Autore: basilica

  • Comunità in cammino 25 febbraio 2018

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 26 domenica 25 febbraio 2018

    PROPOSTA PER UN VERO DIGIUNO

    Digiuno e penitenza, insieme con preghiera ed elemosina, sono le azioni caratteristiche del tempo quaresimale. Anche il Papa ne parla nel suo Messaggio per la Quaresima di quest’anno: “Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita. L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame”.

    Il digiuno ci sveglia… ci avevamo mai pensato? Non si tratta di togliere cose alla nostra vita (cibo, fumo, gioco, sesso, tv, musica, cellulare ecc.), ma di aggiungere. Mi piacerebbe proporre per questa Quaresima un digiuno (molto faticoso?) per coloro che in chiesa faticano a unirsi al coro della preghiera e del canto: il digiuno dal mutismo che li fa solo spettatori di una liturgia, per diventare attori di una partecipazione visibile e sensibile alla preghiera comune. Così alla domanda “Cosa fai tu per la tua comunità?” potranno serenamente rispondere: “Moltissimo! Prego e canto con tutti”.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 18 febbraio 2018

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 25 domenica 18 febbraio 2018

    È ANCORA POSSIBILE FARE “DI PIÙ”?

    Una paroletta inconsueta ricorre nell’insegnamento di un grande santo, Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti. È la parola magis, un’espressione latina che si traduce semplicemente “di più”. Il “di più” è entrato anche nel titolo di una canzone abbastanza orecchiabile, e forse non inutile, del 1987 (Si può dare di più, cantata da Morandi, Ruggeri e Tozzi).

    Il “di più” del cristiano sembra portare con sé un inevitabile significato di sforzo e impegno, che nei tempi presenti, oppressi da mille paure e preoccupazioni, non sembra proprio né desiderabile, né a portata di mano. Abbiamo la vita già così tanto piena che più o meno ci accontentiamo di “fare quello che possiamo”.

    Parlando proprio ai Gesuiti diceva il Papa: “Il magis è il fuoco, il fervore dell’azione, che scuote gli assonnati”. La Quaresima che inizia oggi è anche un cercare il “di più” in forza del dono che abbiamo ricevuto: Lo Spirito, maestro interiore, come suggerisce il titolo del libretto di preghiera personale e familiare di questo periodo e riporta il pieghevole promemoria di numerose proposte.

    Non si tratta dunque di uno sforzo sovrumano, ma di riscoprire, ascoltare, seguire la preziosa guida interiore dello Spirito, maestro interiore, e così rischiare qualcosa “di più” del nostro tempo, di ciò che pensiamo, decidiamo e facciamo. La preghiera, la penitenza (o la sobrietà, se si preferisce) e la carità fattiva sono le piste su cui agire: è questo il tempo dove riconoscere “di più” il primato di Dio e dell’amore per il fratello.

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 11 febbraio 2018

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 24 domenica 11 febbraio 2018

    MALATI, ANZIANI E VOLONTARI

    In occasione della 26a Giornata del malato e del 160° delle apparizioni di Maria a Lourdes, i Vescovi della Lombardia ci consegnano un interessante appello:

    Raccomandiamo vivamente alle comunità di incrementare attività caritative e di volontariato. Trascorrere alcune ore alla settimana in questi luoghi di sofferenza risulta essere prezioso per l’educazione alla gratuità e al dono sincero di se stessi, mettendo così in pratica le opere di misericordia raccomandate dal Santo Vangelo. Inoltre non si deve dimenticare che invitare persone a svolgere queste attività di volontariato può risultare anche una grande occasione per autentici cammini di conversione, iniziando ad uscire da se stessi e aprendosi al bisogno degli altri. Invitare persone all’attività di volontariato in ospedale, nelle case di cura, nelle residenze per gli anziani può risultare un gesto autenticamente missionario. Quante persone iniziando a svolgere un semplice servizio come volontario hanno potuto trovare un potente stimolo per autentici percorsi di conversione! Non manchi mai nelle nostre comunità la proposta di trascorrere un po’ del proprio tempo con chi ha bisogno di vicinanza e di amore!

