Autore: basilica

  • Il pensiero della settimana – IV dopo il martirio di S. Giovanni

    Il pensiero della settimana – IV dopo il martirio di S. Giovanni

    Il pensiero della settimana – IV dopo il martirio di S. Giovanni

    Il brano di Vangelo di questa domenica segue immediatamente il racconto del miracolo della moltiplicazione dei pani. Il popolo, sfamato dal pane miracoloso, “ricerca Gesù“ a Cafarnao. Con pazienza Gesù cerca di fare capire alla folla che la sua missione non è quella di assicurare il pane materiale con un miracolo, per certi aspetti simile a quello operato da Dio con la manna nel deserto, ma di donare il pane del cielo.
    Gesù è questo Pane di vita e alla domanda “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”, Gesù risponde “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”. Gesù realizza pienamente il desiderio dell’umanità espresso dal profeta Isaia nella prima Lettura.
    Se non ci mettessimo in ascolto del Signore, verificando quanto la parola di Dio ha risonanza nel nostro cuore, potrebbero sembrare solo belle parole.
    Proviamo a domandarci. Siamo alla ricerca del Signore per un incontro sempre più intimo e profondo? Per che cosa cerchiamo il Signore? Per avere la sua benedizione con una vita tranquilla, senza problemi o perché scopriamo in Lui, colui che può dare senso alla nostra vita e alla storia? Ci sentiamo, come dice Isaia, poveri peccatori, incapaci di realizzare pienamente la vita e la missione che il Signore ci ha affidato? Abbiamo qualcosa da cambiare e da farci perdonare?
    Ripetiamo in questi giorni il salmo responsoriale “Vieni o Signore a salvare il tuo popolo” e fa’ che il nostro cuore ti accolga e si lasci salvare.

    don Alberto

  • EDUCAZIONE: C’È BISOGNO DI TESTIMONI

    EDUCAZIONE: C’È BISOGNO DI TESTIMONI

    Siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali o nevrotici; vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così sicuri. Non vogliamo essere subito già così senza sogni. Sciopero, sciopero, compagni! Per i nostri doveri. Signor Maestro, la smetta di trattarci come scemi che bisogna sempre non offendere, non ferire, non toccare. Non ci aduli, siamo uomini, Signor Maestro!

    Così Pasolini negli anni Settanta dava voce al desiderio dei giovani, alle loro speranze, ai loro bisogni. È il grido di chi vuole diventare grande sentendosi accompagnato da adulti capaci di essere incisivi, di toccare il cuore fino a ferirlo. Quel grido, oggi, è probabilmente meno evidente,soffocato dentro un disagio che non riesce a trovare parole per essere comunicato, espresso attraverso comportamenti e
    atteggiamenti complessi che sono però – in modo ancora più drammatico – una domanda che gli adulti non possono eludere. Proprio questo è il punto da cui l’emergenza educativa dentro la quale viviamo può cominciare a essere affrontata: occorre accompagnare i giovani a comprendere che le domande nascoste sotto i molti paesi e le molte paure che sperimentano debbano essere innanzitutto svelate: lo sai che vuoi essere felice? Lo sai che tanti come te si sono messi in viaggio prima di te e adesso con te? Lo sai che non sei solo? Negli anni Settanta come oggi, i giovani chiedono di conoscere come altri prima
    di loro si siano chiesti le stesse cose che si chiedono loro, quale viaggio hanno fatto per scoprire perché valesse la pena vivere e lavorare; chiedono di capire per chi e per che cosa svegliarsi ogni giorno e crescere e abitare il mondo. E chiedono un testimone, tanti testimoni: qualcuno che gli faccia compagnia, che con la sua stessa vita viva renda vere le parole di cui il mondo ha bisogno. Fino ad accorgersi con loro che il viaggio, la domanda e la ricerca hanno un punto luminoso verso cui andare, da cui venire invasi
    e compresi. Non c’è nessuna riforma scolastica che insegni agli insegnanti a essere testimoni così, ma occorre che la scuola torni a diventare un luogo in cui la libertà di fare questo viaggio insieme sia ancora possibile. Così come non c’è nessuna magia che garantisca ai genitori di essere testimoni così e occorre che gli adulti trovino un luogo in cui per primi vengano continuamente educati. Lo stesso si può dire per la Chiesa: è solo una comunità di adulti in cammino, di gente che si interroga sul senso delle cose e abbraccia il mondo avendo incontrato una risposta alla propria inquieta ricerca che può arrivare a offendere, toccare e ferire il cuore dei giovani. Come voleva Pasolini. E come papa Francesco ha con forza riaffermato alla GMG di Lisbona.

