Autore: basilica

  • Non fiori ma opere  di bene

    Non fiori ma opere di bene

    Ricorda una persona speciale con un gesto d’amore

    La donazione in memoria è un tipo particolare di donazione che puoi scegliere di fare in ricordo di una persona scomparsa che è stata importate per te, per la tua famiglia, per i tuoi amici.

    È un gesto di altruismo che vivrà nel tempo e che permetterà a Caritas Ambrosiana di sostenere un progetto di aiuto e sostegno a chi è più nel bisogno: un pozzo per avere acqua pulita, libri per andare a scuola, un pasto caldo e un letto per i senzatetto e tanto altro ancora. Puoi scegliere tu il progetto tra i tanti proposti sul sito
    inmemoria.caritasambrosiana.it e compila il form con i tuoi dati e con la modalità di pagamento prescelta.
    Scegli una donazione in memoria a favore di Caritas Ambrosiana e trasforma il dolore per una assenza nella speranza: i familiari della persona cara che vuoi ricordare riceveranno una lettera personalizzata che li informerà della tua scelta di solidarietà in favore dei più deboli.

  • Alienum a ratione

    Alienum a ratione

    Vero: oggi va di più l’inglese del latino e più o meno si dovrebbe tradurre out of mind. Ma l’originale latino appartiene a un’enciclica del 1963 scritta dal papa san Giovanni XXIII, che definiva così la guerra in un’epoca dove l’olocausto nucleare è sempre a un passo. Alienum a ratione si traduce letteralmente “fuori dalla ragione” e quindi, più efficacemente, “fuori di testa”. Sono stato a Nagasaki, la prima città cattolica del Giappone, distrutta dall’ordigno nucleare il 9 agosto 1945: l’onda d’urto della bomba arrivava come un vento micidiale a chilometri di distanza distruggendo tutto ciò che incontrava; i residui delle radiazioni hanno contaminato vite e ambienti per decenni. Non c’è luogo del mondo che non ricordi gli orrori della guerra con musei, monumenti, cimiteri. La lezione è che l’uomo ragionevole rifiuta la guerra, come dice saggiamente l’articolo 11 della Costituzione italiana: «L’Italia ripudia la guerracome strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

    Nobili propositi, dimenticati quando per orgoglio nazionale, opportunità o anche solo per ragioni di mercato, la guerra viene praticata e alimentata. Uno spettacolo che condiziona anche lo sguardo di chi, nelle famiglie e nelle città, pensa di farsi giustizia o di affermarsi mediante la violenza.

    Solo la voce del papa resta a condannare la guerra e a invocare la pace: ma lo trattano come se fosse lui alienum a ratione.

    don Gianni

  • Il pensiero della settimana

    Il pensiero della settimana

    Domenica di Pentecoste

    Nel cammino che facciamo per rivivere il mistero della salvezza, la Pentecoste è certamente una tappa fondamentale. Se non ci fosse lo Spirito Santo, la Chiesa sarebbe un organismo destinato a perire per il peccato delle sue membra: se dopo duemila anni la Chiesa è viva, è perché lo Spirito è in essa. Sono tanti i doni dello Spirito, significati dalle immagini usate dalla Bibbia per descrivere l’avvenimento.

    Innanzitutto le fiammelle che richiamano la luce. Abbiamo bisogno tutti e sempre di questa luce: un dono da chiedere continuamente è quello del discernimento, della luce dello Spirito per la nostra vita personale e per le grandi scelte che la nostra società è chiamata a compiere.

    Un secondo dono da chiedere è la forza, rappresentata dal “vento gagliardo”: non basta sapere, capire, ma bisogna attuare il disegno di Dio. Gli Apostoli hanno dovuto
    affrontare un mondo a loro ostile o indifferente. Anche oggi i cristiani vivono un
    momento storico delicato sia perché si avvicinano ad essere minoranza sia per la presenza sempre più massiccia di altre religioni o forme di pensiero che tendono ad annullare la vera fede.

    È lo Spirito la forza del Cristianesimo!

    Il terzo dono da chiedere è quello dell’unità, segno distintivo della Chiesa, richiamato dal dono delle lingue concesso agli Apostoli. Nel brano degli Atti vengono ricordati ben 16 paesi diversi per razza e cultura che capiscono l’annuncio degli Apostoli. Chiediamo allora al Padre di donarci lo Spirito Santo con il dono della
    sua luce, forza e pace.

    don Alberto

  • Pentecoste

    Pentecoste

    “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.”

    Gv 14,16-17

    Lo Spirito Santo è la Terza Persona della Trinità: tutto l’universo partecipa della Sua
    vita ed ogni uomo e donna, dal concepimento in avanti, vive di Lui e ne è tempio. Lo
    Spirito Santo ha parlato con i patriarchi, ha ispirato i Profeti ed è l’artefice, nel libero “sì” di Maria, dell’Incarnazione del Figlio. Lo Spirito Santo ha sempre accompagnato la missione di Gesù Cristo e il discepolo amato, già dal fianco trafitto del Maestro, ne ha vista l’effusione creatrice a favore della Chiesa nascente.