    In particolare raccomandiamo che la comunità ecclesiale, anche attraverso associazioni e movimenti, promuova la proposta del volontariato ai giovani. Siamo certi della grande capacità educativa di un gesto regolare di gratuità proposto alle nuove generazioni. Vivere un tempo di volontariato aiuta ad andare in profondità delle domande sul senso della vita e può stimolare quel dono di sé che apre alla esistenza autenticamente adulta.

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  • Comunità in cammino 4 febbraio 2018

     

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

     

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    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 23 domenica 4 febbraio 2018

    VANGELO, VITA, GIOIA DEL MONDO

    Dal Messaggio dei Vescovi Italiani per la 40a Giornata Nazionale per la Vita:

    L’amore dà sempre vita”: quest’affermazione di papa Francesco, che apre il capitolo quinto dell’Amoris laetitia, ci introduce nella celebrazione della Giornata della Vita 2018, incentrata sul tema Il Vangelo della vita, gioia per il mondo.

    I segni di una cultura chiusa all’incontro, avverte il Santo Padre, gridano nella ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità. Egli ricorda che solo una comunità dal respiro evangelico è capace di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia; una comunità che sa farsi “samaritana” chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata; una comunità che con il salmista riconosce: «Mi indicherai il sentiero della vita».

    Di questa vita il mondo di oggi, spesso senza riconoscerlo, ha enorme bisogno per cui si aspetta dai cristiani l’annuncio della buona notizia per vincere la cultura della tristezza e dell’individualismo, che mina le basi di ogni relazione.

    La Chiesa intera e in essa le famiglie cristiane, che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdono reciproco e della misericordia, guardano alla gioia degli uomini perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo.

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  • Comunità in cammino 28 gennaio 2018

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    COMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 22 domenica 28 gennaio 2018

    TRASMETTERE LA FEDE IN FAMIGLIA

    Rileggiamo oggi un testo di Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica di papa Francesco del 2016 sul tema dell’amore matrimoniale e familiare: un messaggio mai troppo meditato e approfondito. Il n. 287, qui sotto riportato, si intitola Trasmettere la fede.

    L’educazione dei figli dev’essere caratterizzata da un percorso di trasmissione della fede, che è reso difficile dallo stile di vita attuale, dagli orari di lavoro, dalla complessità del mondo di oggi, in cui molti, per sopravvivere, sostengono ritmi frenetici. Ciò nonostante, la famiglia deve continuare ad essere il luogo dove si insegna a cogliere le ragioni e la bellezza della fede, a pregare e a servire il prossimo. Questo inizia con il Battesimo, nel quale, come diceva sant’Agostino, le madri che portano i propri figli «cooperano al parto santo». Poi inizia il cammino della crescita di quella vita nuova. La fede è dono di Dio, ricevuto nel Battesimo, e non è il risultato di un’azione umana, però i genitori sono strumento di Dio per la sua maturazione e il suo sviluppo. Perciò «è bello quando le mamme insegnano ai figli piccoli a mandare un bacio a Gesù o alla Vergine. Quanta tenerezza c’è in quel gesto! In quel momento il cuore dei bambini si trasforma in spazio di preghiera». La trasmissione della fede presuppone che i genitori vivano l’esperienza reale di avere fiducia in Dio, di cercarlo, di averne bisogno, perché solo in questo modo «una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese» (Sal 144,4) e «il padre farà conoscere ai figli la tua fedeltà» (Is 38,19).

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  • Comunità in cammino – 21 gennaio 2018

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 21 domenica 21 gennaio 2018

    DIPENDENZA? RESILIENZA?

