Nei mesi di luglio ed agosto sono sospese le s.Messe feriali a San Giorgio.
Chiese di S. Francesco e S. Cuore: da oggi la celebrazione festiva della S. Messa è sospesa. Riprenderà regolarmente in entrambe le chiese da domenica 10 settembre.
La S. Messa del lunedì delle 9.30 si celebra in Basilica (riprenderà in Oratorio dal 28 agosto), quella delle ore 7.30 riprenderà venerdì 1 settembre.
Presso la chiesa del S. Crocifisso
Mercoledì 26 luglio, ore 18.30: S.Messa per il 110° anniversario di consacrazione della Chiesa (1913); prende il posto dell’usuale celebrazione in Basilica
Giovedì 24 agosto, ore 18.30: S.Messa per la festa di San Bartolomeo
È giusta l’educazione ricevuta dai nostri padri e madri sul rispetto che si deve al luogo sacro: il segno della croce all’ingresso in chiesa; la genuflessione di fronte all’Eucaristia, segnalata dalla lampada rossa accesa; il clima di silenzio e la compostezza durante le celebrazioni. Il Concilio Vaticano II però ci ha educato anche a essere attivi nell’azione liturgica, sia mediante lo svolgimento di alcuni ministeri (non solo celebranti o diaconi, ma anche chierichetti, lettori, cantori, ministri della Comunione eucaristica o incaricati di portare i doni all’altare o di raccogliere le offerte tra i fedeli), sia partecipando convintamente alle preghiere, alle risposte, ai canti.
Il modello – anche se a taluno può non piacere – è la tavola familiare dove c’è chi svolge delle mansioni e tutti intervengono volentieri nella conversazione, ma anche si fa attenzione che nessuno sia privo di cibo o bevande. In chiesa invece molti vivono una sorta di paralisi trascendentale, non tanto per onorare l’Altissimo, ma per terrore di venire troppo coinvolti. Talvolta, se propongo a qualcuno anche solo di portare all’altare il pane e il vino all’offertorio, vengo squadrato come se lo volessi associare a una spedizione di mercenari sanguinari, e alla fine si sottrae.
Perché è così difficile vivere le celebrazioni con naturalezza, fratelli e sorelle premurosi uno dell’altro, seduti alla stessa mensa? Ed essere testimoni di fede: «Vedi? Anch’io prego con te e come te, con gioia!».
Nel nostro cammino di riscoperta della Storia di salvezza, la Liturgia ci presenta Abramo, il capostipite del popolo eletto, il padre nella fede, come ricorderà Gesù nel Vangelo.
La fede non è tanto un sapere molte cose, ma un fidarsi seriamente di Dio che ci parla. La fede è la risposta a Gesù che chiama, è un accettare a seguirlo nel suo cammino verso Gerusalemme. Nel camminare, Gesù fa la proposta di essere suo discepolo a tutte le persone che incontra e a tutti pone delle condizioni precise, che il testo esprime con frasi anche paradossali. Gesù non accetta al suo seguito persone mosse da interessi personali e ricorda che il Figlio dell’uomo non ha neppure dove posare il capo.
Il discepolo deve essere libero da ogni legame, anche quelli naturali, come verso i genitori. Il discepolo, certamente, deve amare i genitori, sa gustare le gioie che il Signore gli fa incontrare, ma sempre sentendo tutto come dono e non permettendo che diventi ostacolo nel realizzare il disegno del Padre su di lui.
Se ci mettiamo al seguito di Gesù, non dobbiamo desistere: chi ha messo mano all’aratro e, poi, si volge indietro, non è adatto per il regno di Dio. Proviamo a domandarci: Il mio seguire Gesù è frutto della fede o lo faccio perché spero in un ritorno di grazie particolari? Sono libero da tutto quanto mi può ostacolare nel fare la volontà del Padre, soldi, interessi, relazioni sbagliate? Sono deciso nel mio camminare secondo il Vangelo, o di fronte alle difficoltà abbandono tutto?
In questo periodo estivo, verrà proposta questa piccola rubrica con alcune chiese della Brianza, per far conoscere alcune peculiarità del nostro territorio e dare qualche spunto su possibili luoghi da visitare.
Quel Santuario sopra il Lambro…
Non lontano da casa nostra c’è una chiesa che può divenire spunto per una sosta spirituale tra le colline brianzole. Si tratta del Santuario della Beata Vergine Assunta di Rancate di Triuggio.
