Autore: basilica

  • Comunità in cammino 16 febbraio 2020

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    COMUNITÀ PASTORALE

    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 18 – Numero 25 16 febbraio 2020

    NON FACCIAMO PIÙ LA CRESIMA

    L’episodio in sé non è granché: durante la Messa serale del sabato quattro preadolescenti sono entrati in basilica, hanno lanciato un urlo e sono scappati. Di ragazzi e ragazze della loro età si aggiunge che siano protagonisti di bullismi, vandalismi o piccole risse qua e là per la città.

    L’età è quella cosiddetta del post-Cresima: quando si dovrebbe confermare consapevolmente e liberamente la fede professata nel Battesimo e darle seguito nella vita quotidiana.

    Tra addetti ai lavori – con un pizzico d’ironia e forse di amarezza – la Cresima è chiamata “il sacramento del ciao”. Prediligo un’altra immagine: non è una finestra da chiudere, dopo aver dato un’occhiata più o meno curiosa a “cose cristiane” e andare finalmente ai propri interessi, ma una porta che si apre per essere inviati nel mondo come testimoni di Gesù.

    Va riconosciuto che, nonostante l’impegno profuso, per tanti il traguardo non è raggiunto.

    In altri paesi la Cresima si dà verso i 18 anni; gli Ortodossi già ai neonati insieme al Battesimo.

    Il problema però non è l’età della Cresima, ma fare scelte che abbiano senso e, quindi, evitare quelle che non ne hanno. La scorrettezza, più che bypassare l’offerta educativa e religiosa della comunità per ottenere “i sacramenti a ogni costo!”, è il non riflettere responsabilmente, ragazzi e famiglie, sul significato di ciò che si chiede.

    (PS.: ma i genitori di quei preadolescenti sanno come i loro figli passano il tempo libero?)

    don Gianni

     

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  • Comunità in cammino 9 febbraio 2020

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    Anno 18 – Numero 24 9 febbraio 2020

    CAMBIAMENTO DI EPOCA

    Secondo un’affermazione di papa Francesco oggi viviamo non un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca. Detta per la prima volta ai vescovi in Brasile, fu poi ripetuta al convegno della Chiesa italiana di Firenze nel 2015.

    Un’epoca di cambiamento presuppone qualche semplice aggiustamento e aggiornamento: ci si avvantaggia – anche per il messaggio cristiano – di nuovi strumenti e nuove tecniche, ma non cambia la visione della persona, delle relazioni, dei valori fondamentali.

    Nel cambiamento di epoca invece muta il modo con cui ciascuno intende se stesso e il mondo, dovendo fare i conti con lo strapotere di scienze e tecnologie (capaci persino di replicare e modificare il nostro patrimonio genetico), l’interdipendenza economica e sociale (un’epidemia condiziona sì salute e medicina, ma anche le Borse, i messaggi sui social, i pregiudizi etnici), il ruolo controverso delle religioni, la necessità di tutelare l’ambiente e la natura.

    I cristiani non sono estranei a nessuna epoca e a nessuna cultura: anche Gesù ha vissuto vantaggi e disagi del suo tempo e lì ha proclamato una buona notizia per tutti. Anche in mondi complessi e difficili da comprendere, il Vangelo può essere annunciato e diventare fonte di speranza, profezia di amore vero. Ricorda il Papa che «il Signore è attivo e all’opera nel mondo». Più che dolerci – perché sorpresi da fenomeni imprevisti, incluso un certo declino della vita cristiana –, possiamo aprirci allo Spirito per la singolare missione che ci è affidata.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 2 febbraio 2020

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    Anno 18 – Numero 23  2 febbraio 2020

    QUALE VITA SE VINCE L’EGOISMO

    In questi giorni si parla molto del coronavirus che ha colpito la Cina e si sta espandendo altrove. Mi ha colpito la notizia che a Hong Kong è stato dato alle fiamme un edificio destinato a ospitare persone attaccate da questo virus. Nello stesso tempo in Italia alcuni cinesi sono stati maltrattati, quasi fossero portatori della malattia.

