Si avvicina il Natale anche quest’anno!
Inevitabile accogliere un interrogativo: quello che attendiamo è un giorno di spensieratezza, oppure un’occasione per la vita?
A volte i poeti sono capaci di interpretare attese e domande che stanno nelle pieghe più nascoste del cuore. Tra questi, Salvatore Quasimodo che, osservando attentamente la pace del presepe, coglie la contraddizione con l’inquietudine nella quale viviamo a causa delle vicende umane.
Nella poesia ‘Natale’ così scrive:
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
La sete di pace e di quiete del cuore è attraversata anche nell’oggi da fatti che provocano inquietudine, paura, ansia.
Natale è origine della pace perché è offerta, da parte del Dio presente, di un annuncio: “pace in terra agli uomini e donne amati dal Signore”.
Il Natale è tutto qui e non altro: accoglienza di un Dio che si fa piccolo per offrirci tutto della sua divinità, lasciandoci così pacificare il cuore per essere, a nostra volta, operatore di pace in ogni età della vita.
Infatti: “c’è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri”. don Mauro
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