    Corrado Bagnoli

  • Santa Maria Nascente a Sabbioncello

    Santa Maria Nascente a Sabbioncello

    Seraficamente adagiata sull’altura di Sabbioncello, la chiesa dedicata a santa Maria Nascente, sede dal 1540 del convento dei Frati Minori Francescani, domina la città di Merate, a un passo dal tranquillo lago di Sartirana.

    Di fattura cinquecentesca, la chiesa presenta le linee classiche del gotico lombardo. La stradina che sale al convento è costellata di cappelle settecentesche, nelle quali furono collocati, una cinquantina d’anni fa, dei grandi bassorilievi in cotto raffiguranti le stazioni della Via Crucis. All’interno l’altare è dominato da una statua lignea dell’Immacolata risalente al 1741. Ai lati preziosi armadi a muro, ospitanti reliquie di santi. Dietro un coro con pregevoli stalli di ignoto autore, risalenti alla fine del Cinquecento, sovrastato sulla volta da vele decorate raffiguranti gli evangelisti e alcuni dottori della Chiesa. Tra le cappelle tutte
    poste su lato sinistro, è degna di rilevo quella del Crocifisso, nella quale spiccano preziosi affreschi eseguiti nel 1593 dal Fiammenghino . Al centro della cappella un Crocefisso, di scuola Secentesca, già venerato dal card. Federico Borromeo.

    In un’altra cappella è custodito il saio di san Giovanni da Capestrano. La parete destra della chiesa è invece un florilegio di dipinti rinascimentali, pensati come ex-voto, offerti da famiglie nobili del tempo. Interessante il chiostro del convento che conserva frammenti di iscrizioni di epoca romana, nel quale si avverte un’atmosfera di serenità che invita alla meditazione.

  • Cresima adulti 2023-2024

    Cresima adulti 2023-2024

    Con la Cresima inizia il tempo della vita cristiana professata e testimoniata nella comunità.
    É il tempo della missione: col dono dello Spirito si è pronti a “prendere il largo”, a uscire, a rendere
    ragione della fede ricevuta.

    I cresimati sono i nuovi “discepoli- missionari”, «viandanti della fede, felici di portare Gesù in ogni
    strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!» in famiglia, sul posto di lavoro e nella società, per
    una vita di fede che si apre al mondo.

    Gli incontri si terranno a Desio presso la Parrocchia dei Santi Siro e Materno (via Conciliazione, 2) nelle
    date indicate, di mercoledì, alle 21.00

    1. Che cosa cercate?
      mercoledì 22 novembre ore 21.00
    2. La misericordia divina e la peccatrice pentita
      mercoledì 29 novembre ore 21.00
    3. Gesù e Zaccheo: cercare ciò che vale
      mercoledì 6 dicembre ore 21.00
    4. Eucarestia: mangiare la Pasqua
      mercoledì 13 dicembre ore 21.00
    5. Gesù muore in croce per noi
      mercoledì 10 gennaio ore 21.00
    6. Pentecoste Gesù risorto ci dona lo Spirito Santo
      mercoledì 17 gennaio ore 21.00
    7. Il rito della Cresima
      mercoledì 24 gennaio ore 21.00

    PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: rivolgersi all’UFFICIO PARROCCHIALE DELLA BASILICA ogni lunedì, mercoledì, venerdì ore
    17.00-19.00 (via Conciliazione, 2 – citofono “Ufficio Parrocchiale”; tel. 0362-621678; indirizzo mail: basilica.desio@tiscali.it).

  • Un’opportunità per la città

    Un’opportunità per la città

    Ogni città e ogni paese ha le sue caratteristiche e tradizioni.

    Nella nostra città non si può dimenticare un aspetto che potrebbe sembrare solo folcloristico ma che, in realtà, dice molto di più: le campane della Basilica. Sicuramente molti, anche tramite youTube, hanno avuto la possibilità di sentire il suono delle nostre campane. Personalmente sono rimasto favorevolmente colpito quando ho saputo che c’è un gruppo, e tra questi non pochi giovani, che in alcune occasioni dell’anno tornano a dare voce al loro suono armonioso con la forza dei muscoli ma, ancor più, con l’arte che chiede la realizzazione di un vero e proprio concerto.

    Viene spontaneo chiedersi quale messaggio offre un concerto campanario.

    Ho trovato, e le propongo all’attenzione di tutti, almeno queste caratteristiche:

    • un concerto campanario, per essere ben realizzato, richiede anzitutto una buona intesa tra i campanari, perché solo così sa parlare con l’armonia dei suoni
    • perché ci sia armonia nei suoni è fondamentale che ci sia una buona sincronia tra chi realizza il concerto
    • non tutti muovono le stesse campane, ma ogni campana è necessaria per dare voce alla festa e rendere piacevole il concerto.

