“Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore.»”
Gv 21,15-17
In queste tre domande che Gesù Risorto rivolge a San Pietro e nelle sue tre risposte si gioca la vita di ogni cristiano e in particolar modo di ogni prete. Essere preti prima di essere un “fare” un certo tipo di cose, “vestire” in un certo modo, “comportarsi” in una certa maniera, è abitare queste domande di Cristo Vivo e provare a dare una risposta generosa di amore. San Pietro, da sempre entusiasta discepolo del Cristo, per arrivare a una risposta autentica dovette passare attraverso l’esperienza del rinnegamento, del fare i conti con il proprio limite e peccato, della croce del Maestro e della Sua Resurrezione. Solo allora fu pronto per la missione che Gesù voleva affidargli come guida della Sua Chiesa.
Essere preti parte spesso dalla fede semplice vissuta in famiglia, in parrocchia, in oratorio e nelle associazioni e gruppi giovanili cattolici. Parte dall’essere cristiani, amici autentici di Gesù, amati e perdonati, in cammino con Lui, con Maria, nella Chiesa: Suoi discepoli. È Lui che ci guida verso uno sviluppo maturo della nostra umanità e virilità, pronte al servizio e al dono di sé. Queste dimensioni fanno parte della vita di un sacerdote e non vanno mai trascurate.
A un certo punto però quest’amicizia con Lui diviene incontro e chiamata. Qualcosa nei pensieri, tra le opzioni belle che balenano per il futuro, diventa chiaro: “Pasci le mie pecore”. È una Parola che un po’ spaventa, ma che dall’altra riempie il cuore di commozione e di stupore.
È una Parola che rende partecipi, uniti all’Ordine dei Vescovi, dell’Autorità con cui Cristo fa crescere, santifica e governa la Sua Chiesa con il dono di Sè. Ringraziamo il Signore per aver rivolto questa Parola di chiamata ad un nostro giovane, Edoardo, e anche per il suo generoso e gioioso “Sì”! Continuiamo a pregare per la fede nelle famiglie e perché la nostra terra sia sempre terra attenta e docile alla Voce di Cristo!
Don Marco Albertoni
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