Autore: basilica

  • Gesù non smette di offrirci l’Amore del suo Cuore

    Gesù non smette di offrirci l’Amore del suo Cuore

    Nella basilica di Desio, sopra la porta della sacrestia, vi è un affresco di Ponziano Loverini, del 1898, che rappresenta Gesù mentre mostra il suo Sacro Cuore a S. Margherita Maria Alacoque in estasi. Ci ricorda che il mese di giugno è dedicato alla devozione del Sacro Cuore, festa istituita nel 1672 in Francia e divenuta universale per la Chiesa cattolica nel 1856. Le origini della devozione al Sacro Cuore di Gesù risalgono al 1200, tuttavia l’affermazione della devozione si ebbe nel corso del XVII secolo, in particolare per le rivelazioni private avute da Suor Margherita Maria Alacoque, diffuse da Claude de la Colombière suo confessore e direttore spirituale e dai suoi confratelli della Compagnia di Gesù. Tre encicliche, Annum Sacrum di Leone XIII, Miserentissimus Redemptor di Pio XI e soprattutto Haurietis Aquas di Pio XII, sono dedicate allo sviluppo di questa devozione che è stata chiesta espressamente dal Signore Gesù a Santa Margherita: «È per questo che ti domando che il primo venerdì dopo l’ottava del Santissimo Sacramento sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, facendo ad esso riparazione d’onore mediante onorevole ammenda, comunicandosi in quel giorno per riparare le indegnità che esso ha ricevuto mentre veniva esposto sugli altari; e ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per diffondere con abbondanza gli influssi del suo divino amore su quanti gli renderanno questo onore».

    Nella devozione al Sacro Cuore, la Chiesa pone anche attenzione alle promesse che Gesù ha fatto a Santa Margherita qualora si corrisponda alle Sue richieste: «Io Ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia del pentimento finale, quindi essi non moriranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i Santi Sacramenti, e il mio Cuore in quell’ora estrema sarà il loro rifugio più sicuro».

    Quando leggo di rivelazioni private che la Chiesa riconosce come vere, il pensiero più ricorrente nella mia mente è: “Cristo davvero ci ama e ci vuole tutti in Paradiso… e non sa più cosa inventarsi per averci con lui!”.

  • PRONTI? …VIA!

    PRONTI? …VIA!

    A poche ore dall’inizio dell’Oratorio Estivo 2023, Alice, educatrice e pedagogista, ci racconta la sua esperienza e la scelta di occuparsi dei ragazzi adolescenti, insicuri o spavaldi ma sempre ansiosi di costruirsi una propria identità

    Eccomi!
    Quando la Cooperativa Sociale Pepita mi ha proposto il coordinamento dell’oratorio di Desio spiegandomi la scelta di suddividere per fasce di età, ho sentito immediatamente un richiamo per l’oratorio dei santi Pietro e Paolo e per i suoi preadolescenti.

    Sì, avete capito bene. Immagino le vostre facce perplesse; so che qualcuno preferisce gestire i bambini e le bambine, perché i preadolescenti danno “preoccupazioni”, mentre se siete genitori sapete bene le sfide quotidiane che vi portano. Io invece ne sono affascinata perché è l’età dell’inizio dei grandi cambiamenti, perché portano il desiderio di diventare grandi, di allontanarsi pian piano dal nido famigliare costruendo una propria identità. Siccome è l’età della sfida, proprio per questo, mi piacciono così tanto.

    Quando sono arrivata in oratorio mi sono sentita subito accolta e ad istinto ho avuto la conferma di aver fatto la scelta giusta, anche se la vera prova sarà lunedì 12 giugno.

    L’ incontro con gli e le adolescenti che hanno dato la loro disponibilità a fare da animatori per questo oratorio estivo è stato un momento emozionante. In cerchio era palpabile l’energia e l’entusiasmo, alcuni molto sicuri di sé altri più imbarazzati, come è giusto che sia, è la varietà del gruppo che fa la forza. Divisi in gruppi hanno pensato ai giochi, imparato i balli, preparato i cartelloni. Cosa ho visto? Cura, passione, competenza, gioia, attenzione ai dettagli, il desiderio di poter ridare alla loro comunità quello che hanno ricevuto da piccoli. Ma soprattutto ho visto quella forza che solo gli e le adolescenti hanno, la voglia di esserci, di stare bene e divertirsi; una programmazione fatta anche di svago e leggerezza.