    Di conseguenza, è necessaria la complementarietà tra gli attori. Questo significa che non tutti producono lo stesso suono, ma ogni suono è necessario alla riuscita del concerto.

    Senza pretesa di completezza, le campane della nostra Basilica e delle Chiese della nostra città non vogliono “dare disturbo”, ma suggerire che c’è un modo di vivere dove il contributo specifico di ciascuno è indispensabile per il bene di tutti.

    don Mauro

  • Il pensiero della settimana – III dopo il martirio di S. Giovanni

    Il pensiero della settimana – III dopo il martirio di S. Giovanni

    Il pensiero della settimana – III dopo il martirio di S. Giovanni

    Nel Vangelo di questa domenica, Gesù domanda “chi sono io per voi”, indicando le condizioni per seguirlo: “chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce, ogni giorno, e mi segua”.

    Innanzitutto la domanda “Ma voi chi dite che io sia?“

    È più facile rispondere al “chi sono io per la gente?”: Per sapere che cosa pensa la gente di Gesù, si fa un bel sondaggio di opinioni, si fanno statistiche…

    Ma è difficile porsi la domanda “chi è Gesù per me?“

    Proviamo a immaginarci questa domanda rivolta a ciascuno di noi. Chi è Gesù nella vita del cristiano? Difficile rispondere, è come chiedere a un bambino chi è la sua mamma: saprà dire il nome, ma non chi è e che cosa rappresenta… Perché per lui è tutto.

    Così è Gesù per il cristiano. Se qualcuno vuole andare dietro a lui, deve rinnegare se stesso e prendere la propria croce, ogni giorno.

    Se camminiamo dietro a un Crocifisso, è inevitabile anche per noi portare la croce: quella che ci viene richiesta per essere coerente al Vangelo è quella che, come Gesù, si accetta perché rientra in un disegno d’amore del Padre in cui la croce diviene strumento di salvezza.

    La croce più grande è quella di rinnegare noi stessi, mettere da parte i nostri progetti per assumere quelli di Gesù, con la certezza che la fine del cammino non è la croce o il sepolcro, ma è la risurrezione, la vita nuova. Il cristiano non è un condannato a morte, ma un destinato alla vita senza fine.

    don Alberto

  • La vita è una trasferta

    La vita è una trasferta

    La vita dell’uomo assomiglia ad una trasferta, breve e piena
    di responsabilità. Non possiamo considerarci dimora fissa,
    né caricarci di troppe cose

    (Andrea Siniavskij, scrittore sovietico imprigionato in un gulag)

    Un prete lo sa bene: affezionarsi troppo a un luogo, a delle persone, a delle iniziative realizzate può costare tanto in termini affettivi.

    Ma spesso in un prete c’è anche l’attrazione di voler cominciare qualcosa di nuovo, di accettare le nuove sfide, di sondare terreni sconosciuti.

    Crediamo che don Gianni si tufferà volentieri in questa impresa.

    Alcune sue qualità ci hanno regalato occasioni di crescita umana e cristiana:

    • si è rivelato un vero alleato delle associazioni laicali (pensiamo all’AC, ma anche ad altre realtà), favorendo la partecipazione e la realizzazione di quanto veniva proposto. Crede davvero in una chiesa “sinodale”, dove ognuno può contribuire a dare un volto più vivo alla comunità;
    • ha trasmesso una passione per il mondo – frutto della sua amata esperienza all’Ufficio Missionario – non ingenua (lo straniero non è di per sé buono e bello) ma capace di cogliere le diversità come motivo per allargare mente e cuore, per farsi istruire da un mondo che è sempre più grande di come possiamo pensarlo;
    • i suoi articoli settimanali sul bollettino, stuzzicanti e mai banali, hanno rivelato uno sfondo culturale solido e tuttavia accessibile a tutti;
    • non si è fatto spaventare dalle grandi imprese: riuscire a mettere in conto di rifare la cupola della basilica può avergli regalato qualche notte insonne … ma si è buttato!
    • …e, last but not least, ha saputo essere uomo di compagnia, appassionato nelle discussioni, gioioso nel raccontare e nel raccontarsi.
    • Gli auguriamo -laddove andrà- di essere come il vino che lui apprezza: rosso o bianco, non importa, ma rigorosamente frizzante!

    Giovanna Riboldi e l’équipe cittadina di AC

    Giovedì 21 settembre alle ore 21 in Basilica San Nicolò a Lecco verrà celebrata la Messa di benvenuto al nuovo vicario episcopale della Zona Pastorale III, Mons. Gianni Cesena
    La nostra Comunità pastorale ha organizzato un pullman che partirà da Desio alle ore 19,30. Informazioni e iscrizioni presso la segreteria della basilica entro martedì 19 (costo 10 €)