     

     

    Dipendenza e resilienza: espressioni che provocano in maniera diversa. La prima perché si dice “Non capiterà mai a me (o ai miei cari)” di essere dipendente da droghe, alcool, sesso, gioco d’azzardo, cibo, internet ecc. La seconda, poco conosciuta, deriva dalla scienza dei materiali dove indica la capacità di un corpo di resistere a urti improvvisi senza spezzarsi; per analogia in psicologia evoca la capacità di una persona di resistere a difficoltà e a situazioni problematiche e complesse, senza farsi travolgere né sentirsi esauriti, bensì migliorati

     

    Mi pare tuttavia che a entrambi i rischi corrisponda una complicità diffusa e poco responsabile, quando si esaltano personalità o comportamenti trasgressivi, che traggono valore dal non conformarsi a come si ritiene pensi o agisca la maggioranza delle persone, oppure quando atteggiamenti o parole conflittuali vengono non solo approvati, ma anche incoraggiati.

     

    Nei prossimi giorni la Comunità pastorale proporrà a tutti – adulti e giovani, educatori e genitori – alcuni momenti di attenta riflessione su questi temi che in realtà incrociano da vicinissimo il nostro vivere quotidiano, sollecitano a combattere apparenze e ipocrisie, aprono a un approccio educativo che orienti la libertà levando la maschera a comportamenti e scelte che nascono da disagi nelle relazioni, da chiusure sul proprio io, da carenze di valori.

     

    Certo: nell’educare e nell’educarsi occorre non poco “fiuto”, ma un po’ di sapienza nel condividere e valutare le esperienze vissute e nel promuovere approfondimenti e nuove conoscenze non può che fare bene a tutti.

     

    don Gianni

     

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  • Comunità in cammino 14 gennaio 2018

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 20 domenica 14 gennaio 2018

    NEL 2018 I SINODO PER I GIOVANI

    Il lavoro per i giovani: chi non ha espresso questa preoccupazione all’inizio del nuovo anno? Dove vanno i giovani? Pare che solo il 7% sia interessato alla religione e il 4% alla politica. A Capodanno una ventina di giovanissimi si sono presentati in ospedale a Napoli colpiti da coma etilico. Mi piace il sorriso contagioso di Bebe Vio (chi non la conosce si informi) che pur con una grave disabilità è a vent’anni di età un emblema di gioia e fiducia. Non sono pochi i giovani italiani che, anche all’estero, inventano nuove forme di lavoro con una fantasia degna dei grandi del passato. Però si calcola che in Italia un paio di milioni di giovani tra i 15 e i 24 anni siano NEET: Not engaged in Education, Employment or Training, cioè gente che non partecipa a percorsi di istruzione o formazione e non svolge un’attività lavorativa.

    Nelle nostre comunità quando un gruppo zoppica si cercano i giovani, ma poi pare arduo impegnarli. Va verificato anche quanto il linguaggio degli adulti – incluso il mio – incroci i loro interessi e sappia aiutare le loro scelte. Molti proiettano su di loro le esperienze della propria giovinezza, senza un paziente ascolto di una situazione che è totalmente inedita.

    Per l’autunno del 2018 il Papa ha indetto un sinodo su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Ci aspettiamo molto da questo appuntamento mondiale. Tuttavia osservando una volta il volto poco entusiasta di alcuni adulti presenti a una Messa domenicale, mi chiedevo: come testimoniare a questi giovani, ipertecnologici e così incerti sul loro futuro, la gioia del Vangelo? Come non ostacolare la parola di Gesù che ancora dice loro: “Venite e vedrete”?

    don Gianni

     

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  • Comunità in cammino 7 gennaio 2018

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

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    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 19 domenica 7 gennaio 2018

    BATTEZZATI, DISCEPOLI-MISSIONARI

    Oggi, festa del battesimo di Gesù, ci lasciamo illuminare da quanto ha scritto il Papa nella sua lettera programmatica del pontificato (vedi Evangelii Gaudium n. 120)

    In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario. Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare a uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni. Questa convinzione si trasforma in un appello diretto a ogni cristiano, perché nessuno rinunci al proprio impegno di evangelizzazione, dal momento che, se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo, non può attendere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istruzioni. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari”. Se non siamo convinti, guardiamo ai primi discepoli, che immediatamente dopo aver conosciuto lo sguardo di Gesù, andavano a proclamarlo pieni di gioia: «Abbiamo incontrato il Messia». La samaritana, non appena terminato il suo dialogo con Gesù, divenne missionaria, e molti samaritani credettero in Gesù «per la parola della donna». Anche san Paolo, a partire dal suo incontro con Gesù Cristo, «subito annunciava che Gesù è il figlio di Dio». E noi che cosa aspettiamo?