    Infine due parole su di me prima di conoscerci di persona.

    Chi sono? Mi chiamo Alice, da qualche anno sono educatrice e pedagogista, ho avuto parecchie esperienze con i gruppi di differenti fasce di età, ma soprattutto preadolescenti ed adolescenti; continuo a non rimanerne delusa e continuo a ricercarne la presenza. Quest’estate affiancherò le tante persone che renderanno possibile l’oratorio che sta per iniziare, giovani ed adulti che donano il loro tempo per rendere speciali le settimane delle ragazze e dei ragazzi che parteciperanno. Perché la bellezza di un oratorio è anche questa ed è il motivo per cui scelgo questo lavoro. Io sono pronta, e voi?

    Ci vediamo il 12 giugno!

  • Don Tonino, poeta di Dio

    Don Tonino, poeta di Dio

    Primavera 1991. Ero al quarto anno delle superiori, in quel paesino del profondo sud, nel tacco d’Italia. Ci avevano preannunciato giorni prima che un vescovo sarebbe passato in tutte le aule a salutare gli studenti. Quella mattina come al solito ero davanti all’ingresso dell’istituto scolastico con i miei amici, prima dell’inizio delle lezioni.

    Poco prima delle 8 arriva una Fiat 500 e posteggia proprio davanti all’ingresso della scuola. Si apre la portiera, scende un uomo elegante vestito con il clergy, e una bella croce di legno sul petto. Deve usare tutta la sua forza per richiudere la portiera della 500, tanto che a noi studenti strappa una risata. Si avvia nella scuola, incontra il preside, che subito comincia a chiamare tutti gli studenti invitandoli ad entrare. “È già arrivato il vescovo, presto, entrate in aula!”.

    Ma chi sarà mai questo vescovo poi?? Lui sembra mettere da parte il preside, comincia a incrociare gli sguardi degli studenti, a qualcuno regala un sorriso, ad altri una pacca sulla spalla.
    Poi inizia il giro delle aule. La mia aula era molto piccola, tanto che il mio banchetto era praticamente attaccato alla cattedra del professore. Lui entra in aula, si posiziona davanti al mio banchetto, dice qualche parola di saluto che ora nemmeno ricordo bene. Poi finito, mi fissa negli occhi, perché ero proprio davanti a lui, e appoggia la sua mano sulla mia spalla. “Forza e coraggio” mi dice.

    E oggi, a 30 anni dalla sua salita in cielo, ho capito di aver incontrato una persona straordinaria e profonda. Mons. Antonio Bello continuava a farsi chiamare don Tonino, perché così era nato e così voleva essere ricordato.

    E don Tonino resta sempre così nel mio cuore, perché non bastano poche battute di un articolo per conoscerlo: bisogna leggere i suoi pensieri, dall’amore per la Vergine Maria al suo impegno per la pace, dal suo amore per gli ultimi alla sua rivoluzionaria visione di una Chiesa con il grembiule, operosa, che ama i poveri, che vive in un mondo migliore, senza ipocrisia.

    Diac. Fabrizio Santantonio

  • TEMPO DI PARTENZE E … DI ARRIVI

    TEMPO DI PARTENZE E … DI ARRIVI

    Come avete letto nella Lettera dal Vicario Episcopale con il mese di settembre Mons. Gianni Cesena, don Flavio Speroni e suor Barbara Olivato lasciano questa Comunità Pastorale, perché chiamati dall’Arcivescovo a nuovi incarichi di grande responsabilità nella realtà pastorale della Diocesi ambrosiana. A tutti loro, la Comunità delle cinque parrocchie in Desio esprime una grande e sincera riconoscenza per il proficuo lavoro svolto in tanti anni, augurando al contempo un “buon cammino” nell’opera di evangelizzazione che continueranno a svolgere con entusiasmo e dedizione. Nell’accompagnare con la preghiera quanti vanno, la Comunità accoglie con gioia e disponibilità collaborativa coloro che giungeranno al loro posto, facendo sempre crescere quello spirito collegiale e pastorale che caratterizza la Comunità di Santa Teresa di Gesù Bambino in Desio.

    La redazione e la Comunità Pastorale