    In concomitanza con questi fatti si è ricordato l’anniversario della liberazione di Auschwitz e dei contemporanei allarmanti gesti di intolleranza e antisemitismo. Con milioni di ebrei, ai campi di concentramento nazisti e alle camere a gas furono destinate molti altri, anche di religioni diverse, tra cui eccelle san Massimiliano Kolbe (la cui cella abbiamo visitato nel pellegrinaggio dello scorso giugno, con commozione e in spirito di preghiera).

    La sovrapposizione di avvenimenti così disparati ha in comune la denuncia della vittoria dell’egoismo o dell’indifferenza, quando si pensa che “quando sto bene io, stanno bene tutti”.

    Nella Giornata per la Vita, tesa a tutelare i più deboli e indifesi – i bambini non ancora nati e i malati in fase terminale – risuona la domanda, umana e cristiana: perché e per chi vivo?

    Ci aiuta nella riflessione il messaggio dei Vescovi italiani: “L’ospitalità della vita è una legge fondamentale: siamo stati ospitati per imparare ad ospitare. Ogni situazione che incontriamo ci confronta con una differenza che va riconosciuta e valorizzata, non eliminata, anche se può scompaginare i nostri equilibri”. E concludono: “Il frutto del Vangelo è la fraternità”.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino – 26 gennaio 2020

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    Anno 18 – Numero 22 – 26 gennaio 2020

    FAMIGLIA, SCUOLA DI AMORE

    All’inizio del rito del Battesimo si formula la domanda: «Cari genitori, chiedendo il Battesimo per vostro figlio, voi vi impegnate a educarlo nella fede, perché, nell’osservanza dei comandamenti, impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato».

    A prima vista si stabilisce una condizione: vostro figlio sarà battezzato solo se siete disposti a educarlo nella fede. In realtà l’orizzonte è più ampio: educare nella fede un bambino coincide con il fatto che «impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato».

    L’educare nella fede – cioè a partire dalla propria fede di genitori ed educatori – comprende la missione tipica di ogni famiglia e di ogni realtà educativa: essere una scuola di amore.

    Il compito appare impegnativo: siamo sicuri di sapere cosa significa amare? come esprimerlo veramente? come amare nelle difficoltà e nelle avversità? Non ci sono risposte immediate.

    La domanda che precede il Battesimo dei bambini svela però ai credenti che possono contare su qualche speciale risorsa: l’amore del prossimo è l’altra faccia della medaglia dell’amore di Dio e non si può separarli; l’insegnamento di Cristo non è parole, ma la sua vita donata, fino alla croce. L’amore dunque mai sarà possessivo – ossia amore di sé attraverso l’altro –, ma oblativo – amore per l’altro nel dono di sé –, disinteressato, senza contropartite.

    Alla scuola dell’amore tuttavia non ci si mette senza riconoscere Gesù, la sua storia, la sua parola: ecco perché una scuola di amore è pure scuola di preghiera, anche in famiglia.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino – 19 gennaio 2020

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    Anno 18 – Numero 21 19 gennaio 2020

    SANTA FAMIGLIA E NOSTRE FAMIGLIE

    L’ultima domenica di gennaio – la prossima, alla quale ci prepariamo – è dedicata dalla liturgia ambrosiana alla Santa Famiglia di Nazaret: Gesù, Maria e Giuseppe.

    A parte i racconti evangelici sul Natale, non poi così dettagliati, e poche altre pagine, ciò che possiamo dire della Santa Famiglia è frutto più di deduzione che di narrazione. I testi però ci forniscono una chiave di lettura quando affermano che Gesù cresceva in età, sapienza e grazia: un’osservazione che si può estendere ai circa trenta anni della vita nascosta a Nazaret.

