-bancomat dove, inserita la tessera e digitato il PIN, si ottengono i servizi desiderati, secondo gusti soggettivi spesso arbitrari.

    Piuttosto una chiesa in uscita capace di portare parole e gesti di salvezza e di speranza.

    don Gianni

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  • Battesimi 2020-2021

    Calendario Battesimi 2020-2021

    Santi Pietro e Paolo

    • Domenica 8 dicembre 2020, ore 16:00
      Incontri di preparazione 31 ottobre e 7 novembre

    Gli incontri di preparazione si svolgono alle 15.00 presso la Basilica

    Santi Siro e Materno

    • 15 novembre 2020
    • 13 dicembre 2020
    • 17 gennaio 2021
    • 14 febbraio 2021
    • 14 marzo 2021
    • 25 aprile 2021
    • 23 maggio 2021
    • 20 giugno 2021
    • 11 luglio 2021

    La celebrazione si tiene sempre la domenica pomeriggio alle ore 16:00

    Per informazioni ed iscrizioni si invitano i genitori a rivolgersi personalmente all’Ufficio parrocchiale (via Conciliazione 2, tel 0362-621678) aperto dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 19.’00

    È opportuno fissare la data del battesimo con almeno due mesi di anticipi

    Si prega di verificare anticipatamente le condizioni richieste per il compito di padrino e madrina, informandosi presso il Parroco o l’Ufficio Parrocchiale

    Date e modalità del percorso di preparazione, richiesto a genitori, padrini e madrine vengono comunicate al momento dell’iscrizione

    Per chi abita a Desio, si consiglia di celebrare il Battesimo nella propria parrocchia di residenza.

    Nota bene: il numero di iscrizioni e di partecipanti al rito sarà limitato in ragione di eventuali norme in vigore a causa dell’emergenza sanitaria.

  • Comunità in cammino 11 ottobre 2020

    Comunità in cammino 11 ottobre 2020

    COMUNITÀ PASTORALE
    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO
    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 19 – Numero 6 11 ottobre 2020

    CERCARE PAROLE DI VANGELO

    La terza enciclica di papa Francesco cita – come già aveva fatto per Laudato si’ – un testo di Francesco d’Assisi: Fratelli tutti; uno scritto dove il Santo intendeva rivolgersi a «tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo» (n. 1).

    Qualcuno ha accostato il testo con curiosità: da che parte sta il papa? Perché chi ha una mentalità mondana, non può che interpretare tutto sulla misura della politica e delle sue divisioni partitiche e di schieramento; sull’economia e sulle sue statistiche di inflazione, PIL e produzione; sui fenomeni sociali, come migrazioni, pandemie, povertà, e sulle paure che inducono nella gente.

    Il papa spende lunghe pagine per meditare sulla parabola del buon samaritano, dove pure si evidenzia la necessità di una scelta di campo: davanti alle ferite del mondo «l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dell’uomo ferito lungo la strada» (n. 67). Una scelta capace di ispirare ogni cosa: vita di famiglia e coltivazione delle amicizie, vita della comunità cristiana e responsabilità sociali, uso dei beni e rispetto per il creato.

    Il testo, lungo e articolato, nasce dall’esperienza, ma non resta neutrale: ha sapore di Vangelo. E svela che si può stare dalla parte del Vangelo ed essere semplicemente cristiani, senza ulteriori specificazioni. Semplicemente cristiani, come Charles De Foucauld che chiedeva a un amico: «Pregate Iddio affinché io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo paese» (n. 287).

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 4 ottobre 2020

    Comunità in cammino 4 ottobre 2020

    COMUNITÀ PASTORALE
    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO
    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 19 – Numero 5 4 ottobre 2020

    PATRONALE, RIMA CON ESSENZIALE

    La festa di Desio è in sordina, e non potrebbe essere altrimenti. Troppa la prudenza da esercitare e troppi i pericoli da sventare. Il rischio è ancora tra noi: quasi ogni giorno la Lombardia è in testa alle classifiche nazionali dei nuovi contagiati e non riesce a scrollarsi di dosso l’infezione.

    Occasione in più per vedere se la festa trovi significato solo nel gioioso accorrere a iniziative religiose e civili, culturali e commerciali, o non anche in radici più profonde ed essenziali.

    Il Madunin (il vezzeggiativo indica forse più la confidenza con la Vergine Maria che la sua piccolezza) riporta alla Madonna del Rosario, alla vita di uomini e donne dove il riferimento a Dio è costante e concreto, accompagnato da Colei che ha condiviso tutta la vicenda di Gesù con animo materno e femminile, fino a diventare per noi modello del credere e dell’essere discepoli.

    Nel 2020 ricordiamo poi che da dieci anni esatti le parrocchie di Desio sono unite in Comunità Pastorale.

    A prima vista un legame che riguarda unicamente aspetti organizzativi, a partire dalla diminuzione del clero. Oppure, facendo – come si dice talvolta – di necessità virtù, uno stimolo a rinnovare la missione evangelica per il XXI secolo: non abbiamo soluzioni pronte, ma ci lasciamo animare dalla passione per il Vangelo e dallo spirito di comunione. Comunità e comunione, cioè essere insieme per fare insieme, senza mortificarci a vicenda, ma partecipando a un unico cammino: generare, come Maria, la presenza di Gesù in questo nostro tempo.

    don Gianni

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