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 31 dicembre 2017

    basilicaCOMUNITÀ PASTORALE SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

     

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 18 domenica 31 dicembre 2017

    PACE 2018: IL MESSAGGIO DEL PAPA

    Due parole tra tante sono risuonate nei messaggi natalizi. Una del Papa: «Oggi, mentre sul mondo soffiano venti di guerra e un modello di sviluppo ormai superato continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale, il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nei volti dei bambini, specialmente di quelli per i quali, come per Gesù, “non c’è posto nell’alloggio”». L’altra del nostro Arcivescovo: «Quale egoismo spropositato ha indotto a pensare che l’io è il centro del mondo e il criterio del bene e del male, questo io fragile, smarrito, e insieme arrogante e suscettibile, che non può ammettere d’aver ricevuto la vita e si vanta di potersi dare la morte?».

    Forti di queste osservazioni ci apprestiamo a concludere il 2017 e a iniziare il 2018, meditando il messaggio del Papa per la 51a Giornata della pace che si celebra il 1 gennaio con il titolo Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace., il cui testo viene distribuito nelle nostre chiese. Esso va accolto anzitutto con spirito di fede, con “sguardo contemplativo” (vedi al n. 3). Va accostato inoltre come “controinformazione”, perché non risponde a programmi politici o a suggestioni per il popolo, ma intende rendere coscienti i cristiani di tutto il mondo circa il tema della pace e i suoi sviluppi attuali e insegna a comprendere la storia presente guardando al di là del piccolo orticello in cui ciascuno può chiudersi, e con la lente del Vangelo.

    Che il 2018 sia, nonostante i venti di guerra, un anno di pace. Auguri a tutti!

    don Gianni

     

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  • Comunità in cammino 24 dicembre 2017

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    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 16 – Numero 17 domenica 24 dicembre 2017

    NON C’ERA POSTO

    Non era vestito male, non appariva sicuramente come uno di quei vagabondi inquietanti che si incrociano per strada, ma si notava subito che veniva da fuori e che richiamava – come dire? – un non so che di “religioso”. Vide il cancello di una scuola, cercò di entrare, ma si sentì rispondere “Qui non c’è posto per te; per rispettare tutte le religioni, abbiamo deciso di non farne entrare nessuna”. Alla portineria di un ospedale fu allontanato: “Per sicurezza dovremmo verificare che tu non sia portatore di malattie pericolose; non c’è posto per te”. Si avvicinò per visitare una chiesa, ma si sentì dire: “Ora è riservato a chi si confessa, alle prove del coro, ai preparativi del presepio; spiacenti, ma non c’è posto”. In un supermercato fu avvicinato dagli addetti alla vigilanza: “In questi giorni non ci si può limitare a dare un’occhiata; bisogna acquistare, altrimenti non c’è posto”. Anche sotto i portici del centro fu allontanato: “Non c’è posto; qui è vietato bivaccare, i turisti non vanno disturbati”. A un citofono una voce dall’interno rispose: “Ah! Qui non c’è nessuno” (…nessuno?!). Chiese a un poeta, a un cantante e a un pittore di ascoltare la sua storia: “Non c’è posto per queste cose nella cultura moderna, dobbiamo essere all’altezza dei tempi”.

    Scrive il vangelo di Luca: Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro “non c’era posto”. Ma aggiunge il libro dell’Apocalisse: Sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Oggi sta bussando… Buon Natale!

    don Gianni

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