    Si potrebbe dire che la normalità si accompagnava a intensità: una famiglia non rassegnata a semplici ripetizioni di gesti o ad abitudini di affetti e relazioni. Una vita scandita sì dallo scorrere degli anni (età), ma capace di accrescere conoscenze ed esperienze (sapienza) e fondata su un rapporto con Dio né banale, né formale (grazia).

    Più che aiutarci a curiosare nella famiglia di Gesù, questo paradigma può diventare, a tutte le età, lo stesso per le nostre famiglie di oggi, per dare colore e sapore ai loro progetti, profondità ai loro desideri e gioia costante nell’inesorabile passare del tempo.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 12 gennaio 2020

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    Anno 18 – Numero 20 12 gennaio 2020

    SI OTTIENE QUANTO SI SPERA

    Il mese di gennaio da oltre cinquant’anni è dedicato dalla Chiesa cattolica al tema della pace. Si apre con la Giornata Mondiale della pace, nel quale si medita il messaggio del Papa, ed è caratterizzato poi da incontri di preghiera, conferenze, fiaccolate ecc.

    Nel decanato di Desio – che comprende anche Nova Milanese, Bovisio Masciago e Muggiò – ogni anno la Marcia della Pace è una proposta aperta a tutti per rilanciare l’impegno a favore di una convivenza che, dalle famiglie alle nazioni, metta al bando violenze e conflitti, riduca l’aggressività di parole e comportamenti, informi correttamente sui pericoli e le minacce, ma anche sui percorsi virtuosi di singoli e gruppi per costruire concordia e riconciliazione.

    Domenica 19 gennaio la Marcia della Pace toccherà alcuni luoghi simbolici di Desio: una casa a servizio di persone disabili; un edificio sequestrato alla mafia e riconsegnato alla collettività per il bene comune; una piazza di mercato; piazza Conciliazione, cuore civile e religioso della città; si concluderà nella piazza di fronte al Municipio.

    Sarà testimone Abdoulaye Mbodj: nato a Dakar (Senegal) nel 1985, in Italia dal 1991, laureato a pieni voti in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica di Milano e dal 2012 il primo avvocato di origine africana del Foro di Milano. È di religione musulmana ed è grande estimatore e conoscitore di Papa Francesco.

    Nel suo messaggio il Papa ha concluso: “Non si ottiene la pace se non la si spera”. Una marcia non risolve i problemi, ma può dichiarare una speranza profonda e condivisa.

    don Gianni

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  • La Regina dell’acqua

    Domeniche-a-teatro-2020-regina-acquaDomenica a Teatro  14 Edizione

    Stagione teatrale per famiglie

    TEATRO IL CENTRO     Desio Via Conciliazione

    19 gennaio 2020   ore 16.00    

    GLI ALCUNI

    La Regina dell’acqua

    con Polpetta e Caramella

    I Cuccioli si trovano questa volta a dover interpretare a loro modo la fiaba di Andersen “La Regina della neve”…

    Il coniglio Cilindro interpreterà la parte di Kai e la papera Diva quella di Gerda. La presenza di una perfida Maga convincerà Diva a stare al gioco. Cilindro è rapito e ipnotizzato dalla Regina dell’acqua che lo porta nel suo palazzo d’acqua. La Regina e la Maga hanno un solo scopo: avere il dominio su tutta l’acqua che scorre nel loro regno. Diva va alla ricerca di Cilindro e dovrà trovare una soluzione per liberarlo dall’incantesimo …

    Lo spettacolo vive del forte coinvolgimento del pubblico che dovrà aiutare i Cuccioli a risolvere i problemi che via via si presenteranno.

    Convenzioni e riduzioni per Gruppi, Enti, Associazioni,Cral, Scuole.

    Per informazioni

    Segreteria parrocchiale 0362.621678

    Per informazioni e prenotazioni

      info@ardenspazio33.it         +39 3493257087

    www.ardenspazio33.it www.facebook/ardenluogodelpossibile

    Teatro in orario di apertura biglietteria 0362 626266

     DOMENICA A TEATRO 2019-2020