    Sempre il Consolatore, 50 giorni dopo la Resurrezione di Gesù, ha rianimato radicalmente San Pietro apostolo e la piccola ed impaurita comunità di Gerusalemme: oggi facciamo proprio memoria di quel giorno!

    Lo Spirito Santo assiste da allora i successori di San Pietro e la Chiesa nella storia.
    San Giovanni evangelista ci parla di Spirito di Verità: lo Spirito procede dal Padre e
    dal Figlio e non può essere sganciato da questa Verità.

    Vigiliamo sempre da un certo “spiritualismo” disincarnato o ideologico che ci allontana da Gesù come Figlio, Signore e Cristo, dai Suoi insegnamenti, dall’amore del Padre, dal concreto della Chiesa e del volto del prossimo. Lo Spirito ama la Chiesa e l’umano e una persona “spirituale” è una persona che ama Dio, la Chiesa e
    le ferite degli uomini.

    Dall’altra parte in una società che sta scivolando sempre più nel materialismo pare strano fare memoria viva della Pentecoste, della dimensione spirituale della vita. Cosa cerchiamo quando ci affacciamo alle porte delle nostre parrocchie, oratori e gruppi sportivi? Cerchiamo Dio o altro? Che senso diamo alla nostra vita? Ci accontentiamo della fede dei nonni, ma noi non prendiamo sul serio la nostra. I
    Sacramenti, la Messa domenicale sembrano formalità, accessori, eppure ciascuno di noi vive della Sua Presenza e a chi Lo accoglie dona davvero un cuore o occhi nuovi, una vita nuova.

    Spirito di unità e di evangelizzazione vieni in mezzo a noi e nella Tua Santa Chiesa! Buona Pentecoste.

    don Marco

  • Consiglio Pastorale della Comunità

    Il 9 maggio si è riunito il Consiglio Pastorale cittadino. Tra gli
    altri punti all’Odg c’era anche l’invito ai consiglieri di rispondere
    a due domande scaturite dalle precedenti riunioni:

    • Cosa è prioritario per questa comunità?
    • Cosa vogliamo consegnare a quanti verranno o si affacceranno a questa comunità in futuro?

    Dai gruppi di lavoro sono emerse alcune riflessioni riportate sinteticamente qui sotto.

    • È importante riscoprire e far fiorire la comunità, sia a livello cittadino che a livello parrocchiale, cercando di valorizzare l’esistente che esprime una fede che rimane vivace nonostante la sempre maggiore diminuzione di fedeli.
    • Dal punto di vista delle relazioni c’è la necessità di fare comunità con corresponsabilità ponendo attenzione ai giovani nelle varie fasce d’età e alle famiglie.
    • Evangelizzare cercando di essere essenziali nella comunicazione, in maniera credibile, tanto da far innamorare diCristo chi ci incontra.
  • Ascensione del Signore: S. Messa

    Programmato per il giorno 21 mag 2023 S. Messa della IV Domenica di Pasqua, nella solennità dell’Ascensione del Signore, anche festa di San Cristoforo Magallanes, sacerdote, e compagni, martiri messicani, trasmessa dalla Basilica SS Siro e Materno in Desio – Comunità Pastorale Santa Teresa di Bambin Gesù

    Dopo l’entrata in vigore, il 5 febbraio 1917, della nuova Costituzione messicana, profondamente anticlericale e antireligiosa, che non riconosceva la Chiesa come un’aggregazione con diritto all’esistenza, il clero cattolico fu fatto oggetto di particolari vessazioni, privato dei diritti politici, perseguitato solo per il nome cristiano, in ‘odium fidei’.
    Cristoforo, sacerdote dalla fede ardente, consigliere prudente dei suoi fratelli nel sacerdozio, esercitò con zelo l’ufficio di parroco, dedicandosi alla promozione umana e cristiana dei suoi fedeli, e alla missione tra gli indigeni. Quando i persecutori della Chiesa chiusero il seminario di Guadalajara, aprì un Seminario nella sua parrocchia per orientare e formare i futuri sacerdoti.
    Fu ucciso il 25 maggio 1927, primo di altri 16 sacerdoti della stessa diocesi, e morì confortando i suoi compagni di martirio, ed esclamando di fronte alla truppa schierata per la fucilazione: “Io muoio innocente e chiedo a Dio che il mio sangue serva per l’unione dei miei fratelli messicani”. Ma la persecuzione continuò ad infierire e altri 11 sacerdoti di varie diocesi con a capo il parroco Batiz Sains furono uccisi in quegli anni.

    Da www.chiesadimilano.it