Ci si arriva in un quarto d’ora d’auto da Desio ma la meta può anche trasformarsi in un’idea per una costruttiva scampagnata in bicicletta. Giunti ad Albiate si scende verso il Lambro e passato il ponte si svolta subito a sinistra seguendo la direzione Rancate. Superata la chiesetta di Ponte dedicata a Sant’Antonio Maria Zaccaria, la strada comincia a inerpicarsi con due ampi tornanti, salendo ancora per qualche centinaio di metri, fino ad incontrare sulla sinistra il Santuario di Rancate.
La costruzione della chiesa risale alla fine del Cinquento, dedicata inizialmente ai SS. Bernardino e Maria. Il campanile è del 1599. Venne elevata a chiesa parrocchiale, con nuova dedica a Santa Maria Assunta nel 1606 dal cardinal Federico Borromeo. All’interno, costituito da tre navate, con volta a botte, si trova una pregevole e venerata pala d’altare mariana del 1507 di autore anonimo. L’opera all’origine era inserita in una cappella situata più a valle sulla sponda del Lambro, sul luogo dove la Vergine Maria era apparsa a due bambini, salvandoli dalla piena del fiume. Da questo miracolo venne la decisione di costruire un Santuario, che, grazie alle generose offerte di alcuni possidenti, si dotò nel tempo di pregevoli opere artistiche. Vi si trovano infatti affreschi di Bartolomeo Roverio detto “il Genovesino” (abside e volta del presbiterio), tele nel presbiterio e nel coro dei cremonesi Campi (Giulio e Antonio) e gli affreschi della volta della navata centrale di Andrea Appiani, raffiguranti episodi biblici, mentre gli stucchi sono dovuti all’opera del ticinese Giocondo Albertolli.
Nei dintorni del Santuario permangono tracce di un passato ad alta vocazione agricola, come le cascine Boffalora, Orsola e Malpighi, quest’ultima oggetto di una felice ristrutturazione eseguita sul finire del XX secolo. Si segnala anche la presenza (al civico 9 di via Biffi) dell’edificio che ospitò l’Istituto di coltura del baco da seta, un centro di ricerca di risonanza internazionale, fondato nel 1877 dall’ing. Guido Susani, che si avvalse della collaborazione del famoso scienziato Louis Pasteur, ospite due volte in questo minuscolo borgo brianzolo.
È attraverso il Sangue di Cristo che i santi e i martiri hanno testimoniato la loro fede e sono arrivati in cielo…
Secondo la tradizione, il soldato Longino che trafisse con la Lancia il costato di Gesù crocifisso, avrebbe raccolto in un vaso il sangue che sgorgò dalla ferita e cadde a terra. Longino, poi convertitosi, fuggì in Italia. Egli si sarebbe fermato a Mantova nel 37 d.C., sotterrando la preziosissima reliquia in una piccola cassetta di piombo, con sopra la scritta Jesu Christi Sanguis. In questo luogo, fu edificata la basilica di Sant’Andrea. Nell’anno 804, fu riportata alla luce la cassettina accanto alla sua tomba e la reliquia fu ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa Cattolica e approvata per il culto da papa Leone III.
La festa del Preziosissimo Sangue di nostro Signore Gesù Cristo venne istituita a Roma da papa Pio IX, il 10 agosto 1849, che la estese alla Chiesa universale. Paolo VI, con la riforma del Calendario liturgico, la unì alla festa del “Corpus Domini” che da allora si celebra in tutta la Chiesa come “Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo”.
“La devozione al sangue di Cristo – scriveva San Gaspare del Bufalo – apre le porte della divina misericordia; se i popoli ritornano nelle braccia della misericordia e si mondano nel sangue di Gesù Cristo, tutto il rimanente facilmente si accomoda”…. Il sangue di Cristo é “l’attestato d’amore di un Dio fatto uomo”. Ogni volta che partecipiamo alla Messa e ci cibiamo del corpo e sangue di Cristo, assumiamo in noi il segno vivo ed efficace del suo Amore totale per noi, che ci lava, ci nutre dello stesso Amore, e ci trasforma a sua immagine.
Il Sangue, è descritto nella Bibbia come l’elemento della vita. “La vita di una creatura risiede nel sangue” (Levitico 17,11). È questo che noi cerchiamo e possiamo trovare attraverso questa devozione. La vita in Dio.
Domenica 25 giugno 2023 nelle parrocchie della Comunità Pastorale alleghiamo al notiziario Comunità in Cammino una breve relazione riguardante i dati economici e amministrativi di ogni Parrocchia relativi all’anno 2022, secondo il resoconto consegnato in Curia. Affidiamo queste informazioni alla riflessione di tutti i parrocchiani e le parrocchiane, con viva gratitudine per chi collabora attivamente e generosamente alla vita della Comunità.
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